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Passo storico per l'industria spezzina

Termomeccanica Pompe comprata dal gigante Trillium: “Crescere assieme nel mondo”

"In Italia, e alla Spezia, abbiamo trovato tanti bravi ingegneri, una supply chain formata, capacità di produzione e supporto al cliente", ha spiegato il ceo David Paradis arrivato dal Texas. "Vorremmo utilizzare la base spezzina per espanderci in tutto il mondo”. Una svolta nella storia ultracentenaria del marchio. "Non ha più senso rimanere piccoli, le nostre potenzialità si possono esprimere solo assieme ad un global player", dice l'ad Edoardo Garibotti.

Sede Termomeccanica

E’ fatta. Da ieri Termomeccanica Pompe, pioniera dell’industrializzazione italiana e azienda di punta nella produzione di pompe industriali, è entrata a far parte della multinazionale americana Trillium Flow Technologies, con sede a Londra e mente a Houston, Texas. Fatturato annuo da 600 milioni di dollari e già controllante di alcune delle aziende più significativa del settore trattamento acque, produzione di energia, gas & oil ed estrazione mineraria, tra cui Begemann, Floway, Roto-jet, WEMCO1, WSP e l’altra italiana, Gabbionetta Pompe. “Quello che ci ha spinto a fare questo investimento in Italia è proprio la complementarità tra Termomeccanica e Gabbioneta in termini di professionalità, prodotti e clienti – ha spiegato David Paradis, ceo di Trillium -. Termo ha un portafoglio di prodotti molto valido e un centro prove tra i migliori in Europa e nel mondo. Il nostro piano industriale prevede di far sì che le due realtà condividano risorse e specializzino le rispettive produzioni, in modo che entrambe possano ottenere vantaggi sul mercato globale”.

Il manager americano si dice entusiasta dell’acquisizione, per cui le trattative erano iniziate nella seconda metà del 2021. “In Italia, e alla Spezia, abbiamo trovato tanti bravi ingegneri, una supply chain formata, capacità di produzione e supporto al cliente – ha spiegato oggi Paradis durante una conferenza stampa presso la sede di Confindustria La Spezia -. In Nord America, per la precisione in California, abbiamo la Floway che produce pompe  simili a quelle create in Termomeccanica, che però è specializzata in pompe di grandi dimensioni. Sono prodotti utilizzati soprattutto per la desalinizzazione, procedimento molto richiesto nel settore minerario, che sta crescendo insieme a quello delle auto elettriche”.

Il gruppo americano – l’operazione è finanziata dal fondo di private equity First Reserve – si mette in casa il know-how, la tecnologia ed il marchio spezzino. Offre a sua volta di diventare veicolo di TM.P., il cui marchio rimarrà, sullo scenario mondiale. “A noi piace dire che, in questo caso, uno più uno fa tre – dice Edoardo Garibotti, ad di Termomeccanica -. Termomeccanica Pompe ha creato grandi potenzialità negli ultimi anni, sviluppando prodotti e penetrando mercati. Possiamo lavorare a livello globale, ma rimaniamo sempre un regional player. E il pieno delle nostre potenzialità si possono esprimere solo essendo un global player. Questa è l’opportunità che Trillium Flow Technologies ci offre”.

Garibotti, Paradis, Macchi

 

Anche con Gabbionetta, a lungo competitor sul mercato, si parla ora di sinergia. “Stessi clienti, ma complementari. L’overlapping è minimo e ci permetterà di calibrare i carichi di lavoro”, dice Garibotti. “Nella cultura industriale italiana non è comune mettersi assieme – sottolinea Paolo Macchi, ad di Trillium Pumps Italy -. E’ storico il fatto che due aziende storiche, che insieme cubano 250 anni d’esperienza e hanno attraversato tutti i momenti della storia italiana sviluppando grandi capacità di resilienza, si uniscano per espandere il proprio mercato”.

I termini finanziari dell’operazione non sono stati svelati ma, spiega Paradis, “abbiamo investito in maniera sostanziale e continueremo a farlo”. Per i circa duecento dipendenti alla Spezia, non si prevedono trasferimenti. “La fabbrica ha avuto una grande leadership sotto Edoardo Garibotti, che speriamo rimanga alla guida – continua Paradis -. Termomeccanica Pompe ha prodotti validi e un centro prove tra i migliori in Europa. Specializzeremo le produzioni in modo che sia Termo che Gabbionetta possano ottenere vantaggi. Non abbiamo in programma di dislocare personale tra le due realtà, quella della Spezia e di Nova Milanese. Vorremmo utilizzare la base spezzina per espanderci in tutto il mondo”.

Il contesto europeo, segnato dalla guerra in Ucraina, non ha rallentato l’operazione, imbastita qualche mese fa. “Abbiamo interrotto da due mesi ogni nuovo investimento nel mercato russo – spiega Paradis -, che in ogni caso rappresentava meno del 3% del nostro fatturato”. In merito alla cifra investita per acquisire TM.P.: “In linea con il mercato. Preferisco non svelare la cifra per una questione di concorrenza. Ma abbiamo investito in maniera sostanziale e continueremo a farlo”.

Tra le società italiane attive nel settore, sottolinea Garibotti – il 70% fattura meno di 20 milioni di euro l’anno. “Ha poco senso essere piccoli oggi. L’Italia è riconosciuta come aziende tecnologicamente avanzata, flessibile nel risolvere i problemi, client oriented, ma le dimensioni sono il nostro vero tallone d’Achille. Per questo operazioni come queste devono essere prese come esempio a livello nazionale”.

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