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Grazie fernando

Un “poeta” di squisita bellezza

In ricordo di Fernando Andolcetti.

Galleria Il Gabbiano, 1997

Quando un artista scompare, rende noi tutti più poveri, smarriti, senza un faro.
L’artista se ne andato, ma il suo lavoro resta, sta a noi approfittarne, non lasciar andare via anche il suo operato: deve rimanere ed essere divulgato, per Sua memoria e per arricchire tutti noi, e non solo i fortunati che l’hanno conosciuto ed apprezzato in vita.

Questa è la forza e la missione dell’artista, anche se folle agli occhi dei più.

Ho conosciuto Fernando Andolcetti e la galleria Il Gabbiano, con Mauro Manfredi e Cosimo Cimino tramite il Maestro Pietro Grossi, loro vecchio amico e assiduo frequentatore della città della Spezia, nel 1996 e l’anno seguente ho realizzato una mostra personale presso la loro storica galleria in via Don Minzoni. Sono seguite altre importanti collaborazioni, in esposizioni collettive sempre organizzate nella città.
Devo riconoscere che tutto quello che ho fatto successivamente, è in gran parte grazie al mio inizio, nella città della Spezia con gli artisti del Gabbiano (come è anche documentato nella recente mostra e pubblicazione al MAXXI di Roma When Sound Becomes Form) un “faro dell’indipendenza culturale e dello spirito avanguardistico della città spezzina” e non solo, al quale sono infinitamente grato.

La scomparsa del Maestro Andolcetti mi ha colpito profondamente, anche se erano molti anni che non lo frequentavo.

Ma lo pensavo intoccabile, come è colui che ha sensibilità e genialità nel vedere i colori ed ascoltare le immagini, per poi combinarli insieme. Come accade nella nostra realtà quotidiana, dove i segnali e le impronte del nostro passaggio, possono essere sublimate con rigore e purezza in due discipline: l’Arte e la Musica (vedere ed ascoltare), apparentemente distanti ma che il Maestro ha saputo combinare magistralmente.

L’ho rivisto in alcune foto recenti di Paola Zucchello, (che ha documentato con i suoi scatti, oltre ai miei interventi artistici al Gabbiano, anche molta storia della galleria, con cura dei dettagli e creatività), nelle quali lei riesce a mostrarci un ritratto del Maestro intenso e sofferente (non solo per l’età avanzata) ma anche perché così è la vita, di colui che passa una esistenza intera a cercare, per poter dare a tutti noi opere di squisita bellezza, che ci possono indicare un percorso che ci conduca al bello, contro e in opposizione al degrado culturale, sociale e ambientale che avanza…

Solo così l’umanità potrà salvarsi. Grazie Fernando

 

Sergio Maltagliati, Firenze 27 Novembre 2021

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