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"se c'è una mela marcia è la politica per prima che la deve allontare"

Musumeci a Deportibus: “Il mare è la carta vincente che non è mai stata giocata”. Su Toti: “Sono garantista. Dimissioni? Una scelta che deve fare lui”

“Il mare è la carta vincente del mazzo che non è mai stata giocata, soprattutto in alcune regioni”. E’ una delle frasi pronunciate dal ministro delle Politiche del mare Nello Musumeci nel corso dell’intervista che ha aperto i lavori di Deportibus, il festival dei porti che collegano il mondo in corso nel Cruise terminal di Largo Fiorillo. Durante il dialogo con la vice direttrice del Tg La7, Gaia Tortora, sono state affrontate le questioni legate al mare e alla blue economy, ma anche quelle dell’attualità ligure e spezzina, caratterizzate dagli arresti eccellenti della giornata di martedì e dai nuovi filoni di indagine che emergono di giorno in giorno.

Musumeci ha spiegato la scelta di stilare un Piano del mare. “Questa risorsa è poco considerata, non è mai nominata nemmeno nella nostra Costituzione. Il 10/15 per cento degli italiani non ritengono di vivere in un Paese di mare, lo considerano solamente da giugno a settembre. Per questi motivi il governo ha costituito una struttura che dimostra quanto creda in questo elemento e nelle sue potenzialità. Verga diceva che il mare non ha paesi, appartiene a chi sa ascoltarlo. E in Italia manca un luogo in cui le politiche del mare si ritrovino per elaborare una strategia comune: ben 11 ministeri su 24 si occupano di mare, ma non si incontrano mai. E questo si traduce in tempi morti, per esempio nella progettazione e realizzazione delle infrastrutture, che per un Autorità di sistema portuale significano diseconomie. Per questo è stato costituito un tavolo interministeriale che pone gli obiettivi da raggiungere: sono una ventina”. Musumeci ha spiegato che si tratta di elementi in evoluzione, da portare a termine senza scadenza precise e tra questi ci sono la nautica, il Codice della navigazione e la subacquea.

In particolare il ministro ha ricordato il lavoro del Cipom relativo al diportismo nautico. “In Italia abbiamo 160 mila posti barca, che sono pochi. Nostre le nostre siano coste particolarmente interessanti soprattutto per un turismo non di massa e con portafogli pieni. Ma per la creazione di nuovi porti turistici ci sono lungaggini tecniche e burocratiche. Dobbiamo migliorare sotto questo aspetto, anche perché, fatta salva la salvaguardia dell’ambiente, la presenza di un porto riqualifica la costa e porta sviluppo”.

Infine l’intervento sulla sugli effetti delle inchieste delle Procure della Spezia e Genova in Liguria. “Toti è un mio amico, siamo stati colleghi quando guidavo Sicilia. Mi dispiace per quello che è successo e sono certo che riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Sono un garantista e se passa il principio per cui gli arresti domiciliari possano porre fine a una carriera politica consacrata dal popolo mettiamo in discussione i principi fondanti della nostra democrazia. Poi – ha proseguito – c’è il tema dell’opportunità, ma questa è legata alla sensibilità di ognuno”.
Sulle dimissioni chieste da più parti a Toti: “Fratelli d’Italia è stato chiaro: sono valutazioni che deve fare innanzitutto Toti. Mi fa rabbia veder gridare allo scandalo e chiedere le dimissioni senza aver letto carte, ma basandosi solamente su qualche titolo di giornali. Inoltre il fatto che ci troviamo a poco più di 20 giorni dalle Europee mette qualche dubbio”.
In chiusura Musumeci ha attaccato duramente una parte della magistratura e una parte della politica: “Se avanza la magistratura significa che ha perso la politica. O recuperiamo l’orgoglio nell’esercizio politica. Bisogna riconoscere il primato della politica altrimenti la magistratura continuerà ad avanzare su un terreno non suo. E questo non è solo colpa della magistratura politicizzata ma anche della politica. Ognuno faccia il suo lavoro. C’è tanta politica pulita, fatta di persone che lavorano con passione. Sì, c’è anche qualche mela marcia, ma non bisogna aspettare che arrivi procura. A quel punto è troppo tardi: è la politica stessa che deve mettere da parte una mela marcia”.

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