Sono da poco iniziati i lavori di restauro per l’organo della Pieve di Santo Stefano Protomartire di Marinasco, una delle più preziose e antiche chiese della diocesi, nonché luogo caro a molti spezzini per il panorama unico sulla città.
L’organo a canne è stato realizzato nel 1822 dalla bottega organaria Fratelli Serassi di Bergamo e collocato nella cantoria lignea della chiesa, a seguito dei lavori strutturali realizzati alla fine del XVIII secolo. Si tratta di uno degli strumenti più antichi della diocesi e mantiene quasi del tutto la sua originalità, nonostante piccoli interventi di epoche successive.
Il lavoro di restauro è stato affidato alla ditta organaria Fratelli Marin di Lumarzo, in provincia di Genova: dopo aver smontato per intero lo strumento, le varie componenti saranno trasportate nel laboratorio aziendale dove inizierà un lungo e impegnativo restauro. Grazie al lavoro e all’esperienza di Paolo e Raffaele Marin lo strumento potrà riacquistare del tutto la sua bellezza e ritornare all’antico splendore nel giro di un anno.
“La parrocchia – racconta il parroco don Luca Pescatori – è davvero contenta che grazie al finanziamento dell’8×mille per il recupero degli organi storici e alla sensibilità della Fondazione Carispezia assieme alla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del bando “Un patrimonio da tutelare”, è stato possibile ricevere dei contribuiti che permettono il recupero di questo strumento. Si tratta di uno degli organi più antichi della zona: mentre veniva compilata la domanda di finanziamento, l’organo compiva infatti i suoi duecento anni di attività!”
La comunità e i fedeli di Marinasco, che hanno visto la propria pieve chiusa per dieci anni a causa di problemi strutturali, sono quindi impegnati nel ridare lustro ai propri tesori. “La parrocchia – racconta sempre don Pescatori – sta cercando in tutti i modi di raccogliere fondi per recuperare il proprio patrimonio artistico. È stata appena restaurata, ad esempio, una pala d’altare. Questi aiuti danno grande incoraggiamento alla comunità e aiutano tutta la cittadinanza a recuperare un patrimonio culturale insostituibile che fa parte della storia locale”.
Grazie a questi importanti lavori di restauro, l’antica Pieve di Santo Stefano potrà apprezzare nuovamente, dopo tanto silenzio, il suono dolce di questo strumento: un gesto, quello di riportare all’antico splendore strumenti di così valore, che racchiude l’amore per il nostro patrimonio storico, artistico e di fede.