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L'epilogo

Palmaria, approvato il Piano delle alienazioni: vanno in vendita immobili e terreni per 12 milioni di euro

Sì alla vendita di fabbricati e terreni del Comune di Porto Venere presenti in Palmaria per un valore stimato totale pari a oltre 12 milioni di euro. Lo ha deciso ieri sera il Consiglio comunale, in coda a una seduta che è durata ben oltre le tre ore, di fronte a una nutrita platea di residenti e di militanti di associazioni e comitati che si oppongono al masterplan e alla visione futura dell’isola promossa dall’amministrazione insieme a Regione Liguria.

Nessuna sorpresa, nemmeno nella composizione del voto, che ha visto il centrodestra compatto nell’approvazione della delibera sul Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, mentre i cinque voti contrari sono arrivati dall’opposizione di centrosinistra e dall’ex consigliera di maggioranza Giovanna Angelino, ormai da tempo assai critica rispetto alle manovre dell’amministrazione comunale.
Schieramenti compatti, dunque, anche di fronte alla proposta di vendita di beni dal valore superiore ai due milioni di euro, come Villa Smith, della foresteria del Forte Umberto.

Francesca Sacconi, che si è detta avvilita e affranta, ha aperto il valzer degli interventi sostenendo come la pratica faccia contento il sindaco per gli introiti previsti nelle casse del Comune, lasciando però a bocca asciutta gli imprenditori locali a causa di prezzi troppo elevati. “Vedremo questi beni finire venduti a chissà chi e temo abbiate le aste già pronte”.
L’ex capogruppo di opposizione Saul Carassale ha esordito con amarezza: “Se c’è un fallimento che sento addosso in questi 5 anni è questo. Non sono riuscito a convincere il sindaco che per la Palmaria fosse possibile un modello di sviluppo di comunità. Avevamo un’occasione unica che avrebbe garantito uno sviluppo turistico degno. Poteva esserci un progetto complessivo dell’isola, un modello di ricettività diffusa, invece stiamo andando incontro a questo errore colossale che non sarà mai più recuperato”.
Il consigliere Pd Franco Talevi ha sostenuto che bisogna “proteggere l’unicità Palmaria, isola unica in Italia e non solo per lo stato di conservazione in cui ce l’ha consegnata la Marina. La speranza è che non arrivi un magnate che prende tutto insieme per farne la Capri della Liguria, come ha detto qualcuno. Villa Smith, la villa degli inglesi, l’abbiamo frequentata tutti, con il suo giardino e il suo accesso al mare, invece andrà a finire nelle mani di chissà quale privato. Da sempre propongo di trovare una mediazione, ma ci sono troppi interessi, anche da parte ti altri enti. E meno male che la Marina si terrà il Terrizzo, altrimenti il Comune avrebbe trovato il modo di vendere a privati anche quello”.
Anche Fabio Carassale s’è scagliato contro Cozzani e l’amministrazione: “Si sono venduti tutto quello che potevano. Hanno spolpato il patrimonio pubblico ovunque e hanno tentato valorizzazioni poco proficue. Si sono comportati come un’agenzia immobiliare, intenta a vendere, invece che ad amministrare”.

Dura anche la consigliera Angelino, che ha ripercorso il suo rapporto con la maggioranza: “Credevo di aver condiviso un progetto di valorizzazione invece mi sono trovata all’interno di una svendita come in film di Totò. Siamo partiti da un frastaglio di un pezzo della storia urbanistica del paese dal 1100 e si arriva alla locazione per decenni delle ex scuole. Quello che invece era nel programma non procede perché manca l’interesse politico. Dieci anni fa ero pieno di entusiasmo, avendo sentito parlare di una visione alta di un progetto complesso che mirava a togliere i beni dall’abbandono. Altrove si fa con beneficio per la comunità. Qua siamo sfociati in uno sviluppo piatto e palazzinaro, con l’amministrazione intenta a strizzare Porto Venere come un limone”.
Immediata la replica del sindaco Cozzani, che si è concentrato nel rispondere proprio ad Angelino: “Ricordo che il masterplan è stato votato e che gli immobili nel piano delle alienazioni non rappresentano nessuna novità rispetto a voto del dicembre 2019. Ricordo anche che siamo di fronte a un accordo di programma, che dobbiamo rispettare: non ci sono stati ripensamenti, non c’è stata melina, era tutto scritto negli atti da tre anni. E tutti hanno firmato prendendosi delle responsabilità di rispetto degli accordi: ministeri, Regione ed enti, Comune compreso. E concludo sottolineando che questi beni non sono mai stati nella disponibilità della comunità sino a quando questa amministrazione non si è impegnata per averli”.

Il dibattito è proseguito con uno scambio di scortesie tra Cozzani e Angelino ed è infine scivolato verso il voto, che ha portato all’approvazione della delibera.

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