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Centi e lombardi

Tariffe treni, Leali a Spezia: “Regione usa Cinque Terre come un bancomat per la politica di Toti”

Turisti in stazione d'autunno
- Foto d'Archivio

“Se il presidente Toti fosse realmente interessato a salvaguardare le Cinque Terre e a gestire i flussi turistici verso questa splendida meta ligure, oggi dovrebbe ascoltare con attenzione le ragioni di chi ha protestato alla Spezia, senza provare a cavarsela con strampalati paragoni con il turismo di Venezia, della Svizzera o degli Stati Uniti”. A dichiararlo il consigliere regionale della Lista Sansa, e consigliere comunale di LeAli a Spezia, Roberto Centi e la consigliera comunale di LeAli a Spezia, Giorgia Lombardi.

“Con i nuovi piani tariffari è stato esplicitato il disegno di usare le Cinque Terre come bancomat per la politica di Toti – attacca Centi -. Grazie a questi aumenti su biglietti dei treni non si gestiranno meglio i flussi turistici, anzi, sempre più persone sceglieranno di raggiungere le Cinque Terre in auto, andando a intasare le strade già oggi sature di pullman di gruppi organizzati e di crocieristi, oltre a continuare a saturare le vie principali e persino i carruggi dei borghi. Inoltre con questa strategia aumenteranno i turisti ‘mordi e fuggi’, che per bilanciare l’aumento del costo dei treni non solo non si fermeranno a dormire, ma non consumeranno neanche più nei ristoranti come prima né acquisteranno dai produttori e dagli esercenti locali”.
“D’altronde – aggiunge Centi – basta prendere l’esempio della famiglia di Pavia che nel sabato di Pasqua ha speso 162,50 euro di treno per due adulti con tre figli minori. Come si può pensare che con un tale esborso per il treno questa famiglia possa spendere qualcosa sul territorio e un giorno ritornare?”. Per Roberto Centi e Giorgia Lombardi il nuovo quadro tariffario applicato alle Cinque Terre va ad inserirsi in una strategia politico-economica perseguita dalla Regione, per rendere i posti più belli della Liguria accessibili esclusivamente ai turisti facoltosi.

“I flussi turistici vanno gestiti in un modo diverso rispetto a quello economico – spiegano Centi e Lombardi-. È una visione classista pensare che l’unica soluzione sia pagare tanto per vedere un posto bello, escludendo di fatto dalla fruizione di luoghi meravigliosi come le Cinque Terre, ma anche San Fruttuoso di Camogli, la Baia del Silenzio di Sestri Levante o, come temiamo presto, l’Isola Palmaria nel Comune di Portovenere, tutte le persone meno abbienti”.

“Ricordo poi al presidente Toti – conclude Centi – che per le Cinque Terre stiamo parlando di un servizio pubblico di trasporto, il treno, che quindi ha poco a che vedere con gli esempi di tariffe di attrazioni private che lo stesso governatore ha fatto, dall’Empire State Building di New York, al Grand Canyon, fino al treno del Bernina in Svizzera”.

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