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L'intervista

Viviani: “Rifarei la scelta di entrare in quel governo d’emergenza. Il Parlamento esperienza bellissima, il mio destino è il mare”

Lorenzo Viviani

“Nella vita come nel lavoro ho sempre anteposto passione, impegno e voglia di fare. Magari sono stato anche fortunato nel trovarmi pronto al momento giusto ma quello che voglio dire, soprattutto ai giovani, è di credere in quello che fanno e combattere per quello in cui credono”. Lorenzo Viviani non ce l’ha fatta a prolungare l’esperienza parlamentare, malgrado la candidatura definita blindata nel collegio proporzionale Veneto 2: nella regione più leghista d’Italia è andata davvero troppo male la Lega, tanto che viene difficile crederci. E invece è andata così: “Il risultato non è bastato – ammette l’imprenditore ittico spezzino -, l’impegno non è certo mancato così come la fiducia che il partito ha riposto in me trovando una soluzione per la mia ricandidatura. E’ andata male ma anche questa esperienza è stata importantissima: girare l’Italia, conoscere le aziende del mio settore e in particolare una realtà bellissima come il Delta del Po, mi ripaga dei tanti impegni che una campagna elettorale come questa ti pone davanti”.

Viviani, che avrebbe usufruito sulla carta di un seggio blindato, è invece il primo dei non eletti visto che nel suo collegio, il capolista Alberto Stefani passa anche all’uninominale lasciando il posto ad Arianna Lazzarini, collocata davanti allo spezzino: “Paghiamo il fatto di aver assecondato le necessità di un’emergenza nazionale entrando nel governo, anche per andare ad opporsi ad alcuni emendamenti, come quello della riforma sul catasto proposto dal Pd. Ma è una scelta che rifarei. Oggi non siamo più in quel tipo di fase emergenziale, le persone e le imprese sono preoccupate per il caro gasolio e in generale per questo cataclisma energetico”. La delusione è controllata, insomma: “Il popolo ha sempre ragione. Il popolo vuole risposte e ha premiato chi, magari da una posizione d’opposizione, ha potuto mettere in discussione i provvedimenti del governo. Ma domenica è stata una grande giornata di democrazia e sono sicuro che la Lega farà bene la sua parte nel prossimo governo”.

Rimane l’esperienza personale, tante persone conosciute, l’idea e anche la speranza di poter incidere per la collettività e lasciare un segno tangibile e imperituro: “Andare lontano da Spezia e trovare calore in tutte le marinerie che ho visitato è qualcosa di veramente bello. Chi mi conosce, del resto, lo sa: non ho mai considerato la politica come un’attività da fare a tempo indeterminato. Sono un biologo marino, quella che ho appena terminato è stata un’esperienza grandiosa come del resto quando ebbi la possibilità di fare ricerca su una nave oceanografica. Magari un giorno ritornerà ma non butto certo alle ortiche il lavoro fatto. E non dimentico quel giorno, sei anni fa, in cui Matteo Salvini a Roma mi chiamò sul palco per parlare di pesca. In fondo sono fortunato, sono innamorato del mestiere che faccio e ho fatto politica per salvaguardarlo, così come per l’agricoltura che ha simili problematiche. Anche in consiglio comunale, dove non mancherò di fare la mia parte, ci sono: consapevole che il mio destino è il mare”.

 

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