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"Cittadini conosceranno piano di emergenza dopo la scadenza dei termini per le osservazioni"

La minoranza del consiglio comunale portovenerese ha scritto alla Prefettura: "Aggiornamento non tiene conto dei siti militari, del cantiere Valdettaro, del fonte mare. E se ci fosse un incidente Porto Venere e Le Grazie rimarrebbero isolate".

Il serbatoio oggetto della simulazione

I consiglieri di minoranza del Comune di Porto Venere hanno inviato agli uffici della Prefettura della Spezia le loro osservazioni al piano Piano Emergenza Esterna (PEE) in fase di aggiornamento che verrà presentato al pubblico il 7 novembre a Porto Venere. Osservazioni di “metodo” innanzitutto, di “contenuto”, considerato carente un po’ in tutte le sue parti, e per le conseguenze dirette che interessano l’un unica arteria, che verosimilmente risulterebbe inagibile in caso di malaugurato incidente. “Il piano del 2008 ha valenza triennale – si legge nel documento – e risulterebbe quindi “scaduto” nel 2011, successivamente alla “prova di evacuazione” del 27 maggio 2010. Nella pagina della prefettura il 2 ottobre sorso è stata pubblicata la notizia che indicava il suddetto piano come in “fase di aggiornamento” con l’indicazione temporale di trenta giorni dalla pubblicazione della stessa per l’invio in forma scritta o telematica di eventuali osservazioni. In maniera incomprensibile tuttavia veniva indicata quale data di presentazione al pubblico del piano stesso il 7 novembre, alle 18, quando si terrà, presso la sala consiliare del Comune di Porto Venere, un’assemblea pubblica di consultazione della popolazione interessata. Un “assemblea di consultazione” a termini di osservazioni scaduti è un paradosso partecipativo che non riusciamo a spiegarci” – dicono i consiglieri, capeggiati dal capogruppo Saul Carassale.

I consiglieri osservano “la totale “non osservazione” dei siti militari, presumibilmente per ragioni di riservatezza strategica, seppur posizionati entro i 2 km del “cerchio di interesse”. Se la mancata divulgazione alla cittadinanza dei piani di sicurezza delle aree militari appare logica in tal senso, lo è molto meno la mancata valutazione ai fini della stesura dei PEE di impianti civili inistenti nelle medesime aree. Funzioni militari (traffico stradale, navale, presenza di personale, elementi o sostanze di potenziale interazione in eventuali incidenti, percorsi tubazioni ad esclusivo uso militare ecc) sono certamente elementi da considerare nella funzionalità e nelle direttive del PEE stesso nelle aree pubbliche. Si chiede altresì l’inserimento nei siti di valutazione anche del cantiere navale “Valdettaro”, che oltretutto è posizionato in pieno centro abitato (e utilizza quindi le stesse strade per una eventuale evacuazione di personale). Si osserva in generale la carenza di analisi del “fronte a mare” sia in termini di ingombri e traffico inistente durante le manovre ordinarie, con connesso rischio, sia per carenza di indicazioni sulle modalità di informazione e di comportamento di eventuali natanti transitanto all’interno dei 2 km di cerchio, in caso di incidente”. “Non abbiamo evidentemente possibilità di giudizio tecnico su quanto riportato, confidiamo nel pieno recepimento della direttiva 2012/18/UE e sul tempestivo adeguamento in tal senso in caso di variazione strutturale dell’impianto, sia per
sostanze trattate, sia per le modalità di trattamento ed istradamento delle stesse”.

Dall’oppsozione anche un monito sul cronoprogramma: “Rinnoviamo la raccomandazione di rispetto dei tempi di scadenza del piano, con adeguati tempi di coinvolgimento della popolazione. Una assembla di presentazione, con illustrazione del piano proposto, preliminare alla scadenza termini delle osservazioni appare il minimo necessario per garantire adeguata partecipazione. Si auspica anche una adeguata pianificazione delle prove pratiche che riguardano i normali cittadini, possibilmente con modalità “realistiche” e non pre-concordate come nel caso del 2010”. Infine la questione viabilistica, su cui, non è la prima volta, insiste l’ultima parte del documento, parlando di generale “debolezza”: “Vista la particolare natura della viabilità di questo comune, le comunità della Grazie e di Porto Venere in caso di incidente, anche non grave, sarebbero isolate. Ci domandiamo se non sia opportuno individuare un luogo idoneo per l’atterraggio di elisoccorso (non necessariamente da usare nell’ambito dell’incidente, ma anche solo per sopperire al blocco stradale conseguente) e di organizzare “per prassi” la permanenza nelle frazioni delle Grazie o di Porto Venere di mezzi idonei all’evacuazione via mare, risultando di difficile realizzazione una eventuale “strada alternativa” via Castellana/Campiglia”.

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