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L'analisi di spezia-verona

Il modo migliore per smettere di avere paura è fare paura

A Napoli fu un colpo di coda o solo fortuna?

I riflettori puntati sulla prestazione di Kiwior fanno parte del gioco ma rischiano di fuorviare dal binario analitico corretto. Che invece dovrebbe essere percorso partendo da una domanda ineludibile: che cosa è veramente successo a Napoli dove, dimentichiamo la vittoria perché non aiuterebbe a fare un ragionamento, lo Spezia ha messo in campo quella grinta, quella coralità, quello sguardo d’insieme che non avevamo mai visto prima di allora? La speranza in fondo al cuore di ogni tifoso aveva il suo lato romantico, che nel calcio esiste e non è soltanto la polvere magica di chi ci crede: la mente è andata a quella mini-contestazione scaturita al termine della partita di Coppa Italia con il Lecce sforzandosi di pensare che fosse stata proprio quella scintilla capace di motivare e caricare un gruppo punto nell’orgoglio. Come quella volta col Trapani, tanto per tornare sempre là. Aveva sorpreso quella carica agonistica su cui si sarebbe potuto basare un discorso serio e futuribile. Responsabilizzare i giocatori, tirando le orecchie a chi non ha reso come secondo la società pensava e ricompattare tutto l’ambiente, confermando Thiago Motta sulla panchina e capire se il 2022 potesse avere altri connotati. Insomma, quasi una questione “morale”.
Spezia-Verona
Purtroppo però sono basti i primi 5′ di Spezia-Verona per intravedere tutto quello che avevamo già evidenziato (ben) prima di Napoli: una squadra nervosa e preoccupata, che ce la mette tutta per non prestare il fianco sulle discese degli scaligeri, a tratti delle vere e proprie valanghe. Ma anche una squadra che non fa nulla o quasi per rispondere con il gioco, con la propositività di pensiero: per attaccare in modo credibile a livello di serie A dev’esserci un’idea organica complessiva e quell’idea va messa in pratica con la rapidità di passaggio e di smarcamento che la categoria impone. L’essere pericolosi fa sentire credibili anche quando si perde perché nello sport il modo migliore per smettere di avere paura è fare paura. E oggi lo Spezia paura non ne ha provocata ad un avversario solido come il suo allenatore, magari non spettacolare ma efficace, organico, volitivo, cazzuto. Così si affrontano le partite, soprattutto quando, ed è il caso del Verona con lo Spezia, sulla carta sei più forte e devi avere pazienza, gestire i momenti del match e saper affondare quando è il momento. Al di là di come questi gol vengono segnati, il Verona interpreta il copione con la precisione di una maestranza esperta, chiudendo il primo tempo con un possesso monstre (65% come fu per l’Empoli) e senza concedere nulla all’avversario. Cose fatte alla perfezione. E che sbiadiscono inevitabilmente Napoli: ma cosa è veramente successo a Napoli? La domanda rimane appesa.
SPEZIA - HELLAS VERONA 1-2
Napoli e Verona, due squadre diverse ma anche con qualità diverse. Non può essere soltanto una questione tattica ad indirizzare le partite o quanto meno è proprio su quelle scelte che un allenatore può incidere preparando le mosse in settimana: è vero, il Covid ancora una volta ci mette lo zampino perché perdere in un sol botto Manaj e Nzola ha tolto i punti di riferimento ad un gruppo che stava faticosamente cercando il bandolo della matassa. Rimangono i dubbi sulle variazioni di modulo (oggi il 4-3-3 con dieci undicesimi della scorsa volta, ma perchè non ripartire dal 3-5-2? Perché togliere quel poco di continuità costruita?), sulle esclusioni (Bourabia giocherà a Genova?) e sulla gestione dei cambi, che quest’anno, quando sono stati fatti, non ha mai veramente inciso in positivo. Adesso arriva una partita che avrebbe pure diecimila risvolti emozionali ma che, come lo scorso, non è possibile vivere sereni: sarà invece una battaglia d’altri tempi, quasi come fossero negli anni ’20, ma del secolo scorso. L’importante è che in battaglia ci sia anche lo Spezia, altrimenti sono dolori: proprio a Marassi dove Thiago Motta rilanciò la sua carriera da calciatore, il tecnico potrebbe giocarsi tanto del suo futuro visto che subito dopo la serie A andrà in pausa per la Nazionale: con l’incognita dei positivi di rientro ma anche la possibilità che altri si aggiungano alla lista degli indisponibili. Variabili esistenti per tutti, ma il tempo adesso inizia davvero a scarseggiare.
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