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"ferma contrarietà"

“Aumento del rischio, rotta con troppe interferenze e innalzamento delle emissioni”, le osservazioni di Legambiente e Associazione Posidonia

Percorso autobotti GNL

Anche Legambiente e Associazione Posidonia hanno presentato le loro osservazioni contro la richiesta di accosto e concessione di Calata Malaspina per lo sbarco di autobotti cariche di gas liquefatto provenienti via mare dal terminal di Panigaglia.

Il circolo spezzino di Legambiente respinge con fermezza la proposta e afferma che “appare evidente che il fattore di rischio, sia nell’attracco di più navi contenenti gas liquefatto in banchina che il successivo trasferimento di parte di questo in autobotti e il conseguente approdo, aumenterà in maniera considerevole e quindi inaccettabile in un golfo in cui già adesso sono presenti situazioni di allarme e sicurezza”.
“Venendo alla richiesta, non si può dimenticare che è stato deciso l’aumento del transito di metaniere (circa 90) l’anno e che per questa modalità e per lo stesso progetto “small scale” il Mite ha ritenuto di non dover sottostare alla Valutazione di Impatto Ambientale, nonostante le prese di posizione di associazioni e comitati dei cittadini, tra cui la scrivente”, prosegue Legambiente La Spezia.
Ancora dalle osservazioni dell’associazione ambientalista, a firma del presidente provinciale Stefano Sarti: “Balza evidente agli occhi che queste proposte, collocate in un Golfo come quello della Spezia, con ingresso e uscita della stragrande maggioranza dei traffici marittimi (quelli industriali, portuali, energetici, militari e naviglio privato) aumentino le interferenze, di carattere ortogonale, con attività succitate e quindi le possibilità di contatto e speronamento, e finanche i rischi connessi alle condizioni atmosferiche (l’aumento di onde potrebbe rendere problematico il trasporto di un simile carico eccezionale). Per citare un’altra problematicità quale titolo di esempio, da alcune testimonianze si evince che “alcune tipologie di navigli, quali ad esempio i rimorchiatori, vanno a una velocità tale che anche inavvertitamente alzano onde”.
Con questo progetto avremo aumentato il rischio su due fattori: arrivo di navi metaniere in più e decine e decine di transiti su bettoline come del resto ammesso dalla stessa Gnl Italia nell’esemplificare il suo progetto e nella richiesta di concessione”.
Per Legambiente, inoltre, è incomprensibile, la richiesta di concessione e sbarco in Calata Malaspina: “La rotta tra terminal di Panigaglia e Calata Malaspina interesserà moltissime rotte di strutture/porti/cantieri/imbarchi/porticcioli con naviglio privato sparsi nello specchio del Golfo. Le autobotti sbarcheranno a Calata Malaspina, adiacenti ad attività portuali significative come quelle commerciali, delle merci e crocieristiche con i passeggeri, interessando e mettendo a rischio non solo strutture ma anche persone.
Altro elemento critico è la presenza nell’area a mare interessata, del Santuario Pelagos per la protezione dei mammiferi marini nel Mediterraneo. Non solo, ma siamo anche in presenza di aree Zone speciali di conservazione, nonché la vicinanza a tre importanti parchi naturali, quello regionale di Porto Venere, l’altro regionale di Montemarcello – Magra – Vara e quello nazionale delle Cinque Terre. Si contrasta poi con l’obbiettivo europeo del 2030 di riduzione del 55% delle emissioni climalteranti; in questo senso il metano è un gas significativamente negativo per il clima. Gli impianti che trattano gas (rigassificatori ed altri tipi di impianti, compreso Panigaglia) rilasciano in atmosfera miliardi di metri cubi di metano per colpa delle cosiddette emissioni fuggitive. Risolviamo questo invece di aumentare le capacità produttive dei siti!“.
Infine Legambiente intende “richiamare anche il rischio terrorismo, che già sussiste per l’impianto di Panigaglia, che sarà senz’altro aumentato con il transito giornaliero di decine di autobotti con a bordo Gnl”.

Sulla stessa lunghezza d’onda le osservazioni presentate dall’Associazione Posidonia (consultabili integralmente qui). “La richiesta di Gnl Italia è conseguente ai lavori che sono previsti nella baia di Panigaglia per affiancare all’attuale rigassificatore un servizio di truck loading e di small scale, oltre al potenziamento già in atto che prevede di far arrivare 90 navi metaniere all’anno. Questo – afferma l’associazione – comporterà un significativo aumento dei rischi di incidente rilevante, compresi i rischi di attentati terroristici, all’interno della baia e in tutto il golfo, quando le autocisterne, 4 alla volta e per 13 viaggi al giorno, verranno caricate su una chiatta e sbarcheranno a Calata Malaspina, dopo aver intersecato tutto il traffico di imbarcazioni che, per lavoro o per diporto, solcano quotidianamente il nostro golfo. Ma la nostra contrarietà al progetto si basa anche sulla necessità di mettere un freno all’emergenza climatica che stiamo vivendo e che provoca morti e distruzioni. E’ ormai riconosciuto come il metano sia una gas altamente climalterante e che sia i rigassificatori che il trasporto via mare siano responsabili di una quantità enorme di emissioni. La comunità scientifica internazionale ha più volte lanciato l’allarme sulla gravità della situazione, dando anche indicazioni su come contenere l’aumento delle temperature prima che il danno diventi irreversibile, prima di raggiungere un punto di non ritorno”.
Siamo convinti che si debba andare velocemente verso fonti rinnovabili, che prolungare l’uso delle fonti fossili sia un grave danno per noi, per il nostro pianeta e per le generazioni future”, conclude Gabriella Reboa, presidente dell’Associazione Posidonia.

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