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A ceparana

“Un monumento dedicato all’Alta Via dei Monti Liguri”

La proposta del Centro lunigianese di studi danteschi: "Una splendida occasione per fare promozione turistica".

La Tabula Peutingeriana

Un monumento dedicato all’Alta Via dei Monti Liguri da collocare a Ceparana, da dove parte il percorso. Questa l’idea avanzata dal professor Bruno De Francesco e rilanciata dal Centro lunigianese di studi danteschi nel suo bollettino (edizione del dicembre 2021), diretto da Mirco Manuguerra. Una proposta che il CLSD, si legge, “rilancia a livello istituzionale assieme alle altre associazioni firmatarie della Carta di Mulazzo (in ordine di costituzione): Accademia Capellini, La Spezia; Associazione Manfredo Giuliani, Villafranca; Centro Studi Niccolò V, Sarzana; Associazione Amici di San Caprasio, Aulla e Associazione Apuamater, Massa. A queste realtà si unisce naturalmente la meritoria Associazione MangiaTrekking e altre se ne potranno unire in seguito, soprattutto se impegnate nello straordinario comprensorio della Val di Vara”.

Una proposta, quella del monumento, che poggia sulla “enormità che sta dietro al concetto apparentemente banale di un percorso di trekking come l’Alta Via dei Monti Liguri”, scrive ancora Manuguerra, riferendosi a un ampio e autorevole retroterra culturale, che prende le mosse dalla Tabula Peutingeriana, carta romana di epoca imperiale. Manuguerra spiega che “il toponimo di Boron, presente a livello del Golfo della Spezia nella Tabula Peutingeriana e ripreso, in seguito, dalla cartografia bizantina dell’Anonimo Ravennate, non ha in realtà nulla a che vedere con l’estrema provincia ligure di Levante: Boron è il monte a est di Nizza (Mont Boron) a cui gi conduceva l’antichissima Via Herculea citata da Strabone. Ecco ciò che si legge, con precisione, sulla Tabula Peutingeriana in corrispondenza del Golfo della Spezia: In Alpe Pennino u. Boron. Si deve a Ferruccio Egori, studioso indipendente nativo di Massa, l’interpretazione di quell‘abbreviazione u. come del latino usque, per cui l’indicazione dell’antico cartografo vale ‘da lì – ovvero dallo Spezzino – si prende la via alta (‘appenninica’) che porta ‘fino a’ Boron’. In pratica la Peutingeriana indica da sempre quel percorso di crinale ligure che è oggi denominato ‘Alta Via dei Monti Liguri’, il quale (a dimostrazione del carattere indelebile delle tracce lasciate dalla Storia) si fa iniziare proprio da quella località di Ceparana che fu l’antichissima Boaceas di Claudio Tolomeo”.

Di qui la riflessione per cui “lo stilema dantesco da Lerice a Turbia (e parliamo di ben due secoli prima della scoperta della Tabula Peutingeriana, che venne alla luce solo nel XVI sec.) ci evidenzia come agli albori del 1300 la definizione geografica dell’arco ligure fosse ancora quella, intatta, della cartografia romano-imperiale di oltre un millennio prima”. Una convinzione ribadita anche rifacendosi al Petrarca, che nelle Epistole familiares scrive A Corvo scilicet usque ad Portum herculeo, ut quondam putant, nomine consecratum, in cui descrive l’arco ligure ‘spostandone’ appena, rispetto a Dante, i limiti: Punta Corvo in luogo di Lerici, il Principato di Monaco (Portum herculeo) invece di La Turbie.

Se i signori politici vogliono parlare seriamente di promozione turistica – ecco ancora l’appello del CLSD per un monumento all’Alta Via -, ecco quindi una splendida occasione portata su di un piatto d’argento. Anzi d’oro!”.

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