“Premetto che faccio parte dei noleggiatori di barche che vivono e risiedono alle Cinque Terre e devo dire che il nuovo disciplinare è altamente discriminatorio nei nostri confronti. Si vuole istituire una ztl marina entro il 2025 e ci viene chiesto di montare un motore elettrico o ibrido sulle nostre barche. Questa iniziativa è penalizzante in primis nei confronti di noi autoctoni che si trovano di fronte una serie di problemi enormi.
La prima è che nelle marine dei borghi non ci sono attualmente le infrastrutture necessarie, ovvero le colonnine di ricarica, per poter far fronte a questo tipo di motorizzazioni. Il secondo è che molti di noi dovranno cambiare barca, perché spesso non hanno la portata e lo spazio necessario per fare le modifiche necessarie a elettrificarle.
Alle ultime riunioni la presidente del Parco nazionale Donatella Bianchi e il direttore Patrizio Scarpellini si facevano a parole portatori delle istanze dei residenti. Nei fatti però viene avvantaggiato solo ed esclusivamente chi viene a lavorare da fuori. Chi viene dalla Spezia, per esempio, avrà una stazione di ricarica presso il molo di partenza e inoltre potrà usare il motore endotermico per ricaricare le batterie nel tragitto dalla città all’area marina, in cui scatta l’obbligo di andare in elettrico.
Si vuole l’elettrico alle Cinque Terre? Il Parco paghi le barche nuove o le modifiche necessarie, poi munisca ogni marina con una colonnina per ogni mezzo a noleggio e solo dopo istituisca la ztl. La sensazione è che abbiate deciso tutto senza confronto con noi barcaioli delle Cinque Terre. E mi meraviglio che il sindaco di Riomaggiore e di Vernazza abbiano firmato questo disciplinare.
Noi locali abbiamo già investito migliaia di euro in questi anni, alcune attività anche più di centomila euro, per inseguire regole che cambiavano sempre e con la scusa che le decisioni arrivavano dal ministero dell’Ambiente. La ztl marina non può nascere sulla pelle di chi vive alle Cinque Terre e qui si è creato un lavoro dal niente, portando avanti tradizioni secolari e conoscono le vere emergenze del territorio. Tra queste discariche a cielo aperto, sentieri malcurati, fogne che scaricano appena qualche metro fuori dalle nostre marine, lì dove poi residenti e turisti fanno il bagno, scarsità di servizi igienici, fondali da pulire. Per i quintali di plastica e altro materiale inquinante che noi barcaioli ogni anno raccogliamo in mare non esiste un centro di raccolta dedicato.
Sta a cuore anche a noi l’ecosistema, ma il Parco ha per statuto la preservazione della vita, del lavoro, dell’economia e delle tradizioni di chi risiede all’interno del Parco nazionale delle Cinque Terre. Dal prossimo anno invece rischiare di obbligare oltre trenta famiglie a trasferirsi alla Spezia per poter svolgere il proprio lavoro. In pratica state dando un contributo allo spopolamento dei borghi”.
Yuri Marcotti