Si è tenuta all’Alberghiero Casini della Spezia una lezione particolare riguardante l’uso dei fiori in cucina. Coinvolte nel progetto le classi 3B (cucina), 3C e 3D di sala, coordinate dai prof. Stefano Maggiani e Luigi Manzo. Durante la lezione si è parlato della malva e dell’iperico, le cui piante sono presenti anche nei giardini della scuola. Si è affrontata anche la possibilità di usare queste piante in erboristeria.
“Le guarnizioni per i nostri piatti o i nostri cocktail possono essere rappresentate anche dai fiori eduli, cioè commestibili – spiegano dall’Istituto -. I fiori danno colore, profumo e sapore. Ad esempio la borragine ricorda il cocomero, la calendula aggiunge un po’ di aspro, i bei fiori della rucola un pizzico pepato. Non è strano mangiare i fiori, ma se ci pensiamo bene lo facciamo già. Basti pensare ai fiori di zucca o a quelli di acacia, fritti. Ai quali si aggiungono i broccoli, i carciofi, i cavolfiori, tutte le infiorescenze di piante. In Cina lo facevano già migliaia di anni fa, così anche i Romani e in Inghilterra, dove nel periodo vittoriano le rose erano usate per una gran varietà di piatti. Non tutti i fiori raccolti in giardino possono essere utilizzati. Alcuni sono velenosi, altri invece andrebbero evitati, soprattutto o se si usano pesticidi. L’ideale è comprarli da negozi specializzati”.
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