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Cadimare, il progetto ritorna in commissione. Il Comune: “Stiamo lavorando in tempi rapidi per le varianti”

Il progetto di Cadimare ritorna in commissione

Da una commissione all’altra, passando per un consiglio comunale partecipatissimo e un percorso di mesi. Il tema di Cadimare smuove innanzitutto i suoi abitanti che tornano a Palazzo dimostrando soprattutto di non voler mollare la presa rispetto alla loro diffusa contrarietà al progetto di riqualificazione voluto dal Comune della Spezia. La terza commissione, presieduta da Stella Pollina, parte con le parole dell’assessore ai Lavori pubblici Pietro Antonio Cimino che per sommi capi ribadisce quanto detto nell’ultimo consiglio comunale e nelle occasioni precedenti rispetto alla genesi di un progetto che ritiene sia stato sufficientemente condiviso con le associazioni e avviato nel lontano 2007 proprio su richiesta del borgo. “Il progetto definitivo lo abbiamo presentato il 22 maggio agli abitanti di Cadimare e in quella sede furono fatte diverse considerazioni, problematiche e richieste. Annotazioni che l’amministrazione ha recepito – insiste Cimino -e il giorno dopo perveniva una osservazione da parte di abitanti secondo i quali il progetto illustrato non andava bene per la problematica del verde non ritenendo opportuno realizzare una cucina costruita per essere data in gestione a chissà chi anche se, visto che sarebbe stata costruita in suolo di Demanio marittimo, non sarebbe stato possibile darla in gestione a nessun altro. Seguono diverse commissioni Controllo e garanzia, alcuni passaggi in consiglio comunale e un ricorso al Tar per bloccare i lavori ma il procedimento non è andato avanti perché l’esposto fu ritirato. Il 17 gennaio veniva inviata una lettera alla Soprintendenza per bloccare i lavori mentre il 22 gennaio non mi presentai all’incontro a Cadimare perché uscì sul giornale l’organizzazione di quella riunione. Il 30 gennaio abbiamo ascoltato le richieste per le modifiche progettuali che poi abbiamo sottoposto alla ditta e nei giorni successivi furono chiarite le richieste degli abitanti con la variante al progetto. Riduzione dello spazio edificabile, riproposizione degli spazi ambientali e altre richieste che abbiamo formalizzato e scritto spiegando che sarebbero state accolte. La delibera di giunta su tutto questo è del 19 febbraio, giorno del consiglio comunale. Successivamente alcune associazioni hanno chiesto di incontrare il sindaco cosa che poi è avvenuta”.

Il dibattito si apre con le parole del commissario Fabio Cenerini che contesta, come già aveva fatto nel passato, la ricostruzione offerta dall’assessore: “Ho parlato coi cadamoti anche l’altra sera: il progetto non ha preso corpo secondo le loro richieste. Lo hanno scritto in uno striscione e si sono presentati in 236 per dirlo”. E ancora: “Il protocollo d’intesa? Beh, fu definito carta straccia poi è stato ritirato fuori all’ultimo momento. E poi a proposito della cucina per le sagre: ma tu per fare 5 fine settimana all’anno fai una cucina da 200 metri quadrati… chiaro che ti venga in mente un ristorante. Altra cosa non vera: l’Adsp non ha dato in gestione l’area se non dopo che erano stati presi i fondi del Pnrr. E, scusate, dov’è la variante al progetto? Non vorrei che tra venti giorni vengono a dirci che devono andare avanti così per non perdere i soldi del Pnrr. Ci porti dei fatti, assessore, degli atti firmati, se c’è un accordo con gli abitanti lo voglio vedere e certamente gli stessi cadamoti non avranno nulla da dire. Vorrei vederlo perché non mi fido”.
In un altro intervento Cenerini si sofferma sulla reazione degli abitanti, non certo concilianti: “Vorrei ricordare che hanno presentato ricorso al Tar: evidentemente non erano d’accordo sennò non avrebbero presentato l’esposto. La verità è che se fossero venuti venti persone in consiglio e non 200 si sarebbe andati avanti così. Si è variato un progetto perché i cadamoti si sono presentati in consiglio”.

“I tecnici stanno elaborando le varianti, l’iter è già avviato con la delibera di giunta approvata con l’accoglimento delle richieste”, replica l’assessore, prima di lasciare la parola all’ingegner Alessandro Trapani.
“Le richieste tecniche sono state accolte a partire dalla riduzione del volume edificatorio (che è di 100 e non 200 mq) per il quale abbiamo avuto indicazioni positive dalla ditta. Le altre richieste andavano analizzate prima con la Soprintendenza e poi con l’impresa che ci ha dato alcune indicazioni. Abbiamo fatto delle bozze e tendenzialmente la maggior parte delle richieste è stata accolta. Stiamo lavorando in tempi rapidi, parlando anche in Questura e Prefettura e presto ci sarà la Conferenza dei servizi per arrivare in fondo”.

Il consigliere di opposizione Andrea Montefiori pone la più classica delle domande retoriche: “Perché si è arrivati a questo risultato solo nel consiglio comunale in cui hanno partecipato 236 cadamoti? Credo che il vulnus iniziale sia quello di non aver fatto un vero percorso di partecipazione”, sostiene.

“Non ci siamo arrivati il 19, ma qualche settimana prima – afferma Cimino -. Nel confronto con le associazioni l’idea progettuale proposta dalle associazioni è arrivata solo nel mese di dicembre. Quando ci hanno presentato l’idea progettuale l’abbiamo presa in considerazione. Si poteva iniziare prima, se avessimo avuto prima gli elementi su cui lavorare”. Sipario, almeno per ora.

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