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"nonostante vari tentativi di segnalarla, nessuno l’ha vista"

“Abbiamo una mucca in corridoio, si chiama Basi blu”

L'intervento del Circolo Pd Marola, Cadimare, Campiglia.

Marola e la base navale
Marola e la base navale

Intervento del Circolo Pd “R. Mizzon” – Marola Cadimare Campiglia

E’ da circa un anno che a Spezia abbiamo una mucca in corridoio, come direbbe qualcuno ma, nonostante vari tentativi di segnalarla, in sostanza nessuno l’ha vista.
Riproviamo: la mucca in corridoio si chiama Basi blu… l’argomento ha una importanza tutt’altro che trascurabile per il futuro del territorio:
La Marina Militare, dopo aver mantenuto “in frigorifero” l’immensa struttura dell’Arsenale per oltre 70 anni, scopre che per essere davvero utilizzata per gli impieghi della difesa navale va drasticamente ristrutturata e la inserisce nel programma generale denominato Basi blu. Infatti, nel febbraio dello scorso anno esce un bando per lo studio di fattibilità e la progettazione per l’adeguamento della nostra base navale al naviglio moderno anche di grandi dimensioni. Il disegno generale a guida della progettazione prevede imponenti lavori di dragaggio dei fondali, la costruzione di nuovi moli e di nuovi servizi di banchina: carburanti, energia elettrica, acqua… non si parla di armamenti e munizioni, sicuramente sarà necessario un altro piano logistico. Quello che si prefigura con Basi blu è già abbastanza per immaginare un nuovo pesante vincolo di servitù militari nel golfo in prospettiva e per l’immediato rilevanti problemi ambientali e di sicurezza durante i lavori di dragaggio di fondali inquinati e mai bonificati radicalmente da residuati bellici.
Per avere un’idea dell’impatto sul tessuto urbano può servire l’esempio dei depositi di carburanti collocati, secondo il piano, in galleria, sotto l’abitato del Pianello di Cadimare e sotto la strada provinciale per Portovenere. E’ comunque la punta di un iceberg, si tratta di accogliere dentro la città e al centro del golfo strutture e attività militari operative con tutto quello che comporta.
Inoltre l’adeguamento del porto militare interessa tutta la linea di costa dentro le mura dell’Arsenale, dal molo Lagora a Cadimare, con buona pace di quanti speravano che fossero maturi i tempi per un recupero a impieghi civili di parte del litorale vincolato, in primis i marolini che da tempo considerano anacronistico il sacrificio del loro affaccio a mare per i superiori interessi nazionali.
A questo punto si potrebbe obiettare: ma l’Arsenale e la Base navale ci sono già, c’è continuità tra l’esistente e quanto si vuol fare. E’ falso, la piazzaforte più grande d’Italia da tempo non c’è più, ne è rimasto l’involucro.
Quello che viene prospettato è un nuovo inizio, proposto prima del 24 febbraio 2022 dalla Marina e rafforzato dall’inaspettata guerra aperta dalla Russia nel cuore dell’Europa. Potrebbero esserci opportunità, ma anche rischi.
La rinuncia a trattare è già un danno per il territorio.
Il problema è questo: come armonizzare la presenza di una grande base navale militare operativa in tempi come il presente di gravi tensioni internazionali con le attività e le residenze della Spezia. Che fine farà, poi, la manutenzione interna del naviglio assicurata un tempo dalle maestranze civili dell’Arsenale? Quale ricaduta avrà sul tessuto economico locale e sulla occupazione questo nuovo inizio della Marina alla Spezia?
C’è, ancora, il destino di una rivendicazione simbolo del rapporto servitù militari e residenti, quella di Marola, espropriata della propria identità di borgo rivierasco con la costruzione dell’Arsenale: c’è spazio per una soluzione che ponga fine a questo snaturamento del territorio? La città deve ancora essere ritagliata attorno alle esigenze della Marina come fossimo nel 1860?
La mucca continua a pascolare in corridoio indisturbata nonostante i ripetuti interventi delle Associazioni di Marola sulla stampa locale che inquadravano il problema nelle giuste dimensioni per tutto il territorio del Golfo: la rifondazione di una struttura militare che ormai era in sostanziale disuso da decenni nel cuore di una città moderna. Abbiamo fatto un volantinaggio come Circolo Pd di Cadimare Marola Campiglia con il gruppo consiliare del Pd del Comune durante la fiera di San Giuseppe per ribadire l’importanza di valutare l’impatto di questa operazione.
Abbiamo perso già parecchio tempo, più di un anno. Intanto le cose vanno avanti e le uniche notizie si hanno dai militari, ad altissimo livello. Non parliamo del nuovo Direttore dell‘ Arsenale, che vede tutto blu; ci perdoni Ammiraglio se ci viene in mente di parafrasare Mina: Le mille balle blu. Il colore più appropriato potrebbe essere il verde, non quello dei pannelli solari, ma quello degli alberi cresciuti nei capannoni e che spuntano dai tetti. Il verde bolletta. Parliamo piuttosto del Comandante in Capo Ammiraglio Credendino che chiede per i progetti della Marina la stessa procedura del Ponte di Genova.
Siamo a posto. Senza neanche discutere potremo avere alla svelta una grande base navale con servitù nuove di zecca e i carburanti sotto il sedere. Senza l’Arsenale.
Nessuno ha niente da dire?
Non vorremmo che per aprire un dibattito su Basi blu qualche sconsiderato, rischiando sanzioni e l’ira funesta del Ministro Sangiuliano, pitturasse la statua di Domenico Chiodo… magari di blu.

Circolo Pd “R. Mizzon” – Marola Cadimare Campiglia

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