Regione decapitata, il vice presidente Piana assume la reggenza. Gli scenari possibili per il futuro della Liguria

Il terremoto giudiziario che per il momento ha decapitato l’amministrazione regionale con l’arresto del presidente Giovanni Toti e del capo di gabinetto Matteo Cozzani, avrà immediate ripercussioni anche dal punto di vista amministrativo, oltre che sotto il profilo politico.
Con il presidente agli arresti domiciliari, infatti, scatta di fatto la sospensione dall’incarico che viene assunto dal vice presidente reggente, il leghista Alessandro Piana, che da assessore detiene anche le deleghe alla Pesca, Acquacoltura e Marketing territoriale.

Il quadro, in queste prime ore dopo la comunicazione della misura cautelare nei confronti di Toti, è ancora confuso e gli uffici di Piazza De Ferrari stanno valutando nel dettaglio il da farsi, anche sulla base dell’applicazione della legge Severino, il decreto che ha inasprito le norme relative al reato di corruzione, per il quale il presidente ligure è però solamente indagato e in attesa dell’udienza preliminare. In caso di revoca dei domiciliari, dunque, Toti potrebbe ritornare al suo posto e difendersi dalle accuse dei pm da presidente della Regione portando a termine il mandato, che scadrà nel 2025.

Sempre che la procura genovese non decida di applicare un’altra misura cautelare, ovvero la sospensione dall’esercizio del pubblico servizio e l’interdizione dalle attività inerenti gli uffici e i servizi svolti. In questo scenario Toti dovrebbe rassegnare le sue dimissioni lasciando ancora la reggenza al vice presidente Piana, che rimarrà in carica sino al voto anticipato, da celebrarsi nel giro di 60 giorni dall’atto di dimissioni, che potrebbero giungere anche senza l’interdizione dai pubblici uffici, nel caso in cui le accuse a suo carico dovessero spingere il presidente a rassegnarle in maniera volontaria o sotto la spinta di una richiesta di sfiducia presentata in consiglio regionale.