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Con due emendamenti

Approvato il piano di dimensionamento scolastico, l’opposizione lascia l’aula: “Mancato confronto”

Questi gli accorpamenti: Vezzano con Santo Stefano, l'Isa19 (Riccò, Beverino, Pignone) con l'Isa1, nel capoluogo, Castelnuovo con Luni.

Il dimensionamento scolastico 2024/25, tema che ha riempito le cronache di questi giorni, ha conosciuto oggi il suo l’epilogo in una sala del Consiglio provinciale in cui sono confluiti i non pochi partecipanti al presidio organizzato davanti al Palazzo del governo, dal quale si sono levate rimostranze e preoccupazione, nonché l’annuncio della possibile ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Ad ogni modo, il Consiglio provinciale, in una sala affollata da dirigenti scolastici, insegnanti e rappresentati dei diversi istituti, ha approvato, con il voto unilaterale della maggioranza, il piano di dimensionamento, assieme a due emendamenti allo stesso, arrivati sempre dal centrodestra. L’opposizione in segno di protesta ha deciso di lasciare l’aula nel momento della votazione dopo un acceso dibattito. La proposta iniziale prevedeva tre indicazioni di accorpamento: Isa 11 (Vezzano) con Isa 8 (Favaro); Isa 17 (Castelnuovo Magra) accorpato con Isa 16 (Luni); Isa 19 (Riccò, Beverino, Pignone) con Isa 10 (Lerici). Ma come detto la maggioranza ha presentato due emendamenti, approvati, che proponevano l’accorpamento Isa 11 (Vezzano) – Isa 12 (Santo Stefano) e Isa 19 che andrà con Isa 1 della Chiappa, nel capoluogo, e dunque non con Lerici. Questi ultimi due dunque, più quello tra Luni e Castelnuovo, gli accorpamenti varati dal consiglio di Via Veneto.

 

Il piano di dimensionamento scolastico in Consiglio provinciale

 

Pierluigi Peracchini, in veste di presidente della Provincia, ha motivato la decisione di aggiungere gli emendamenti “per venire incontro alla richiesta dei sindaci”. E ha poi ammonito: “Non si chiudono scuole come qualcuno sta adombrando, ma la riforma prevede la necessità di contrarre tre dirigenze. Tutto rimane uguale e tutto il resto lo vedremo di anno in anno. Questo percorso di confronto ha avuto inizio lo scorso luglio con una riunione a cui erano stati invitati i sindaci, presente la dirigenza dell’Ufficio scolastico regionale e provinciali anche con i dirigenti scolastici. In quella sede era stata già chiarita la necessità di interventi di accorpamento dovuti alla riduzione di personale dirigenziale. Una realtà inevitabile in quanto frutto di un quadro sovraordinato, anche alla luce di situazione temporanee che vedeva reggenze presenti in più contesti o dirigenti assegnati, ma non di ruolo”. Il pubblico rumoreggia, comprendendo fin dal principio cosa sarebbe successo alla fine, ma Peracchini risponde alle critiche: “Non penso sia nemmeno utile discutere sulle norme come se fossimo allo stadio. Si cercano gli equilibri migliori possibili, non siamo all’accorpamento di nessuna scuola, ma si tratta di razionalizzazione delle dirigenze”, ha osservato.

 

Il piano di dimensionamento scolastico in Consiglio provinciale

 

Il giro di interventi inizia con il consigliere leghista vezzanese Jacopo Ruggia, che peraltro ha la delega alla scuola: “Condivido la richiesta di cambiamento da parte del Comune di Vezzano”, spiega, mentre la consigliera Gabriella Crovara ripete ciò che aveva già detto Peracchini: “Non si spostano le classi, non si toccano le scuole”. Dai banchi della minoranza, parla Camilla Monfroni, assessore ad Arcola: “Io esprimo il mio disappunto rispetto a questo progetto. Dovevano essere fatti dei passaggi invece di arrivare ad una semplice ratifica come di fatto avvenuto questa mattina. Il mondo della scuola doveva essere coinvolto, si poteva fare un percorso condiviso nel quale le parti in causa potevano mettere sul tavolo le problematiche. Per questo chiedo un rinvio e un approfondimento”. L’applauso scrosciante viene stoppato da Peracchini che al microfono ribatte: “Invece di applaudire vi invito a leggere la normativa. Sono cose serie, noi non gestiamo le scuole, quello è compito dell’Ufficio scolastico”. Il sindaco di Vezzano Massimo Bertoni incassa un emendamento favorevole al suo comune ma non è comunque soddisfatto dell’impostazione generale: “E’ vero che c’è stato un percorso ma la scuola e il sindacato non sono stati coinvolti. Ho scoperto ad ottobre di essere stato accorpato a Santo Stefano. Io e altri sindaci abbiamo fatto le rimostranze, qualcuno è sparito, io sono rimasto. Quella di oggi è una scelta politica e se mi salvano Vezzano a me non cambia niente. Nel senso che è un problema di indirizzo. Siamo la provincia più solerte della regione ad applicare questa riforma, c’è dunque lo spazio per una riflessione. Ho posto le mie perplessità, ho parlato col sindaco di Santo Stefano per questo. Se siamo la casa dei comuni, sfruttiamolo. Nella prima convocazione mancavano perfino alcuni sindaci perché non erano stati chiamati in causa. Chiedo che pertanto questo gap venga recuperato, che si vada ad un nuovo incontro al quale devono esserci i sindacati. Sono contento che la mia richiesta sia stata accettata, ma ricordo a Ruggia che è consigliere provinciale e non solo consigliere comunale a Vezzano”.

 

Il piano di dimensionamento scolastico in Consiglio provinciale

 

Peracchini riprende la parola e più volte parlerà di strumentalizzazioni: “Sono state individuate le soluzioni a maggioranza dopo che la prima proposta dell’Ufficio scolastico regionale fu bocciata dai sindaci. E ribadisco che non si accorpano le scuole. Le pec sono state mandate a tutti, poi se qualcuno non ha voluto esprimersi in quel momento è un altro discorso. Non è una questione politica di maggioranza o minoranza: siamo qui per dare un indirizzo, altrimenti ci penserà la Regione a farlo. C’è una normativa e dobbiamo seguirla: ricordo ancora una volta che la gestione del personale scolastico, in ogni sua realtà, è esclusiva competenza dell’Ufficio scolastico regionale che opera in regime di autonomia. La Provincia, infatti, ha competenze solo ed esclusivamente per quello che riguarda l’indirizzo della tematica del dimensionamento, non dell’organizzazione della struttura scolastica, degli istituti sul proprio territorio. Peraltro siamo gli ultimi in Liguria, ho chiesto un mese ulteriore di tempo, litigando con l’assessore regionale. Abbiamo ascoltato tutti e abbiamo deciso”. Così poi il consigliere Simone Regoli, vice sindaco a Vezzano: “La ricostruzione è completamente diversa da quello che è successo. Noi siamo stati sempre presenti mentre il consigliere che si occupa di scuola, Ruggia, non si è mai visto. La poca correttezza istituzionale sta nel fatto che più o meno un mese fa è stato compilato un pacchetto senza alcuna discussione con le scuole. È vero che è importante parlare coi sindaci ma crediamo sarebbe stato più importante parlare con gli istituti, con i dirigenti scolastici e gli insegnanti. Che se sono qua vuole dire che qualcosa non ha funzionato. Gli accorpamenti erano senza senso, stamattina sono stati aggiustati e non sappiamo nemmeno perché erano stati proposti in quel modo. Non c’è stato alcun tipo di confronto con nessuno e per questo, se non verrà accordato il rinvio, noi stamattina abbandoneremo l’aula”. Un proposito annunciato che diventerà realtà alcune minuti più tardi al termine di un dibattito che ha visto successivamente l’intervento di Giorgia Lombardi, sempre consigliera di minoranza: “Le cittadine e i cittadini che vediamo presenti dimostrano quanto sia importante questa tematica. Chiediamo una conferenza dei servizi con le parti sociali come è stato fatto a Genova. La scuola è la vita dei ragazzi, degli insegnanti, dei genitori, non è solo una questione di dirigenze. Lei, signor presidente, ha ascoltato i dirigenti scolastici? Lei le ha ascoltato le parti in causa? Chiediamo un tavolo in modo che tutti possano essere accontentati. Tutti le hanno chiesto un incontro, comprese Cgil e Uil che le hanno mandato una lettera a settembre”. La sindaca di Follo, Rita Mazzi difende metodo e merito: “La scuola e la sanità sono sempre i temi più importanti ma non si può sempre dare la colpa alla Provincia o alla Regione. Semmai queste rimostranze si fanno al governo. E i sindacati che c’entrano con questa tematica?”. “Non abbiamo i soldi per riscaldarle le scuole, la verità è molto più amara”, chiude la discussione Peracchini, prima del voto favorevole alla proposta e la contestuale uscita dall’aula della minoranza. La deliberazione odierna sarà ora inviata al competente ufficio della Regione per essere inserita nella programmazione regionale.

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