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"dubbi sollevati già da ufficio legale comune"

“Cinque anni residenza per partecipare a bandi case popolari, opportuno Toti modifichi legge”

L'intervento di Sunia e Cgil: "Il Tribunale di Genova ha rimesso la valutazione alla Corte Costituzionale, non ritenendo infondata la questione della legittimità della norma. Ma qualcuno 'fa spallucce' e si arrocca".

Sunia e Cgil

“Non è bastato invitare per tempo il Presidente della Regione Liguria, l’Assessore Regionale competente, i Presidenti dei gruppi consiliari in consiglio regionale, l’Assessore ai Servizi sociali del Comune della Spezia, il Sindaco della Spezia ad attivarsi per favorire la modifica della Legge Regionale n. 10/2004, che impedisce a chi non ha la residenza da oltre 5 anni in un comune del bacino di utenza di partecipare ai bandi per l’assegnazione delle case popolari. Non è bastato. Ora, a ritenere non manifestamente infondata la questione di legittimità di questa norma è anche il Tribunale di Genova, che a seguito di un’azione legale attivata da alcuni legali dell’Asgi a difesa di un cittadino, ha rimesso alla Corte Costituzionale detta valutazione”. Così in una nota Franco Bravo, Segretario Regionale SUNIA, Luca Comiti, Segretario Provinciale Cgil, e Cristiano Ruggia, Segretario Provinciale SUNIA.
“Nonostante ciò – proseguono -, qualcuno imperterrito si arrocca sulle proprie posizioni ed insiste e ‘fa spallucce’ rispetto ai dubbi che già l’ufficio legale del Comune della Spezia aveva sollevato tempo fa, trascurando soprattutto che, con una sua precedente sentenza, la Corte Costituzionale ha già dichiarato incostituzionale una norma analoga contenuta nella Legge Regionale della Lombardia. Dalle dichiarazioni del Presidente della Regione Liguria pare che la responsabilità della presenza di tale norma nella Legge Regionale sia attribuibile al Governo, per non averla impugnata al momento della sua approvazione. Il ragionamento appare un po’ contorto e non tiene conto del fatto che anche la Legge Regionale lombarda non é stata impugnata dal Governo, ma ciò non ha impedito che venisse dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale”.

“Uno dei capisaldi del nostro ordinamento giuridico – proseguono Bravo, Comiti e Ruggia – è la tripartizione dei poteri, che si basa su una netta distinzione fra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, e la Corte Costituzionale è l’organo garante del rispetto dei principi fondamentali indicati dalla nostra Costituzione. Sarebbe opportuno che il Presidente Toti, alla luce di quanto accaduto, si attivasse tempestivamente per modificare un aspetto della legge che già la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo e che ragionevolmente sarà dichiarato illegittimo dalla Corte anche per la Legge Regionale ligure. Pare che l’unica cosa che animi in questo momento il Presidente sia quella di mantenere la posizione adottata dalla Regione, senza farsi sfiorare dal dubbio e senza considerare che, il probabile accoglimento della questione di illegittimità costituzionale, potrebbe dare il via ad una serie di azione risarcitorie promosse dai soggetti che sentirebbero a quel punto di essere stati ingiustamente esclusi, con costi che inevitabilmente ricadrebbero sulla cittadinanza. Questa scelta politica illogica e priva di buon senso si traduce così in una cattiva gestione della pubblica amministrazione”.

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