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L'intervento dell'esponente pci, ex consigliere comunale

Porto Venere, Carassale: “Annullare in autotutela tutti gli atti ricompresi nelle vicende giudiziarie”

Fabio Carassale
Fabio Carassale

L’ex consigliere comunale portovenerese Fabio Carassale, esponente del Partito comunista italiano e del gruppo Ambiente e progresso, interviene in merito alle inchieste che in questi giorni hanno visto disposti, tra i vari provvedimenti, gli arresti domiciliari per il presidente regionale Giovanni Toti e l’ex sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani. Afferma Carassale: “Le notizie hanno visto emergere, attraverso due comunicati distinti delle Procure di Genova e della Spezia, una serie di gravissime ipotesi di reato e di rapporti politico mafiosi che se confermati paleserebbero un sistema di potere spregiudicato e perverso. Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi di tutti e solo in pochi, negli anni, hanno denunciato le pericolose commistioni fra politica e affari, fra società e fondazioni create ad hoc per aggirare normative ed obblighi di trasparenza finanziaria”. Per Carassale, prosegue la nota, “nel Comune di Porto Venere Cozzani ha amministrato per ben due mandati, agendo principalmente su due piani: quello visibile, portato avanti con una sfacciata ed aggressiva propaganda comunicativa atta a nascondere il fallimento di dieci anni di mandato nascondendosi dietro generiche responsabilità riferite alle amministrazioni precedenti e quello meno visibile, più oscuro, instaurando legami poco chiari con alcune imprese e imprenditori del territorio ma anche promuovendo iniziative di dubbia legittimità attraverso la gestione di concessioni demaniali marittime (pontili e posti barca) legate all’associazionismo locale, attività ipoteticamente mirate a riscuotere dalle prime sostegno finanziario e dalle seconde sostegno elettorale. Sostegno elettorale che nelle elezioni 2018 fu importante e lo portò alla riconferma al secondo mandato; evidentemente il modello sperimentato a Porto Venere gli ha garantito una rapida carriera politica anche a livello regionale vedendolo approdare dapprima alla gestione della campagna elettorale di Toti e successivamente alle
funzioni di capo di gabinetto. Nel secondo mandato portovenerese, così come nel secondo mandato della Regione Liguria, la spregiudicatezza e l’arroganza verso le opposizioni e chiunque criticava le decisioni del ‘potere’ è stata ancora più forte, evidentemente sentendosi liberi di operare sfacciatamente, forti della legittimazione popolare”.

Prosegue l’esponente del Partito comunista italiano: “A Porto Venere sono diverse le operazioni che hanno fatto sollevare dubbi di legittimità e che in alcuni casi sono state segnalate alla Procura della Spezia per la valutazione di eventuali reati o alla Corte dei Conti di Genova per la valutazione di eventuali danni erariali: dalla scellerata gestione del verde pubblico con l’abbattimento generalizzato dei pini intorno al campo sportivo del Fezzano e su altre parti del territorio, a tutt’oggi ancora non ripristinati secondo i dettami della Soprintendenza, alla gestione delle aree demaniali marittime con le prospettate realizzazioni di nuovi posti barca e pontili galleggianti alle Grazie e a Porto Venere, al canale di Ria ancora oggi pericolosamente presente con il suo alveo ubicato sotto l’edificio scolastico attualmente utilizzato sia per la scuola media che per la primaria (i lavori del by pass sono ancora incompleti ed in ritardo di oltre un anno sulla tempistica preventivata). Molti altri i casi sollevati in Consiglio comunale riguardanti reiterate gestioni degli appalti di manutenzione dei posti barca comunali per centinaia di migliaia di euro, in contrasto con l’effettivo e pessimo stato manutentivo reale, con l’ammissione da parte della stessa maggioranza di lavori regolarmente fatturati e pagati ma non eseguiti (passerella pontili comunali delle Grazie), o riguardanti le spese necessarie a seguito del crollo stradale di via Olivo, preventivamente segnalato dall’opposizione e rimasto inascoltato, foriero anche di importanti disagi per la collettività, sino al caso eclatante del bando di cessione dell’edificio scolastico di Porto Venere. Rimangono altresì alquanto ‘curiose’ alcune operazioni urbanistiche pubbliche e private realizzate sul territorio come ad esempio la costruzione della nuova sede della Protezione Civile comunale, peraltro finanziata dalla Regione Liguria, costruita in area rossa esondabile ed inedificabile o come il via libera ad altre operazioni urbanistiche private a seguito di modifiche al vincolo cimiteriale o rinunciando alla prelazione come Parco Naturale Regionale, quest’ultima posta, oggi, nuovamente sotto sequestro. Partita a sé riguarda poi la strenua volontà mirata alla svendita del patrimonio pubblico e gli accordi per la trasformazione della Palmaria nella Capri ligure come prospettato dallo stesso Toti”.

Per Carassale, si legge ancora, “vista la fitta ‘relazione’ fra il Comune di Porto Venere e la Regione Liguria attraverso l’elemento di giunzione del sindaco / capo di gabinetto Cozzani sarebbe auspicabile rivedere tutti gli accordi riguardanti la Palmaria e rivedere altresì i pareri e le autorizzazioni rilasciate per quanto concerne il rigassificatore di Panigaglia, a nostro giudizio rilasciate in modo illegittimo dalla stessa Regione, e per le quali avevamo fatto espressa richiesta di annullamento in autotutela, a oggi rimasta senza riscontro. Alla luce di quanto fatto emergere dalle Procure sarebbe quindi necessario, sempre a nostro giudizio, provvedere in autotutela all’annullamento di tutti gli atti ricompresi nelle vicende giudiziarie in modo da ripristinare la legittimità e salvaguardare il nostro territorio. Vedremo come si muoverà in tal senso la ‘nuova’ amministrazione comunale guidata dall’avv. Francesca Sturlese, che, dall’insediamento avvenuto lo scorso anno, si è però sempre detta in continuità con le precedenti amministrazioni Cozzani”. Conclude la nota di Carassale: “Voltaire diceva «Il tempo è galantuomo e ristabilisce la verità»; dopo dieci anni di amministrazioni Cozzani, grazie al lavoro della magistratura, oggi emerge un ipotetico quadro allarmante di corruzione ed addirittura, a livello regionale, di rapporti politico mafiosi con Cosa Nostra, speriamo che questa raccapricciante vicenda smuova le coscienze e porti i nostri concittadini a rivalutare l’operato politico amministrativo del centro destra a tutti i livelli istituzionali a partire da quello comunale”.

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