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L'iniziativa dell'associazione italo tedesca

‘Die Abetiner’ ora anche in italiano: “Dalla penna di Kalenter una Vigata ante litteram”

La presentazione sabato 27 maggio nella sala consiliare di Lerici.

Lerici

Abeti: un nome di fantasia, dietro il quale ben pochi immaginano si possa celare la nostra Lerici, dove Ossip Kalenter ha soggiornato sia negli anni Trenta che nel Dopoguerra e che è stata fonte di ispirazione per la sua opera Die Abetiner. Pubblicato fino ad ora soltanto all’estero e in lingua tedesca, grazie alla lodevole iniziativa della Associazione Italo Tedesca della Spezia, patrocinata e sostenuta dal Comune di Lerici, il libro finalmente oggi si troverà in libreria anche in italiano, nell’edizione di De Ferrari Editore, arricchita dalle illustrazioni di Gunter Bohmer. La nuova edizione sarà presentata venerdì 27 maggio 2022 nella sala consiliare di Lerici alle ore 17.00. “Come amministrazione, e come lericini, moderni ‘abetini’, non possiamo che ringraziare per la possibilità che ci viene offerta di leggere quest’opera dove, a tratti, ritroviamo atmosfere, personaggi, luoghi, colori e sapori della nostra terra, restituita dallo sguardo di un cronista – ma anche di un turista – del passato”, le parole del sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti, che ha curato l’introduzione del nuovo volume.

Kalenter, come moltissimi intellettuali europei, ha amato Lerici e l’ha frequentata per tutta la vita,
conoscendone gli abitanti, che in Die Abetiner diventano i protagonisti di vicende rivisitate dalla fantasia dell’autore. E’ così che possiamo imbatterci, tra le vie e il lungomare di Lerici, nei lericini del passato, degli anni Trenta e ma anche di epoche più remote, di cui evidentemente Kalenter aveva sentito parlare.
“Questo scrittore ha creato, in tempi non sospetti, una ‘Vigata ante litteram’ (l’immaginario comune siciliano in cui Andrea Camilleri ambienta le storie del commissario Montalbano, ndr) dove ambientare le proprie
novelle, incorniciate da un paesaggio letterario suggestivo e affascinante, facilmente identificabile con il
nostro Golfo e i suoi dintorni – prosegue il sindaco Paoletti – L’autore ha dimostrato affetto e ammirazione nei confronti della sua Abeti, la nostra Lerici, in diversi passi del suo racconto, come nel malinconico capitolo di chiusura”.
“…per chi è cresciuto ad Abeti, è andato a scuola, si è sposato, ha avuto dei figli e vi ha trascorso tutta la vita, e anche per chi vi si è fermato solo per il tempo che impiegano gli ulivi a crescere di qualche spanna… non c’è niente di peggio al mondo che dover lasciare Abeti”, il passo pieno di nostalgia con cui l’autore si accomiata dai lettori.

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