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La provincia perde un parlamentare, ma bisogna tener conto del taglio

Oltre a Orlando e Pucciarelli, anche Paita e Frijia sono quasi sicure del posto a Roma. Traballa il seggio di Viviani

Le sezioni elettorali liguri sono state tutte chiuse. I numeri del voto politico 2022 sono definitivi e fotografano una volta per tutte un quadro regionale e locale stravolto rispetto alle Amministrative di pochi mesi fa, ma anche rispetto alle Regionali del 2020 e alle Europee del 2019. Mai, infatti, Fratelli d’Italia aveva staccato il ticket di primo partito e mai aveva ottenuto il voto di un elettore ligure su quattro.

Il quadro nazionale e regionale. Al proporzionale per Montecitorio, infatti, il partito di Giorgia Meloni ha raggiunto il 24,39 per cento, quasi uguale a quanto ottenuto per il Senato (24,40). Sarebbe stato tutto inutile senza Lega e Forza Italia, che contribuiscono a raggiungere a livello nazionale quel 43,79 per cento al proporzionale che insieme ai seggi ottenuti nei collegi uninominali (quasi tutti per il centrodestra salvo rare eccezioni, come l’elezione di Luca Pastorino a discapito di Sandro Biasotti) consegna la maggioranza nelle Camere, ma che al contempo assistono all’erosione di voti proprio a favore dei meloniani. Ecco allora che il Carroccio crolla in Liguria al 9,33 per cento (comunque più che in molte parti d’Italia) mentre Forza Italia arriva al 6,45.
Di fatto il partito di Salvini e quello di Berlusconi hanno dimezzato le loro performance rispetto al marzo 2018. Al contrario Fratelli d’Italia ha moltiplicato la sua percentuale per sei.
Male, anzi, malissimo la lista di Noi moderati, che non ha centrato l’1 per cento a livello nazionale e dunque vedrà i suoi voti dispersi nel proporzionale. E anche nella Liguria in cui Giovanni Toti si muove da padre padrone in quasi tutte le tornate amministrative ci si sarebbe atteso qualcosa di più del misero 2,12 per cento raccolto.
Dall’altro lato della barricata ci sono solo sconfitti, anche se il Movimento cinque stelle si consola per aver recuperato qualche punto percentuale rispetto a quello che riferivano gli ultimi sondaggi. Ma il raffronto vero va fatto sulle elezioni precedenti: quattro anni fa con il 30 per cento il M5S era saldamente il primo partito, in Liguria e in Italia, imprescindibile per costruire una maggioranza che potesse governare il Paese. Ricordi lontani: oggi la percentuale ligure si ferma al 12,78.
Nel centrosinistra il 22,49 per cento del Partito democratico pone la compagine del dimissionario Enrico Letta ancora una volta al secondo posto tra le forze politiche in Liguria, ma l’errore nella formazione della coalizione ha portato a una sonora sconfitta. Verdi e Sinistra e + Europa (che non avendo ottenuto il 3 per cento a livello nazionale non otterrà seggi dal proporzionale) hanno infatti ottenuto rispettivamente il 4,32 e il 3,33 per cento. Troppo poco per impensierire il centrodestra, anche per il fragoroso flop di Luigi Di Maio e Impegno civico.
Chiude il quadro dei partiti che saranno rappresentati in parlamento il cosiddetto terzo polo, la fusione tra Azione e Italia viva che ha convinto il 7,33 per cento dei liguri.

Gli eletti spezzini. I numeri riportati hanno portato all’elezione sicura e immediata di Stefania Pucciarelli, senatrice leghista uscente che ha avuto la meglio sugli avversari nel collegio uninominale del Levante ligure per il Senato, staccando di circa 8 punti percentuali Guido Melley.
Altro sicuro di un posto in parlamento è Andrea Orlando, ministro e deputato uscente, che, in qualità di capolista del Pd ha visto scattare immediatamente il suo seggio, vista la piazza d’onore guadagnata dal suo partito a livello proporzionale. Chi, al pari di Melley, non ce l’ha fatta nell’uninominale, è stato Daniele Montebello: il suo collegio ha visto l’affermazione di Roberto Bagnasco, parlamentare uscente di Forza Italia espressione del Tigullio. Nessuna possibilità di farcela anche per Manuela Gagliardi, deputata totiana che non ha avuto nemmeno una chance a causa del mancato raggiungimento della soglia dell’1 per cento da parte della lista Noi moderati. Un ragionamento che vale anche per Andrea Costa: il sottosegretario alla Sanità uscente era stato posizionato come capolista per la Camera, ma l’appuntamento con i Palazzi romani è rimandato.
Se la sono giocata nei collegi proporzionali anche altri quattro esponenti politici spezzini, con alterne fortune. E’ andata male per la grillina Federica Giorgi, candidata sia nell’uninominale che nel proporzionale per la Camera dei deputati: il 12,7 per cento del M5S è valso l’elezione per il capolista Roberto Traversi, mentre non è stato sufficiente per la consigliera comunale sarzanese.
Raffaella Paita, che si ripresentava come deputata per conto di Azione-Italia viva nel complicato calcolo di quozienti e resti dovrebbe essere riuscita a strappare la poltrona a Palazzo Madama, dove era candidata sia in Liguria che nel Lazio.
Candidatura fuori sede anche per Lorenzo Viviani, deputato uscente che la Lega ha deciso di proporre agli elettori del Veneto in un collegio proporzionale che avrebbe dovuto essere blindato, ma che con il tracollo del Carroccio anche nella regione di Zaia e il 35 per cento ottenuto da Fratelli d’Italia rischia seriamente di non farcela.
Chi invece dovrebbe giovarsi dell’exploit del partito di Giorgia Meloni è Maria Grazia Frijia, vicesindaco della Spezia che nel collegio proporzionale per la Camera era posizionata subito dietro al capolista Matteo Rosso e che, stando alle indiscrezioni che filtrano da Roma, dovrebbe poter esordire in parlamento, mettendo a segno un colpo inaspettato, ma non troppo.

Se tutte le ipotesi fatte dovessero trovare conferma il territorio spezzino perderebbe un rappresentante rispetto al record che aveva raggiunto di recente, con l’aggiunta di un ministro e due sottosegretari. I parlamentari spezzini dovrebbero quindi passare da cinque a quattro, ma in realtà non si tratta di una vera perdita, se si tiene in considerazione la riduzione del numero di deputati e senatori che è scattata proprio con questa tornata elettorale. Più di un terzo dei parlamentari è stato tagliato a livello nazionale, ma per lo Spezzino la riduzione dovrebbe essere di un quinto. Poteva andar peggio.

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