Ha lasciato l’arsenale marittimo per la seconda volta il Nazario Sauro. Il sottomarino che navigava per la Marina Militare con il distintivo ottico S518 torna a Genova, accolto da una cerimonia di benvenuto in grande stile. D’altra parte è una delle attrattive di maggior richiamo della zona del Porto Antico, accanto all’acquario e a Galata Museo del Mare. Per l’ex ammiraglio Dino Nascetti, che a tutta l’operazione di musealizzazione diede il via, è anzi una delle colonne portanti di tutta l’offerta “marinaresca” della Superba: “Ho l’impressione che il Sauro dia un contributo consistente nel mantenimento dello stesso museo. Diciamo che i genovesi gli affari li sanno fare”.
Fu lui nel 2008 a firmare la cessione a titolo gratuito dell’unità navale al MUMA, quando era Direttore generale degli Armamenti Navali per la Marina Militare. Negli anni successivi è stato animatore del movimento per portare un’iniziativa simile anche alla Spezia e colmare quello che è un vero paradosso. Sottomarini musealizzati si trovano a Genova, Venezia e perfino Milano. Non qui, la più antica base navale e città dove sono stati compiuti esperimenti e studi fondamentali per creare una “subacquea” italiana. Nel 1892 all’interno dell’arsenale cavouriano veniva varato il Delfino, il primo battello sommergibile della fu Regia Marina.
“Il direttore del museo con il quale avevo firmato il contratto di cessione del Sauro mi ha detto che il sommergibile è visitato da oltre centomila visitatori l’anno – ha analizzato Nascetti -. Conoscendo i costi sostenuti per il suo adattamento a battello-museo, e i costi correnti di gestione e manutenzione, mi è stato facile determinare che il pareggio fra i guadagni netti per la bigliettazione e l’investimento fatto dovrebbe essere stato raggiunto in appena 4 anni. Vogliamo fare cinque tenendo conto che nei primi anni i visitatori possono essere stati meno degli attuali? Un’ottima performance comunque”.
Si conferma dunque la grande attrattiva per il pubblico per questo tipo di offerta, a metà tra tecnica e storia. Nei suoi studi per un sottomarino spezzino, Nascetti aveva fatto calcoli più prudenti ma non meno incoraggianti. “Ero stato meno ottimista, ma calcolavo che la massa di pubblico che potesse fare una visita fosse di 30mila persone all’anno – ricorda -. Chiaramente Genova ha attorno altre attrattive di richiamo, come l’acquario, ma le nostre valutazioni per la Spezia erano comunque interessanti. In anni recenti poi si è consolidata l’industria delle crociere”. Nel caso genovese, decisivo il contributo della Regione Liguria.
Al Sauro, ospitato in queste settimane presso il bacino 2 per una serie di lavori di manutenzione, sono state sigillate le quattro casse di zavorra, così come i portelli dei tubi lanciasiluri, per evitare future infiltrazioni d’acqua. Inoltre si è optato per applicare un protezione dalla corrosione dello scafo tramite un sistema di corrente impressa. Infine la pitturazione che lo riporta a luccicare al Porto Antico.
“I prezzi della nostra musealizzazione e di quella genovese erano comparabili – conclude Nascetti -. La nostra forse un po’ più costosa perché non avremmo tenuto il battello in galleggiamento naturale, ma per un pescaggio di soli 3 metri. Peraltro sarebbero rimasti visibile sia elica che timone, visto che la parte immersa era minore. Penso sarebbe stato anche più interessante per i visitatori”.