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"il centro è diventato un ristorante a cielo aperto"

Confcommercio su apertura Obi a ex Sio: “Contenti per la bonifica dell’area, non per le scelte commerciali”

Camaiora e Canese: "Ci aspettavamo una maggiore sensibilità da parte del primo cittadino perché in questo momento, post pandemia e nel mezzo di una crisi economica dettata anche dai lievitati costi dell’energia, esultare per un possibile incremento dell’occupazione è un po’ incauto".

Come raccontato nel servizio di ieri (leggilo qui), nascerà alle porte della città un nuovo punto vendita OBI, realizzato nell’ex area Sio. Ad annunciarlo il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini, insieme a Talea, braccio immobiliare di Coop Liguria, per un approdo che contempla sia il lato commerciale sia quello di stampo urbanistico, in una zona particolarmente difficile per storia e lascito. Una scelta che ha destato fin dall’inizio diversi punti di vista e che anche oggi trova nelle dichiarazioni dei vertici di Confommercio – ragionamenti, per così dire, in chiaroscuro: “La riqualificazione e il risanamento dell’area, che sarà completamente bonificata, è sicuramente un aspetto positivo – dichiarano Sergio Camaiora, vicepresidente dell’associazione di via Fontevivo e Sabrina Canese, membro di giunta e presidente di Assofermet Ferramenta -. Lo è meno la scelta di aprire un nuovo centro commerciale. Certo, OBI è una bella struttura ma ci sono altri problemi da valutare come quelli legati alla viabilità e all’impoverimento del tessuto commerciale cittadino. Per quanto riguarda poi l’aspetto occupazionale, sarebbe meglio attendere e fare il saldo tra i posti occupati e quelli persi tra qualche mese. I dipendenti che andranno nella nuova area verranno infatti probabilmente sottratti alle attività già esistenti”.

“Ci aspettavamo una maggiore sensibilità da parte del primo cittadino perché in questo momento, post pandemia e nel mezzo di una crisi economica dettata anche dai lievitati costi dell’energia, esultare per un possibile incremento dell’occupazione è un po’ incauto. Stiamo inoltre parlando di una struttura di proprietà tedesca – proseguono Canese e Camaiora – mentre a oggi siamo ancora in attesa di misure ad hoc per il piccolo commercio spezzino. Purtroppo il centro è diventato un ristorante a cielo aperto e con questa nuova struttura si decreterà ulteriormente la desertificazione commerciale del centro storico. A breve andremo in città solo per bere e mangiare. A preoccuparci, come detto, c’è poi l’aspetto relativo alla viabilità. Questa struttura polarizzerà gli ingressi anche da Viale Carducci e la città sarà sempre più inaccessibile. Ribadiamo la nostra approvazione rispetto al risanamento dell’area ma rimaniamo perplessi rispetto alle scelte commerciali, attuate in un momento dove il commercio di vicinato, che rappresenta un baluardo fondamentale per la vivacità e la vita della città, sta soffrendo ma prova a resistere. Questo impoverimento del tessuto commerciale, specialmente nella fase diurna, non avvantaggia di certo l’economia” concludono.

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