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Ambientalisti sul piede di guerra

Edificazione in aree esondabili: “Giunta Toti ritiri la delibera, non esiste minor pericolosità relativa”

I referenti regionali di Italia Nostra, Legambiente, Lipu e WWF contro lo schema di regolamento dei piani di bacino distrettuale approvato l'11 maggio scorso. "Si cerca di far passare il concetto che esiste un rischio minore nel costruire e fare interventi di varia natura accanto a fiumi, torrenti e rivi a seconda della loro portata". Tra le aree interessate anche i frantoi di inerti lungo le sponde del fiume Magra e il reticolo collinare spezzino.

Esondazione torrente Borsa fra Maissana e Varese Ligure

“Quanto proposto è un gravissimo errore” che determina “la possibilità di un rischio grave per il territorio, per le abitazioni e per le stesse persone in caso in cui i contenuti di questo regolamento fossero approvati ed attuati”. Lo scrivono le associazioni liguri Legambiente, WWF , Italia Nostra e Lipu in merito allo schema di regolamento dei piani di bacino distrettuale approvato dalla giunta Toti l’11 maggio scorso.  Su questo schema di regolamento la stessa giunta regionale ha chiesto un parere alla commissione consiliare e inviato lo schema al consiglio regionale ligure.

Le associazioni accusano come nello schema di regolamento “si cerchi di far passare il concetto che esiste un rischio minore nel costruire e fare interventi di varia natura accanto a fiumi, torrenti e rivi a seconda della loro portata. Tutto ciò è veramente reso ancora più grave dal fatto che esattamente qualche giorno dopo che la giunta regionale ha approvato questo schema di regolamento sia successo quello che abbiamo sotto gli occhi e che per fortuna questa volta ha risparmiato il territorio ligure, ancora più fragile e ancora più cementificato. Cogliamo l’occasione per formulare tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite e piangiamo le persone che hanno perso la vita a seguito dei tragici eventi”.

Siamo ancora tutti scioccati da quanto è avvenuto, e purtroppo sta ancora avvenendo, in Emilia Romagna e delle Marche: un’alluvione dalle dimensioni enormi dovuta essenzialmente a due fattori. La prima è una mancata manutenzione e una mala gestione del territorio con un accentuato fenomeno di cementificazione. La seconda è la spinta che i mutamenti climatici stanno dando agli avvenimenti meteorologici che si configurano sempre di più come eventi estremi”.

Consiglio regionale ligure

 

Giorgio Di Sacco Rolla (Italia Nostra Liguria), Santo Grammatico (Legambiente Liguria), Aldo Verner (Lipu Liguria) e Marco Piombo (WWF Liguria) puntano il dito in particolare sugli articoli 5 e 6 dello schema ligure, ritenuti “i più discutibili” perché introducono  il principio di “minor pericolosità relativa” seppur all’interno di aree a elevata e media alluvione. “Si fa passare il concetto che in tali aree esisterebbe comunque una minore pericolosità cosa smentita appunto da quanto avvenuto sotto i nostri occhi in questi giorni – scrivono -. Opere pericolose perché concepite in aree alluvionali come lo Sky Metro in Val Bisagno oppure il pala Bombrini in Val Polcevera a Genova fino anche i frantoi di inerti lungo le sponde del fiume Magra in provincia della Spezia, così come il reticolo collinare spezzino recentemente mappato da uno studio idrogeologico commissionato dal Comune della Spezia, per arrivare a vari progetti edilizi costieri (Varazze altro) nel levante savonese, potranno essere potenzialmente oggetto di interventi garantiti da queste nuove sottocategorie”.

Le associazioni “chiedono con forza alla giunta regionale di ritirare questo provvedimento, riservandosi di compiere tutte le azioni necessarie affinché il grado di rischio per il territorio per le popolazioni non venga ulteriormente alzato nel caso che questo regolamento diventasse vigente. Ci aspettiamo una risposta seria, da questo punto di vista, da parte della giunta regionale ma anche da tutte le forze politiche che siedono in consiglio regionale. Noi faremo tutti i passi necessari per rappresentare questa nostra posizione”.

 

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