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Intervista al segretario provinciale

Parodi: “Fratelli d’Italia al lavoro da tempo per rivedere le tariffe ferroviarie per le Cinque Terre. Acca Larenzia? Imbecilli che non c’entrano con noi”

Davide Parodi

Prosegue, in questo inizio di 2024, il cammino di Città della Spezia che porta a conoscere meglio le opinioni dei rappresentanti della politica locale sui temi che toccano più da vicino gli spezzini. Dopo l’intervista a tutto tondo al presidente della Regione Giovanni Toti, leader indiscusso degli arancioni, nella giornata di ieri vi abbiamo proposto quella al segretario provinciale del Partito democratico, Iacopo Montefiori, e oggi, ritornando nell’alveo del centrodestra, è il momento delle domande a Davide Parodi, recentemente confermato coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, il partito che Giorgia Meloni ha portato alla guida del Paese.

Partiamo dalla sanità, tema di costante attualità. Le criticità, in questo periodo di picco influenzale, sono evidenti, ma che il comparto spezzino sia allo stremo è noto da anni. Qual è la vostra posizione in materia?
“La nostra posizione sulla sanità è di particolare attenzione: è l’attività primaria per una Regione e impiega circa il 90 per cento del bilancio regionale. Ma il tema non da considerare solo in termini economici, parliamo della nostra salute, quindi è chiaro che siamo molto sensibili al tema e penso che l’impegno del nostro coordinatore regionale Matteo Rosso, sempre vicino agli ammalati, sia lì a dimostrarlo per tutti noi. Oggi purtroppo la sanità qualche problema ce l’ha: bisogna migliorare. La Regione sta lavorando da anni e continuerà a lavorare per migliorare i servizi per i cittadini. A breve dovrebbero partire i lavori del nuovo ospedale e speriamo che con il nuovo Felettino ci sia un salto di qualità organizzativo e nel servizio, oltre che per quel che riguarda la struttura ospedaliera.
Ma ci sono diversi problemi difficili da risolvere, come il reperimento dei medici. Purtroppo da decenni l’iscrizione alla facoltà di Medicina è a numero chiuso e oggi ci troviamo di fronte a una forte mancanza di medici e anche se si dovesse andare ad allargare la possibilità di iscrizione all’università occorreranno anni prima che se ne percepisca l’effetto, vista la durata del percorso di studi dei laureandi in Medicina.
Nell’immediato bisognerebbe ragionare su un maggior coinvolgimento dei medici di base. Non è facile, la Lombardia ci sta provando in tutti i modi da anni. Bisogna trovare un equilibrio che sia funzionale anche per loro, così si andrebbe alleggerire un po’ la pressione sui Pronto soccorso, che non dovrebbe essere la prima sponda per i pazienti”.

Per settimane si è parlato quotidianamente del tema dell’aumento delle tariffe ferroviarie alle Cinque Terre. Sindaci, associazioni di categoria e opposizioni si sono scagliati contro questa decisione della Regione e di Trenitalia. Voi, come partito, che posizione tenete al riguardo?
“Ci siamo già mossi e stiamo cercando di andare a modificare questo provvedimento che riteniamo produca un danno all’economia provinciale. Uno studio dice già che si prevede un calo del turismo, che per le Cinque Terre in sé potrebbe non esser così grave visto che vanno preservate dal turismo di massa, però c’è da fare un ragionamento complesso che riguarda tutto l’indotto. Noi ci stiamo lavorando per capire quali sono gli spazi per modificare questa decisione. È vero che i proventi verranno destinati ad alleviare gli abbonamenti degli studenti e altro, però è anche vero che non può essere il sistema Cinque Terre a farsi carico di tutto questo. Quindi stiamo lavorando e interloquendo con l’assessore Augusto Sartori per capire quali sono gli spazi per alleggerire questa tariffa che ci sembra davvero troppo alta. Quindi noi ci stiamo lavorando: noi non siamo andati sui giornali, non abbiamo fatto polemica pubblica, ma stiamo lavorando per poter rivedere queste tariffe. La prima a muoversi e a cominciare a interloquire con l’assessore è stata l’onorevole Maria Grazia Frijia, che ha anche la delega al Turismo come assessore alla Spezia”.

Quale bilancio può tracciare del 2023 che ci siamo lasciati alle spalle?
“Dal punto di vista politico è stato sicuramente un anno positivo. Come Fratelli d’Italia siamo altamente soddisfatti di quanto è avvenuto in questi ultimi tre anni. Penso a quanto accaduto a livello nazionale ma anche alla mia riconferma, che spero sia una stata una scelta ponderata da parte di tutti per il lavoro svolto e per la crescita del partito. Io mi sono ricandidato proprio perché ritenevo di aver fatto un buon lavoro, altrimenti non l’avrei fatto. Tra l’altro il congresso è stato unanime, quindi penso che questa linea sia condivisa da tutti gli iscritti e i dirigenti di Fratelli d’Italia. Siamo passati dall’avere nulla, quando io sono arrivato nel 2018, ad avere prima un rappresentante in consiglio regionale, poi l’assessore in Comune, poi il vice sindaco alla Spezia, poi il deputato e infine il vice sindaco e il presidente del Consiglio comunale a Sarzana…  E’ chiaro che il bilancio è positivo. Ovviamente non ne prendo tutti i meriti. C’è una crescita nazionale grazie a Giorgia Meloni, altrimenti tutto questo sarebbe stato impossibile. Ma riuscire a declinare sul territorio lo sviluppo nazionale non è scontato. Ci sono territori che non l’hanno saputo fare. Noi siamo perfettamente in linea con le percentuali nazionali. Siamo la seconda provincia in Liguria come percentuale di voto a Fratelli d’Italia dopo Imperia e La Spezia è la prima città capoluogo. Siamo stati capaci di portare avanti un lavoro di radicamento che ci ha consentito di avere degli ottimi risultati: il voto delle politiche è un voto d’opinione, il voto delle amministrative è un voto che lo ottiene chi è radicato nel territorio.
Il 2023, però, sarà da ricordare anche per la perdita di Sauro Manucci, esponente di primo piano e storico della destra spezzina e protagonista dell’ascesa di Fratelli d’Italia: è stato una colonna del nostro partito, sia in alleanza nazionale sia in Fratelli d’Italia. Rimarrà nella storia per essere stato il primo consigliere regionale di destra eletto nella nostra provincia”.

L’anno appena iniziato sarà quello delle Amministrative per tanti Comuni spezzini. Vi state già muovendo?
“Sì, ci siamo più volte visti come centrodestra e la linea di Fratelli d’Italia, ma mi pare sia abbastanza condivisa, è quella di andare a valutare Comune per Comune qual è la soluzione migliore per poter essere competitivi e dare una risposta di buon governo ai cittadini. L’obiettivo è questo: non vuol dire vincere tanto per vincere, ma trovare delle persone valide da candidare che vadano oltre l’appartenenza al partito. Non ci interessa usare il bilancino e spartirsi le candidature. Non è questo qui il punto, il punto è capire qual è il candidato sindaco migliore in termini di credibilità e di capacità amministrative. Questo è il lavoro che stiamo facendo. Ovviamente non l’abbiamo ancora finito. E’ chiaro che poi puntiamo anche a dare rappresentanza agli elettori che vengono verso di noi e punteremo ad aumentare la pattuglia di consiglieri comunali, di assessori e possibilmente anche qualche sindaco, ma non con la logica del bilancino”.

Le dimissioni di Vaccarezza dal gruppo dei totiani hanno stupito molti. C’è già chi legge l’episodio come un sintomo di attriti e mal di pancia all’interno della maggioranza regionale o qualche posizionamento strategico nel dibattito sull’eventuale terzo mandato per Toti. E’ così?
“No, sinceramente le dimissioni mi hanno colto un po’ di sorpresa, ma non sono il consiglio regionale e Vaccarezza non fa parte del mio partito. Quindi bisognerebbe chiedere a lui quali sono le ragioni della decisione che arriva in un momento di tranquillità, in cui sia noi che la Lega abbiamo confermato a Toti la nostra disponibilità per un terzo mandato”.

Infine che cosa pensa delle immagini dei simpatizzanti di destra che fanno il saluto romano in ricordi dei caduti della strage di Acca Larenzia?
“Quelli sono estremisti di destra, non dei simpatizzanti. E sono anche degli imbecilli, come ha detto Rampelli. Non hanno nulla a che spartire con noi e se chiediamo a queste persone chi è il loro principale nemico, rispondono: Giorgia Meloni. Queste persone odiano Fratelli d’Italia. Io in tanti anni non ho mai avuto problemi con nessuno mentre facevo un gazebo o una manifestazione, ma l’unica volta che li ho avuti, è stata con alcuni esponenti del Circolo Almirante, di Casa Pound o del Fronte Nazionale, che si trovavano di fronte a noi col loro gazebo. Non è mai successo con Rifondazione, col Pd o con chiunque altro. Quindi le persone delle immagini in questione nulla hanno a che fare con Fratelli d’Italia. Si divertono a fare il saluto romano, ma così non solo non rendono omaggio alla memoria delle vittime, ma fanno il gioco della sinistra, che poi utilizza contro di noi strumentalmente queste stupidaggini. Questi movimenti non hanno nessuna idea di cosa stanno facendo e non è un caso che due anni fa abbiamo votato come direttivo provinciale di Fratelli d’Italia un documento che sancisce l’incompatibilità del nostro partito con questi ambienti. Dal canto nostro, come Fratelli d’Italia, commemoriamo tutti gli anni le vittime di Acca Larenzia nelle forme ufficiali e istituzionali, perché per noi chi è caduto a causa del terrorismo di estrema sinistra va ricordato. C’è un collegamento tra quella strage e le Br, di cui potrebbe essere stato un primo embrione: gli ambienti erano quelli, ecco. È un episodio che è stato sottovalutato al tempo. Se così non fosse accaduto magari ci saremmo evitati un po’ di terrorismo in Italia”.

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