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Erlic decisivo

RIMONTA DA INFARTO, UN ALGIDO POMERIGGIO FINITO IN FESTA

Ultimo ma vivo, il Crotone conferma i timori della vigilia: avanti con una rovesciata di Djidji gioca una partita attenta. Solo con i cambi lo Spezia si sveglia ma dopo il pari di Verde, Farias si mangia il 2-1 e Simy punisce. Poi finale incredibile.

Il gol di Erlic

SPEZIA-CROTONE 3-2
Marcatore: 39’pt Djidji; 17’st Verde; 33’st Simy, 44’st Maggiore, 47’st Erlic

SPEZIA 4-3-3/
Provedel; Ferrer (24’st Vignali), Erlic, Ismajli, Marchizza; Pobega (38’st Galabinov), Ricci (1’st Leo Sena), Maggiore; Verde (24’st Agudelo), Nzola, Gyasi (1’st Farias). A disp. Zoet, Acampora, Galabinov, Agoume, Terzi, Bastoni, Chabot, Piccoli. All. Italiano

CROTONE (3-4-1-2)
Cordaz; Djidji, Golemic, Luperto; Molina (24’st Zanellato), Petriccione, Benali (39’pt Magallan), Reca; Messias; Ounas (35’st Di Carmine), Simy. A disp. Festa, Crespi, Cuomo, Magallan, Roas, Rispoli, Marrone, Vulic, Da Silva, Riviere. All. Cosmi

Arbitro: Simona Sozza di Seregno
Collaboratori: Domenico Palermo di Bari e Filippo Bercigli di Firenze
Iv Uomo: Marco Piccinini di Forlì
Var: Luca Banti di Livorno, AVar: Alessandro Giallatini di Roma2
Ammoniti: Reca, Ismajli
Recupero: 3′(pt), 3′(st)

PRE-PARTITA
14.27 – Un set-ball per allungare sulla zona rossa del campionato. Contro il Crotone di Cosmi, ultimo della serie A ma vivo, vegeto e prolifico, gli aquilotti sono alla ricerca della seconda vittoria consecutiva in casa. La classifica e gli scontri diretti che si susseguono giornata dopo giornata consegnano agli aquilotti una potenziale grande occasione di mettere ancora un po’ di luce sulle squadre che inseguono. Ismajli, Pobega (preferito a Leo Sena), Verde nell’undici di partenza, fra le scelte di Italiano anche la riproposizione di Provedel a guardia della rete al posto di Zoet. Mbala Nzola si riprende il suo posto da titolare al centro dell’attacco: a lui si chiedono i gol per il rush finale del campionato.

14.33 – Nel Crotone occhio allle bocche da fuoco del reparto avanzato. Cosmi risponde infatti con Messias a ispirare la coppia Ounas-Simy, due clienti difficili per il reparto arretrato aquilotto. La statistica dice che il Crotone è l’unica squadra che non ha ancora guadagnato alcun punto da situazioni di svantaggio in questa Serie A, mentre lo Spezia ne conta già 10, meno solamente della capolista Inter (14) e del Bologna di Mihajlovic (12). Cielo plumbeo sull’Alberto Picco, la pioggia minaccia e non è escluso che possa iniziare a cadere nel pomeriggio.

PRIMO TEMPO
Essere assoluti padroni del proprio destino è e rimane il capolavoro di tutto un campionato, almeno per i tre quarti che abbiamo dietro le spalle. Ora, per completare l’opera, lo Spezia deve tentare un allungo che a questo punto del campionato può essere determinante per impostare al meglio l’ultimo capitolo di questa avventura in massima serie. Detto e riptetuto che il Crotone non è il classico fanalino di coda, la squadra materasso che i punti conquistati e i gol subiti, narrerebbero a chi di calcio non è avvezzo: ma è anche vero ricordare che i calabresi hanno vinto soltanto una gara nelle ultime undici, le altre sono state sconfitte. A spezzare il tatticismo di partenza ci pensano i padroni di casa che al 6′ sfondano sulla sinistra con una giocata sopraffina di Maggiore che chiede ed ottiene il triangolo a Verde per poi ricercarlo nel cuore dell’area: alla ricerca di un varco per calciare ma ala fine l’impatto sulla sfera non è dei migliori. La risposta del Crotone, improvvisa, arriva da una verticalizzazione improvvisa: Provedel stava uscendo dalla sua area ed è costretto a tornare sui suoi passi per deviare con i piedi il diagonale non irresistibile di Benali. Erlic a uomo su Simy è da subito uno dei motivi del match, mentre dalla parte opposta il taglia e cuci di Maggiore e Pobega è sistematico ogni qual volta il Crotone inizia l’impostazione dal basso.

Il Crotone gioca bene e costruisce le occasioni. Spezia attendista.
La museruola di Golemic irretisce Mbala Nzola che finisce per tornare sino a centrocampo per partecipare alla manovra e smistare le palle che riceve con le spalle alla porta: peccato che al 17′ un suo disimpegno sbagliato permetta al Crotone di partire in contropiede. Benali ha campo e tempo per calibrare il cross diretto al rimorchio Ounas che non riesce a dare forza ed angolazione al suo colpo di testa in corsa. Meno esplosivo e più abbottonato l’undici in maglia bianca che subisce l’iniziativa del Crotone: se si tratta di una strategia è da vedere ma il bel gioco dà fiducia agli ospiti che schiacciano sull’acceleratore capendo che può essere un buon momento per legittimare. D’altra parte dimenticate lo Spezia del tiki taka e del calcio totale, che ha impressionato tutta Italia da settembre: come allo “Scida” i bianchi faticano ad essere loro stessi, imbrigliati da una squadra che evidentemente sa come mettere in difficoltà l’architettura collettiva di Vincenzo Italiano.

Sembra uscire lo Spezia e invece passa il Crotone con una rovesciata di Djidji.
Ci vuole pazienza, capire i tempi della partita costringendo l’avversario all’errore ma col passare dei minuti Ricci, esempio di pressing alto per tutti i compagni in fase di non possesso, sembra poter prendere in mano la partita anche se sono tanti i suoi errori in appoggio. Più cose a destra che a sinistra, questione di movimenti, di automatismi non perfetti. Perché da inizio partita, Marchizza invece di girare intorno a Gyasi preferisce buttarsi dentro e rare volte l’italo-ghanese ha avuto la possibilità di puntare l’avversario diretto: succederà al 37′ quando salta netto Djidji ma crossa al centro senza misura, su un secondo palo dove non appare nessun compagno. Poco Spezia, la porta è lontanissima e al 39′ si spezza lo 0-0 ma dalla parte opposta con Djidji che, ricevuto spalle alla porta dal neoentrato Magallan, sente che Provedel è fuori dai pali e con una rovesciata lo beffa. Il portiere aquilotto era rimasto qualche metro più avanti dopo un’uscita di pugno che di fatto è stato l’assist migliore per i calabresi. Finirà invece un metro e mezzo oltre il legno il tiro di Pobega, prima dell’intervallo.

SECONDO TEMPO
Coraggiosi e sorprendenti le mosse di Italiano al rientro: toglie Ricci e Gyasi, per Leo Sena e Farias. Al primo le chiavi del centrocampo, al secondo la licenza di usare tutte le sue armi di imprevedibilità e dribbling. E’ uno Spezia però molto telefonato nelle scelte, compassato nelle giocate, tutti dettagli favorevole agli ospiti, ben messi in campo e certamente rafforzati non solo dal vantaggio ma anche dalla mancanza di rischi corsi: e quante botte che ha preso Nzola. Il Crotone non lascia nulla al caso e al 14′ una palla corta all’indietro di Verde crea non poche difficoltà alla retroguardia di casa: la palla dalla fascia sinistra arriva a Simy al centro dell’area di rigore ma la sua conclusione è deviata in corner dal corpo di un difensore. Nel peggior momento dei bianchi il dio pallone ci mette la sua zampa e al 17′ lo Spezia pareggia il conto: il ponte di Marchizza di testa arriverà sui piedi di quel Verde che ha tenuto il piede caldo dall’Olimpico e stavolta non scomoda i manuali trovando l’angusto pertugio per farla passare. Cordaz intuisce l’idea dell’ex romanista ma la sfera s’infila sotto il sette: diverso e imparagonabile ma se ci pensate la traiettoria vincente si spegne ancora sotto l’incrocio dopo la meraviglia di Roma.

Farias ad un passo dal 2-1 ma è il Crotone che segna. Simy implacabile, dopo 75′ di nulla.
Rimessa in piedi in qualche modo ora questa partita va vinta, non importa come. Ma il fattore psicologico è più importante e Italiano questo lo sa. Il mister di Ribera vuole forze fresche e al 24′ è il turno di Vignali (per un Ferrer in giornata grigio scuro) e Agudelo (al posto di Verde). La partita però sembra risedersi e la pericolosità dello Spezia torna ad essere nulla: peccato per una ripartenza a due Farias-Nzola che si ferma proprio sull’ultimo passaggio, peccato per un cross basso di Vignali sul quale Nzola arriva in ritardo. Ma soprattutto peccato mortale al 31′ quando Farias ha il corridoio migliore possibile su un’imbeccata sontuosa di Marchizza: l’ex leccese punta la porta ma nel portarsela avanti se la allunga di quel tanto che la sua puntata è preda di Cordaz, uscitogli molto bene sui piedi. I cambi di Cosmi tengono in bolla i calabresi che al 32′ approfittano di una rimessa mal gestita dallo Spezia e trovano la giocata che vale il 21 con il passaggio rasoterra di Zanellato che già è una sentenza: tutto troppo facile per Simy (mai visto fino a qell’istante) col piatto destro insaccare alle spalle di Provedel. Il 28enne nigeriano si conferma goleador e futuro uomo mercato: nell’anno solare ha segnato una sola rete in meno di Cristiano Ronaldo. Ma i rossoblu a destra trovano autostrade.

Maggiore, cuore di capitano, Erlic, assist e gol. Un campionato in tre minuti.
Un gol che riapre lo psicodramma in un pomeriggio difficilissimo dal principio, un gol che obbliga lo Spezia a rimettersi a rincorrere, sempre che ci siano le energie per provarci. I rischi fisiologicamente si moltiplicano perché con l’ingresso di Galabinov lo Spezia rimane sempre in area. Se le gara non finisce già al 37′ è grazie ad un grandissimo Provedel che para con un grande istinto sul tiro a colpo sicuro di Luperto. Sembra tutto finito, l’epilogo di una sconfitta non immeritata. E invece, a differenza di un giorne fa, è l’inizio di un’altra partita, di un altro articolo. Tutto in tre minuti, belli e assurdi, impossibili da raccontare senza emozione, anche per il peso specifico che hanno sulla classifica: minuto 44 palla scodellata in area e respinta dalla difesa del Crotone sui piedi di Erlic che vede spuntare Maggiore dietro ad una schiera di difensore e lo serve con precisione: lo spezzino si trova a tu per tu con Cordaz e lo uccella con un diagonale a fil di palo. Un gol che rimette a posto quanto meno il risultato minimo ma questa volta lo Spezia non si accontenta e quando sembra profilarsi l’ennesimo scontro diretto finito 2-2 capitalizza un “pomeriggiaccio” nell’ultima mischia in area di rigore: con almeno cinque saltatori si prova a fare male un’ultima volta e quando la testata di Ismajili va a sbattere sulla traversa pensi sia ancora la sorte a girarsi di spalle ma sul tap-in Erlic non sbaglia e sigla il sorpasso che vale quasi un campionato. Stavolta nemmeno la Var rovina la festa e sul fischio finale di Sozza la gioia è incontenibile. Stavolta la fortuna aiuta Italiano e la sua squadra. Viva.

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