La direzione di Acam Ambiente difende le scelte aziendali nell’ambito del licenziamento per giusta causa di una dipendente. E la direzione di Acam Spa conferma che “i dipendenti coinvolti nel rilievo dei fatti erano regolarmente in servizio”. Questo il contenuto del comunicato con il quale i vertici delle due società rispondo agli articoli pubblicati da CDS nelle giornate di venerdì 15 (qui) e martedì 18 settembre (qui).
Nello specifico Acam Ambiente intende precisare che “non sono in dubbio professionalità e buona fede delle persone che ogni giorno svolgono il proprio lavoro in azienda, e che mai eventuali errori commessi dagli stessi in buona fede durante l’esercizio delle proprie funzioni sono o saranno oggetto di sanzioni come il licenziamento. Tuttavia, pur senza entrare pubblicamente nel merito del provvedimento per ovvie ragioni di tutela della riservatezza della persona coinvolta, si intende sottolineare che quanto riportato dalle notizie di stampa non rappresenta pienamente quanto accaduto. In particolare si chiarisce che il provvedimento in oggetto è stato deliberato a valle di tutte le procedure previste dal contratto di categoria considerando anche la reiterazione nel tempo di comportamenti non corretti da parte della lavoratrice che hanno portato, inevitabilmente, all’applicazione progressiva di sanzioni sino a quella grado più elevato. Per tale motivo, pur manifestando tutta la disponibilità al confronto con le parti in causa e le organizzazioni sindacali, si ritiene che il confronto stesso debba avvenire nel rigoroso rispetto di procedure contrattuali e su piani coerenti con le stesse, anche e prima di tutto a tutela delle persone coinvolte”.
Acam Spa, nel confermare che i dipendenti coinvolti nel rilievo dei fatti erano regolarmente in servizio, risponde nello specifico alle accuse mosse all’assessore all’Ambiente Kristopher Casati (dipendente di Acam Ambiente distaccato in Acam Spa) e al quadro di Acam Spa Gianluigi Pagliari (presidente di Acam Ambiente) dal segretario provinciale della Uiltrasporti, Marco Furletti.
