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Natale e Giannetti: “Per Toti Spezia è da vendere al miglior offerente, meglio se in cambio di garanzie sul suo futuro politico”

Giovanni Toti

“Spende parole agghiaccianti su tutti i nervi scoperti della città. Sminuisce la tragica situazione sanitaria dell’Asl5, dopo aver detto che il Felettino sarebbe stato pronto ad agosto del 2020 ora rilancia altre date che posticipano sempre l’inizio dei lavori e impegna l’asl 5 (mettendola in ginocchio) per 25 anni a pagare 10 milioni di euro al privato, 90.000 cittadini liguri rinunciano a curarsi e altrettanti spendono più di 1.000 euro all’anno per farlo. Parla di una restituzione dell’area Enel al mercato anziché prevedere un confronto con la città attraverso l’ideazione di una pianificazione capace di mettere insieme sviluppo e recupero ambientale. Anche sul futuro della Palmaria dimentica, o almeno fa finta, che si tratti di un parco naturale regionale e non invece di un fortino da depredare e parla del Ponte sullo Stretto ma non dice una parola sulla Pontremolese.

Tra uno slogan televisivo e l’altro sugli ultimi, parlando per frasi fatte di occupazione e sviluppo, dimentica anche il fallimento del piano Restart per le liste d’attesa e la totale assenza di misure per il lavoro delle nuove generazioni e per l’abitare nel nuovo bilancio regionale. In otto anni ci ha consegnato una regione senza politiche industriali di sviluppo, con intere generazioni in fuga e con solitudini sempre più marcate e diffuse, senza mostrarne la minima consapevolezza.

Come accade anche nel nostro Comune, per Toti e Peracchini l’importante è ricoprire le brutte notizie di paillettes e lustrini, o meglio ancora montando palchi, Mediaset o meno, che ormai rappresentano lo stile politico non soltanto di capodanno ma anche del resto dell’anno. Un varietà dell’orrore pagato (non solo metaforicamente) dai cittadini”.

Davide Natale, consigliere regionale e segretario provinciale Pd
Martina Giannetti, capogruppo Pd in consiglio comunale

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