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Affrontando le nuove odissee del futuro: Francesco Valentia, dal Pacinotti della Spezia, all’École polytechnique de Bruxelles

Francesco Valentia si è diplomato nel 2021 con 100 e lode.

Francesco Valentia

Tra le sfide globali che ci attendono, centrale è la rivoluzione prodotta dalla rapida evoluzione e dell’ibridazione delle tecnologie biologiche e informatiche: l’ingegnerizzazione dei corpi e l’intelligenza artificiale sono la nuova frontiera e richiedono competenze specifiche da investire nel mondo del futuro. I Licei scientifici paiono il percorso più naturale per maturare le esperienze necessarie: il profilo in uscita dello studente del Liceo scientifico infatti, come disegnato dal Ministero dal 2010, tratteggia una preparazione insieme umanistica e scientifica, per disegnare il domani, ancorati alla millenaria cultura occidentale, fondata sull’esperienza greca e latina.

Nello specifico, il Liceo Pacinotti, i cui diplomati si indirizzano prevalentemente verso corsi di laurea in ingegneria (circa il 30%), con ottima presenza anche nelle facoltà mediche e sanitarie (circa il 10%), è da tempo impegnato ad affrontare le frontiere biotecnologiche: già dal 2019 ha avviato un corso sperimentale di “Biologia con curvatura biomedica”, riservato agli studenti dalle classi del triennio. Si tratta di un percorso didattico unico in Italia, autorizzato dal MIUR e istituzionalizzato da un protocollo con l’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri della Spezia, presieduto dal dott. Salvatore Barbagallo. Le attività, che si aggiungono a quelle curricolari, si svolgono sia in aula che in laboratorio.

Considerato il successo dell’iniziativa, dal 2021 il Liceo Scientifico Pacinotti ha poi attivato anche una Curvatura Bio-medico-sanitaria: è stato dunque modificato il quadro orario di un corso del Liceo, il nuovo corso denominato “LB”, aumentando le ore di biologia in programma.

Esemplare allievo del Liceo, per testimoniare la valenza della formazione dell’Istituto nell’affrontare le sfide globali biotecnologiche del futuro, è Francesco Valentia, diplomatosi nel 2021 con 100 e lode.

Valentia è attualmente studente dell’École polytechnique de Bruxelles, dove, nonostante le difficoltà linguistiche, è riuscito a terminare brillantemente tutti gli esami del primo anno, alcuni anche con il massimo dei voti. Vorrebbe diventare ingegnere biomedico, “per poter determinare un avanzamento tecnologico del settore sanitario, sia nella diagnosi che nella prevenzione”, come afferma.

Gli anni del Liceo, che ricorda con affetto e grande gratitudine verso i propri insegnanti, per lui sono stati intensissimi: pare quasi abbia voluto spremere tutte le occasioni possibili di crescita, in ogni campo.

Racconta infatti: “Nel corso del quinquennio ho svolto molte esperienze extrascolastiche, come lo scambio culturale con la Germania in seconda, lo scambio culturale con l’Olanda in terza e, nello stesso anno, il conseguimento del brevetto da bagnino. Alla fine della quarta ho conseguito il First Certicate (B2). Nell’estate tra la seconda e la terza ho svolto l’alternanza scuola lavoro a Bristol, in Inghilterra, e, nell’estate tra la terza e la quarta, ho svolto il percorso di alternanza scuola lavoro a Cork, in Irlanda. Ho anche preso parte al corso di approfondimento di Cad e alle Olimpiadi di Filosofia e Fisica. Nel corso del quinto anno sono riuscito a conseguire la certificazione A2 in francese all’Alliance Française e, grazie alle solide basi date dal liceo, ho passato al primo tentativo il test d’ingresso sia per il Politecnico di Milano sia per Bruxelles”.

Non è mancata l’occasione neppure per l’attività fisica; prosegue infatti: “Durante tutti e cinque gli anni ho dedicato molto tempo allo sport giocando a Rugby per il Pro Recco Rugby e per il Rugby Club Spezia, riuscendo a svolgere cinque allenamenti a settimana più la competizione domenicale”. Uomo dal multiforme ingegno, qualcuno potrebbe dunque definire Francesco Valentia, usando una celebre espressione omerica.

È del resto sostenuto dai più attenti osservatori della nostra società che soltanto una formazione multidisciplinare può educare con successo alla sfida della globalità che è sfida di complessità. La preparazione scientifica non può quindi prescindere da una buona formazione umanistica. Conclude, con saggezza, Francesco Valentia: “Sono fortemente convinto che, per quanto una solida cultura umanistica non sia indispensabile, dal punto di vista strettamente pratico, per il mio proseguimento degli studi, sia comunque fondamentale nella mia formazione personale: solo conoscendo il nostro passato infatti, siamo in grado di non ripetere gli stessi errori”.

A Francesco Valentia i migliori auguri di un proficuo proseguimento dei suoi studi, certi del contributo, coltivato anche alla Spezia, che porterà al nostro domani, nelle sue peregrinazioni verso l’Itaca che vorrà raggiungere.

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