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Nello stesso anno il re inaugurò il palazzo degli studi

Cent’anni fa nasceva la Provincia della Spezia. E un secolo dopo c’è ancora chi sogna Lunezia

Mussolini era da pochi mesi presidente del Consiglio, quando gli spezzini salutarono l’arrivo del 1923, esattamente un secolo fa. Erano i mesi dell’ascesa del fascismo, che avrebbe preso sempre più il controllo delle vite degli italiani per i 20 anni a venire. Ne fu un segno la spedizione antifascista che tra il 23 e il 27 gennaio provocò la morte di sei oppositori del regime.
Ma se le vicende politiche erano cruente, la vita del territorio era invece piena di novità e sviluppo: La Spezia si dota di un terzo piano urbanistico e si arricchisce di nuovi edifici e monumenti.
Su disegno di Oreste Rossi, viene costruito il Tribunale nell’attuale Via Gramsci: dal 1998 il suo edificio, ristrutturato, diverrà sede del Camec. Nello stesso anno l’architetto Franco Oliva edifica Villa Marmori, mentre il 23 maggio è il turno dell’inaugurazione del Palazzo degli Studi di Piazza Verdi avvenuta addirittura per mano del re Vittorio Emanuele III: l’edificio è progettato dall’architetto Armando Titta e da allora diventerà anche la sede del Liceo Classico “Lorenzo Costa”, già nato, per regio decreto, nel 1885.

Ma quel che più di ogni altra cosa rese il 1923 memorabile fu la nascita della Provincia della Spezia.
La votazione del parlamento riporta la data del 30 agosto, mentre il decreto firmato dal sovrano che solo pochi mesi prima era in riva al Golfo è datato 2 settembre e l’atto sarebbe entrato in vigore il 21 dicembre.

La definizione dei confini amministrativi, però, non rispecchiò né la storia né le richieste dell’epoca. Ubaldo Mazzini, che sarebbe morto poche settimane prima dell’istituzione della Provincia, e Ubaldo Formentini erano solamente le punte di diamante di un nutrito gruppo di intellettuali che sosteneva la tesi della Spezia erede di Luni in terra di Lunigiana. Non a caso uno dei momenti determinanti nella formazione della Provincia è il convegno pontremolese del 1892 da cui tutto partì.
I confini tracciati nel 1923 hanno però incluso il circondario del capoluogo e non hanno dato riscontro alle richieste della terra di Lunigiana, creando di fatto una provincia dimezzata, un corpo mutilato che ancora oggi, a un secolo di distanza, sogna di potersi riunire nell’ideale Lunezia.

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