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Ieri sera a migliarina

La fiaccolata di Migliarina apre le celebrazioni. In mille per ricordare che “la Costituzione repubblicana si fonda nella Resistenza”

Le canzoni della Resistenza, le fiaccole accese, un torpedone di mille persone per celebrare il 78esimo anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. Come da tradizione, a Migliarina, la vigilia del 25 aprile segue la consueta ritualità. La banda di Vezzano Ligure suona l’inno d’Italia alternato con le canzoni della Resistenza ma anche a momenti di silenzio a tratti malinconico, mentre dai terrazzi di Viale Italia arrivano applausi. Lentamente il corteo si sposta da Largo Marcantone al Parco della Maggiolina passando per Piazza Concordia con il passaggio solenne presso la lapide dedicata ai partigiani migliarinesi, che si ripeterà analogamente alla fine nelle adiacenze del palco dove si concluderà la cerimonia con le orazioni ufficiali e le parole di Giorgio Pagano (che ha portato la testimonianza di un partigiano 99enne chiudendo il discorso con un emblematico “viva il 25 aprile antifascista”) ed Egidio Banti, co-presidenti del Comitato provinciale della Resistenza, del sindaco Peracchini, del responsabile territoriale della Uil, Marco Furletti.

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Il professor Banti, in particolare, ha ricordato proprio il momento in cui le associazioni partigiani si sono riunite negli anni ‘70 dopo anni di divisioni, gli “anni di Junio Valerio Borghese, che qui a Spezia ricordiamo tristemente, anni di episodi terroristici per i quali si è dimostrata la responsabilità dell’estrema destra. In quel contesto i partigiani decisero di essere custodi della costituzione repubblicana”. Riferendosi all’attualità, l’ex senatore, alza i decibel e raccoglie uno scrosciante applauso dall’anfiteatro della Maggiolina, pieno in ogni ordine di posto: “Non è questione di una parola o di un’altra parola: la Costituzione repubblicana nasce dalla Resistenza. Dall’articolo 1, e noi a Spezia ce lo ricordiamo”. Banti cita le donne dello jutificio, gli scioperi del 1943. Il 25 aprile è un giorno di impegno, soprattutto verso i più giovani, non solo contro l’invasore nazista perché non c’è solo la camicia nera, ma anche quel modo subdolo, quello dell’atteggiamento di chi fa finta che la democrazia non esista. Sono come l’uovo del serpente e, dice Bergman, l’errore dei tedeschi e degli italiani è quello di non accorgersi che ci sono troppi atteggiamenti pericolosi. E ai giovani bisogna farglielo capire. Calamandrei nel 1955 disse ai giovani dell’Universita di Milano che se avessero voluto andare in pellegrinaggio per capire cosa fosse stata la lotta partigiana, sarebbero dovuti andare nelle montagne dove si è combattuto, nelle carceri, nei campi dove erano stati imprigionate. Disse loro di andare lì perché li è nata la nostra Costituzione. E quindi se volete andare in pellegrinaggio per capire come è nata la nostra Costituzione andate a Migliarina, alla Maggiolina sui monti della Val di Magra e da Val di Vara. Da questo luogo sacro che oggi è sempre siamo tutti partigiani”.

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