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Incontro con il cooperante paolo negro

La guerra in Siria spiegata agli studenti della scuola “Di Giona” da chi l’ha vissuta sulla sua pelle

Il cooperante Paolo Negro in Siria

A poco più di un mese dal rientro dalla Siria, Paolo Negro, ha iniziato quell’opera di informazione e divulgazione che rientra tra le ragioni che l’avevano spinto a partire a fine novembre alla volta di Qamishlo nella parte nordoccidentale del Paese dilaniato da anni di guerra civile e dove la situazione è sempre più tesa: come se non bastassero le bombe turche, i venti di guerra che spirano tra Israele e Iran complicano ulteriormente il quadro.
Questa mattina Negro ha svolto un primo incontro con gli studenti delle classi II e III della secondaria di primo grado “G. Di Giona” a Le Grazie.

“Ho raccontato l’esperienza della guerra in Siria, che dura da 13 anni senza avere più copertura mediatica, ma subito dopo abbiamo affrontato la lezione in modo storico-scientifico, evitando mistificazioni moralistiche e ideologiche. Partendo dalla differenza tra violenza potenziale e cinetica – racconta Negro a CDS – abbiamo analizzato l’evoluzione teleodinamica della guerra, che dall’approvvigionamento di schiavi e risorse nelle società antiche, ha raggiunto la massima entropia in subordinazione all’autonomia dei monopoli finanziari nella contemporanea epoca imperialista. Questa autonomia ha un riflesso anche nella forma bellica, che ha rovesciato completamente il rapporto uomo-arma: dagli scontri corpo a corpo dell’epopea di Gilgames e dell’Iliade, che ponevano al centro i soldati, abbiamo raggiunto un’era cibernetica dove comanda l’intelligenza artificiale, che quindi ha trasformato i militari in protesi delle macchine. Anche gli Stati, nati come ammortizzatori per lenire i conflitti sociali, oggi sono principalmente strumenti al servizio delle esigenze finanziarie, che conducono alla guerra. I dati – continua Negro – dimostrano ad esempio che tutti i governi negli ultimi decenni hanno aumentato a debito la spesa per gli armamenti e diminuito quella per l’istruzione”.
Al termine del dibattito i ragazzi hanno scritto una lettera da inviare ai loro coetanei di Kobane. Moltissimi i messaggi di solidarietà per la drammatica situazione e la volontà di lavorare da grandi ad una nuova società senza divisioni sociali e quindi senza conflitti. Parole che accendono il lume della speranza, anche in un momento in cui troppe cose sembrano andare per il verso sbagliato.

Le lettere scritte dagli studenti delle scuole di Le Grazie ai coetanei siriani

 

Le lettere scritte dagli studenti delle scuole di Le Grazie ai coetanei siriani
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