Momenti di preoccupazione, durante la notte scorsa, quando dall’impianto di rigassificazione di Panigaglia si è alzata una poderosa fiammata, durata alcuni minuti. L’accaduto non ha mandato in allarme il personale dello stabilimento di Gnl Italia, che ha gestito la situazione avendo sempre tutto sotto controllo, ma ha messo in allarme alcuni abitanti della zona di Fezzano e Le Grazie, che hanno telefonato ai Vigili del fuoco convinti che stesse bruciando il bosco. Qualche attimo di apprensione lo si è vissuto anche lungo il litorale del opposto del Golfo, da dove era difficile distinguere quello che stesse accadendo.
Era da poco passata l’una, quando uno dei numerosi fulmini che si sono abbattuti sul Levante ligure ha innescato l’incendio dei gas di scarico dello stabilimento, quelli in uscita dal vent, la parte più alta dell’impianto la cui attività in quel momento era già stata fermata.
Poco prima, infatti, il temporale aveva già creato un problema alla linea elettrica di alimentazione e, seguendo il protocollo, l’intero stabilimento si era automaticamente fermato, avviando le procedure di sicurezza.
Tra queste rientra anche la depressurizzazione delle linee, con conseguente invio del gas alla sommità dell’impianto, attraverso il vent. Il gas presente nell’atmosfera si è poi incendiato in aria, un’ ipotesi considerata dai protocolli di sicurezza che hanno previsto l’attivazione di valvole che immettono azoto nello sfogo, con il conseguente spegnimento della fiamma.
Le operazioni di spegnimento, vista la necessità di mettere in sicurezza il resto dell’impianto, sono iniziate con qualche minuto di attesa ma secondo i tecnici di Snam non hanno causato nessun pericolo.