La promessa è che entro la fine del 2023 gli spezzini potranno godersi un nuovo tragitto pedonale verticale che unisce settecento anni di storia in un unico percorso di visita. Dal rifugio antiaereo di galleria Quintino Sella la cui entrata principale dà sulla centralissima Via del Prione alla sovrastante area con vista, dove fino alla Seconda Guerra Mondiale sorgeva il pluricitato ex Convento delle Clarisse. Parte integrante del progetto “La Spezia Forte” sarà un viaggio diviso fra mondo sotterraneo ed esterno e arricchirà l’offerta di visita di un centro città che necessita di “argomenti” per tenere nel comune capoluogo i turisti, attratti dal fenomeno Cinque Terre e, soprattutto per quel che riguarda gli italiani, dalle due perle del Golfo, Porto Venere e Lerici. Ogni luogo ha la sua storia, d’altro canto e Spezia ne ha una, anzi tante, spesso confuse e affastellate nella mancanza di documenti scritti, tipica lacuna dei territori periferici e di confine.
Lavori in corso per riannodare i fili della storia. Ad ogni modo il tunnel anti-aereo ospiterà un tour museale interattivo permanente che ricorderà a futura memoria i patimenti e le miserie subite dai cittadini in una Spezia bombardata per poi raggiungere ciò che rimane in piedi dell’antico edificio religioso che nel corso dei suoi quasi settecento anni ha svolto diverse funzioni. In galleria si procede come da programma. Sono serviti mesi di lavori innanzitutto per risanare il manufatto e renderlo così sicuro ad una futura fruizione quotidiana, concentrando le maestranze in primis nella risoluzione non banale del problema delle infiltrazioni per la qual cosa è stata infatti installata un’armatura ad hoc. La galleria sarà dotata di un nuovo fondo pedonale e un’illuminazione ad hoc che accompagnerà spezzini e turisti in un viaggio che contempla il periodo più nero del ‘900 europeo e che, una decina di anni fa, fu pionieristicamente rappresentato dall’iniziativa dell’associazione “Dalla parte dei forti” fra documenti, oggetti, costumi e ricostruzioni sonore. Come molti ricorderanno si poté camminare per alcune decine di metri, entrando da Via del Prione, mentre oggi quel percorso ha trova un’altra strada d’uscita nei pressi del campo da calcio del complesso della chiesa dei Santi Giovanni ed Agostino. Da questo punto di vista, le immagini stanno a dimostrarlo, i lavori sono proseguiti per riattivare un varco quasi dimenticato e riaperto, rimuovendo il diaframma di blocchetti prefabbricati che aveva chiuso l’uscita della lunga galleria e nascosto alla vista i resti delle volte della chiesa che sorgeva in questo luogo. Da tempo gli operai lavorano su due diversi livelli e i materiali vengono calati sul posto dall’area cantiere organizzata su Via XX. Preservate le memorie storiche, il cantiere procede ora per soddisfare le esigenze contemporanee con opere in calcestruzzo armato grazie alle quali sta prendendo forma il nuovo assetto del sito: l’obiettivo del recupero di questa parte del complesso è la rifunzionalizzazione dell’uscita di sicurezza dell’ex rifugio, restituendo il necessario decoro.
L’allestimento multimediale supplementare: “18 aprile – Il bombardamento”. Parallelamente le opere di consolidamento, la messa in sicurezza e la pulizia all’interno della monumentale galleria Quintino Sella, saranno di tipo conservativo con l’obiettivo primario di mantenere, laddove possibile, la connotazione delle superfici esistenti e di integrare l’esperienza della visita dell’ex rifugio con un allestimento multimediale. E in queste ultime settimane, con il procedere delle lavorazioni, l’amministrazione comunale ha deciso di provvedere alla realizzazione di un ulteriore allestimento multimediale denominato “18 aprile – Il bombardamento” nella parte terminale della galleria, per avvicinare maggiormente il visitatore all’esperienza del bombardamento più devastante che la città della Spezia abbia subito durante il secondo conflitto mondiale. Il tutto nel contesto di una particolare scenografia, impreziosita da un gioco di luce che conducono il visitatore a vivere l’esperienza emozionale attraverso accensione, intermittenza e spegnimento. coordinate con voci e video. Sarà una sorta di drammaturgia multimediale con testi, riproposizione di audio originali, citazioni e contenuti audiovisivi di una serie di videoproiezioni sulla parte alta delle pareti che rievocano gli attimi drammatici del bombardamento. E proprio nello stesso contesto sarà anche possibile farsi un’idea di quella straordinaria vita quotidiana con la produzione audio a più voci che evochi piccoli squarci di vissuto a cura di attori professionisti.
Una città sconvolta e distrutta in pochi giorni. Il colpa di grazia nella notte più dura del ‘900. Due bombardamenti devastanti, la città che il regime dipingeva come “invisibile di notte”, e quindi impossibile da colpire, completamente sconvolta. Nell’aprile del 1943 la Spezia conosce i due bombardamenti più pesanti della sua Seconda Guerra Mondiale, attacchi che rimarranno entrambi tra i più gravi mai subiti da una città italiana. Il primo arriva nella notte tra il 13 ed il 14 aprile, 208 Lancaster e tre Halifax inglesi si presentano sopra la città e scaricano circa 500 tonnellate di bombe per quello che allora diventerà il più pesante bombardamento su suolo italiano. L’obiettivo è l’arsenale e il porto, ma di navi non ne saranno affondate. In compenso il centro storico subisce danni gravissimi: palazzi, piazze, giardini e monumenti vengono disintegrati all’istante. Il colpo di grazia arriva quattro giorni dopo: tra il 18 e il 19 aprile 173 Lancaster e cinque Halifax sganciano più di 1.300 tonnellate di bombe, un attacco sostanzialmente non riuscito secondo la Raf che puntava a colpire la base navale. In verità il punto di mira è sbagliato e porta gli ordigni sul centro storico. I morti saranno 120, i rifugi antiaerei come il Quintino Sella, salveranno molte vite. Nel 2023 saranno trascorsi esattamente 80 anni da quella tragedia che lascia ancora oggi, negli occhi di chi non ha smesso da ricordare, tracce ben visibili.