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Chiusura con concerto e drag show

“Spezzini e spezzine non dimentichino la gioia e la bellezza che hanno invaso la città”

Il racconto del Pride.

Scatti di Luca Giacopinelli

Comunità LGBTQIA+ ma anche famiglie e giovanissimi hanno affollato ieri il primo La Spezia Pride. Primo atto il raduno in Piazza Brin, con gli interventi istituzionali da parte del comitato organizzativo, composto da CGIL, ARCI, Arci Canaletto, Andrea Giuliano, Liguria Pride, Collettivo Lato B, Majid Capovani, e di Lina Galore, madrina della manifestazione.  “Vogliamo una società diversa, libera, laica, femminista, transfemminista, antirazzista, ecologista, antispecista, antifascista e che rispetti pienamente la nostra Costituzione”, così in apertura Valentina Bianchini, presidentessa di RAOT e del comitato organizzativo. “La domanda non è ‘A cosa serve il Pride?’ ma ‘A chi serve il Pride?’ – le parole di Tania Lunghi, del comitato organizzativo -. Serve a tutte quelle persone che sono state marginalizzate o si sono sentite tali, che hanno subito ingiurie, discriminazioni, violenza, derisione e disconoscimento, che hanno vissuto nell’ombra con paura di esporsi e mostrarsi al mondo. Siamo qui per dire a quelle persone ‘Non siete sole’ e anche per lanciare alla città un messaggio: noi esistiamo e siamo tante”.

La Spezia Pride, foto di Luca Giacopinelli

“Molte delle personalità che si sono susseguite sul palco – raccontano gli attivisti – hanno ricordato la cancellazione del diritto d’aborto da parte della Corte suprema degli Stati Uniti e la sparatoria avvenuta a Oslo qualche giorno fa davanti a un club LGBTQIA+, e le vittime dell’odio misogino e omotransfobico: Carla, Cloe, Nevila e Sasha. Sono stati fatti vari focus anche sulla famiglia come luogo sicuro che talvolta si rivela essere il primo posto dove avvengono le discriminazioni più forti: tra il pubblico, durante queste parole, diversi adolescenti si sono stretti, il lacrime”.

La Spezia Pride, foto di Luca Giacopinelli

“Essere persone LGBTQIA+ in una città di provincia può essere un’esperienza non facile, se non totalmente disastrosa, violenta e stigmatizzante – dichiara una appartenente al Collettivo Lato B -. Se si ha il privilegio come me di far parte di un gruppo famigliare e amicale aperto, inclusivo o quanto meno non omofobo è possibile che il nostro percorso non sia costellato da così tanti ostacoli. Nonostante questo, non nego di aver dovuto aspettare di trasferirmi in un’altra città per poter fare il mio percorso di affermazione del mio orientamento con serenità e libertà perché qui non mi sentivo safe, per questo ciò che stiamo facendo oggi a Spezia è così importante: perché le cose devono cambiare e stanno già cambiando. Sono molto fiera di tornare a 34 anni per affermare la mia identità”.

La Spezia Pride, foto Luca Giacopinelli

Finiti gli interventi di apertura, il corteo si è mosso tra musica e colori lungo le strade del centro. C’era chi da bordo strada o dalle finestra faceva una foto o un video, chi salutava, chi si faceva prendere dal ritmo. La manifestazione è poi giunta al Molo Italia, dove si è ufficialmente conclusa. La festa però è continuata prima all’ARCI Canaletto e poi allo Shake Club fino a tarda notte, dove una moltitudine di persone ha ballato sulle note di Dj Nick Spinatelli, con l’intrattenimento del drag show Silvana della Magliana e dell’esibizione On Heels di Angelo Venneri. I festeggiamenti però non finiscono qui: oggi al De Terminal, dalle 18.00 all’una, proseguono con un concerto dei Palestrinas e un drag show di Regina Miami sulle note di Dj Simonini. “Facciamo la storia della nostra città qui, oggi e svegliamoci domani in una Spezia migliore! – conclude il comitato dell’organizzazione – Nella speranza che davvero domani gli spezzini e le spezzine non dimenticheranno la bellezza e la gioia che ha invaso la città”.

La Spezia Pride, foto Luca Giacopinelli

 

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