Trentasettemila euro arrivati tramite il conto corrente bancario, lanciato da Caritas, mentre gli arrivi dagli tragici scenari di guerra ucraini non si fermano. Al momento, stando ai dati forniti in questi giorni da Caritas, le presenze sono più di cento. La solidarietà prosegue assieme a tutte le altre iniziative di accoglienza messe in campo da enti e istituzioni. Oltre all’emergenza nelle zone di guerra, alla Spezia come nel resto d’Italia il lavoro non si ferma anche per dare modo ai più piccoli, molti dei quali in età scolare, di poter condurre una permanenza in provincia il più tranquilla possibile.
Molti dei bambini arrivati alla Spezia potranno frequentare i plessi scolastici e in merito l’ufficio scolastico regionale della Spezia gioca un ruolo centrale nell’accoglienza.
“Stanno arrivando ancora tante famiglie – spiega Roberto Peccenini direttore della sezione spezzina dell’Ufficio scolastico regionale -. La settimana scorsa chi aveva fatto richiesta di iscrizione si poteva contare sulle dita della mano. Questi giorni siamo già nell’ordine di diverse decine di nuovi alunni. Stiamo concentrando i nostri sforzi per permettere che tutti possano cogliere l’occasione di frequentare gli ambienti scolastici. La distribuzione al momento è abbastanza omogenea”.
“In accordo con la Prefettura, Comuni e Asl stiamo costruendo un percorso specifico – ha aggiunto il direttore – che si concretizza al termine della dichiarazione di presenza, gli eventi di profilassi sanitaria, una volta presi in carico dai Comuni soggiornati i bambini e le famiglie avranno contatto con la scuola. Negli uffici sono disponibili degli incaricati per incrociare domanda e offerta. Abbiamo fatto una rilevazione tra le scuole su tutti i posti disponibili e chiesto agli istituti di accedere alla piattaforma per le iscrizioni“.
Un altro tema, per il direttore Peccenini, è legato all’adempimento degli obblighi vaccinali, non legati al Covid. “Per questo stiamo distribuendo del materiale informativo tradotto, per fornire tutte le informazioni adeguate per permettere che i bambini, tramite il contributo degli adulti che li tutelano, possano aderire alle vaccinazioni obbligatorie per accedere alla scuola, qual’ora non li avessero fatti in patria“.
Il mondo della scuola pensa anche alla potenziale barriera linguistica. “Esiste già una rete di mediatori culturali – prosegue Peccenini -, Mondo aperto collabora già con la scuola. Ci sono anche dei fondi ministeriali dai quali si può attingere per migliorare l’integrazione. Il mediatore culturale ha precise competenze ed è importante anche il ruolo dei facilitatori. Si tratta di persone di origine Ucraina che già vivono in Italia e possono aiutare nelle problematiche quotidiane e contingente. La struttura di accoglienza è in continua evoluzione e speriamo che possa rispondere a tutte le esigenze”.
Si può ancora donare, ecco come