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Pensieri contro la guerra

Dagli studenti sarzanesi: “Pensare che qualcuno non si possa garantire un futuro è inaccettabile”

La dichiarazione pubblica degli studenti dell’Istituto Superiore Parentucelli-Arzelà di fronte agli eventi russo-ucraini.

I rappresentanti di istituto del Parentucelli

In qualità di rappresentanti degli studenti dell’Istituto Parentucelli-Arzelà, vorremmo far conoscere la nostra posizione circa la situazione drammatica che si sta presentando alle porte dell’Europa in queste ore ed esporre una nostra piccola riflessione a riguardo. Ciò che sta accadendo non ci lascia indifferenti. Saremo proprio noi giovani, in un futuro prossimo, a doverci occupare del nostro mondo. Pertanto, è fondamentale prendere coscienza, fin da ora, di cosa potrebbe portare alla pace umanitaria. Grazie allo studio della storia, siamo consapevoli che la guerra provochi esclusivamente distruzione e morte; il nostro pensiero va alle milioni di persone, che, in queste ore, stanno soffrendo e cercando di sopravvivere nella paura e nel terrore che, soltanto una guerra, può comportare.

A poche migliaia di chilometri dalle nostre case è il frutto di una storia che non ha insegnato nulla all’uomo. Dopo il dolore e il trauma del secondo conflitto mondiale, che, ancora oggi, influenza le nostre vite, lo scoppio di un’altra guerra in Europa, soprattutto a seguito di questi ultimi due difficili anni a causa della situazione epidemiologica, era molto lontano dal nostro immaginario. Però, le ultime notizie su quotidiani e telegiornali parlano nuovamente di guerra; una guerra che, a causa del notevole progresso tecnologico degli ultimi decenni, nel caso in cui venga deciso, potrebbe essere veramente distruttiva per l’intera umanità.

Il nostro pensiero è rivolto a tutte le famiglie ucraine che hanno visto, nell’arco di una giornata, sconvolgersi la vita, sostituire la solita giornata lavorativa con la paura di non poter oltrepassare la notte. La guerra sta togliendo l’innocenza a bambini, che vivranno, per sempre, con questo ricordo di paura e terrore, e che sono costretti a crescere in poche ore insieme ai loro genitori che, in parte in campo di battaglia, non sanno se riusciranno a garantire loro un futuro. Inoltre, anziani deboli, con alle spalle un’infanzia rovinata da un’altra guerra, si nascondono, scappano e sono costretti a vivere in condizioni precarie, nonostante l’avanzata età. Tra queste persone ci sono anche ragazzi come noi che soffrono e combattono piuttosto che proseguire le proprie tranquille vite, studiando e vivendo nella spensieratezza.

Per noi, al giorno d’oggi, pensare che qualcuno non si possa garantire un futuro è inaccettabile. Qualche giorno fa, il nostro ministro dell’istruzione ha sollecitato noi studenti a riflettere sull’articolo 11 della nostra Costituzione. La nostra nazione ripudia completamente la guerra come mezzo per interagire con gli altri Stati del mondo; la Russia ha scelto di rispondere, invece, agli ostacoli imposti, con violenza, morte e distruzione, minacciando l’umanità, nonostante l’evento di Hiroshima e Nagasaki. Oltre alla speranza di una risoluzione diplomatica del conflitto, che abbia ridotti al minimo i danni umanitari ed economici, la nostra impotenza verso questo grande male può essere utile con la manifestazione dell’idea di pace, che si riteneva, ormai da tempo, consolidata e condivisa.

I rappresentanti di Istituto

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