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"chiediamo l'ascolto"

“L’unitarietà della Lunezia darebbe una mano felice alla politica”

La lettera dell'associazione culturale ai partiti.

L'Appennino visto dalla Spezia

L’associazione culturale Lunezia scrive alle segreteria dei partiti italiani. Una lettera aperta, a meno di due mesi dalle elezioni politiche, in cui si chiede “a ogni partito politico di prendere in considerazione quanto viene proposto dai loro elettori, anche di quei Collegi elettorali che non rientrano del tutto nel territorio luneziano (“La Lunezia minor contempla le province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza, La Spezia, Massa Carrara”, rammentano gli scriventi, ndr), convinti come siamo che Lunezia potrebbe rappresentare un’esemplarità per tutto il territorio nazionale, a fronte, certo, di una rivisitazione di carattere istituzionale e costituzionale, attinente soprattutto all’Istituto regionale, tracciato, diciamo la verità, con un lapis spuntato e per confini geografici in disprezzo verso gli abitanti. Vogliamo ricordare alle sigle partitiche che il brano di territorio da farsi è sublime per Storia, risorse ambientali e potenzialità produttive di enorme ricchezza e varietà. Il territorio luneziano è attraversato, infatti, dalla via Francigena o Romèa, un percorso tracciato nella storia dalle genti del nord Europa che si dirigevano a piedi verso Roma e i luoghi di culto. E ciò ha comportato interazioni e insediamenti e dunque conoscenza e produttività. L’attualità può avvalersi di tanto bendiddio per creare una politica moderna e rispettosa dei cittadini di ieri e di quelli di oggi”.

“Le vie di comunicazione – prosegue la lettera – s’avvalgono già di arterie come l’autostrada della Cisa e, ci auguriamo, di quella chiamata Reggio-Mare, nonché della ferrovia Pontremolese, di cui s’aspetta il raddoppio da decenni. Per non dire dell’arte culinaria, per non parlare del campo musicale, per non dire della Lunigiana e dei suoi tesori nascosti, per non parlare del marmo di Carrara e della bellezza delle Cinque Terre, un business turistico a tutto tondo in termini d’interazione, per non fare riferimento al campo letterario, per non parlare del glorioso artigianato e della piccola industria familiare. Qualcuno potrebbe obiettare che tutto questo c’è già. Certo, c’è già, ma diviso e assai poco edificante sul piano politico. L’unitarietà di un tale territorio darebbe una mano felice alla Politica, agevolando e snellendo l’atto amministrativo per chi voglia intraprendere e trarne benefici economici”. La richiesta ai partiti politici “è soprattutto quella di osare per incamminarsi verso sentieri inediti della politica, atti a soddisfare il corpo della vita, il suo intelletto e la sua spiritualità. Ma soprattutto chiediamo l’ascolto, dato che nasce da qui la felicità politica di un Paese straordinario come l’Italia, che non può essere venduto né colonizzato”.

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