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Politica

"Toti ha levato i soldi dalla bretella per darli ai territori amici"

Dura accusa lanciata dai consiglieri Paita e Michelucci in occasione del convegno organizzato al Black Lake per parlare del collegamento tra S. Stefano e Ceparana.

Intervento di Raffaella Paita al Black Lake

“Con la giunta Burlando, in pochi mesi siamo arrivati in fondo alla questione della bretella S. Stefano-Ceparana. C’era in finanziamento di 8 milioni di euro, fondi Fas, c’era la progettazione gratuita eseguita da Salt, in quanto il ponte sarebbe quasi un’opera di adduzione autostradale, c’era l’intesa con la stessa Salt per un cofinanziamento di 2 milioni, c’erano tutte le autorizzazioni, Vas compresa. Poi abbiamo perso le elezioni, e cosa fa la giunta Toti? Toglie il finanziamento da 8 milioni dicendo che saranno usati per la Ripa. Un percorso che sarà sempre accidentato a meno che non venga realizzata una galleria che costa tantissimi soldi – l’opera di Padivarma, tratto modesto, è costata oltre 4 milioni! – e la cui compatibilità ambientale è tutta da vedere. Ammesso che i soldi ci siano”. Questa la versione presentata ieri da Raffaella Paita, capogruppo Pd in consiglio regionale, in occasione del convegno organizzato dai democratici al Black Lake di Ceparana, nel cuore di quella vasta area industriale e artigianale che della bretella – annunciata da quasi mezzo secolo e tema centrale dell’iniziativa – gioverebbe non poco. Opera da 10-12 milioni, che prevede 1200 metri di collegamento, con viadotto sul Magra parallelo a quello autostradale, realizzabile in 18-24 mesi. Al tavolo con la grande sconfitta di maggio c’erano anche Giorgio Casabianca, già assessore provinciale alla viabilità, coordinatore Pd Val di Vara e moderatore dell’evento, il consigliere regionale Juri Michelucci, il vice presidente della Provincia e sindaco di Bolano, Alberto Battilani, il sindaco di S. Stefano Juri Mazzanti, quello di Aulla, Silvia Magnani, e l’esponente Pd albianese Giovanni Chiodetti, intervenuto in luogo di Giacomo Bugliani, consigliere democratico in Regione Toscana.

Ancora la Paita, senza mezze parole: “La giunta Toti gioca al ‘dividi et impera’. Vogliono mettere contro gli amministratori, e qualcuno ci cade, anche esponenti del nostro partito. Il punto è che l’Opa su questa amministrazione ce l’hanno Genova, Savona e Imperia. Toti e Giampedrone non contano. E intanto Costa – che a Roma sta col Pd e in Liguria con Lega e Forza Italia -, in pratica fa l’ottavo assessore, puntando sul fatto che la maggioranza è tale per un solo voto: 16 a 15”.
Ha rincarato Michelucci: “La bretella S. Stefano-Ceparana porterebbe benefici a 40mila residenti (in particolare, parliamo di Bolano, S. Stefano, Follo, Vezzano, Calice, Aulla, Podenzana, ndr) e a più di un migliaio di attività produttive. Ma il centrodestra, con un ingiustificato atto politico, ha fatto sparire i soldi, dirottandoli verso ponente e in generale nei territori amici della giunta, vicini per colore politico. Anche i soldi che stanziati ultimamente per lo spezzino seguono questa logica: ricerca e consolidamento del consenso in zone amiche, come Lerici e Deiva, e niente soldi, per esempio, per Val di Magra, o per Bolano”.

Come ben illustrato da Casabianca in apertura di convegno, la bretella, definanziata da Genova (intanto s’è defilata Salt per il cofinanziamento, complice il contenzioso tra la società e lo stato per il rinnovo delle concessioni autostradali), è stata inserita dalla Regione nell’elenco delle infrastrutture prioritarie (con ipotetico costo di 12 milioni) presentato a settembre al ministro Graziano Delrio, scegliendo quindi la strada della Legge obiettivo per ottenere finanziamenti.

“Una soluzione che non ci fa stare tranquilli – ha sentenziato Mazzanti. – Ora il progetto è in alto mare. Serve una mobilitazione unitaria dei territori, è l’unica possibilità per cambiare le cose”.
Amareggiato Battilani: “Il progetto del ponte S. Stefano-Ceparana è stato messo da parte – ha affermato – non perché non serva, ma perché lo abbiamo voluto noi. Ma non per metterci una targhetta di merito. Perché è un’opera indispensabile per dare risposte a un’ampia realtà industriale e artigianale. Ora l’unica via è ottenere i finanziamenti della Legge obiettivo o lavorare perché la bretella sia interamente sostenuta da Salt”. L’importanza della bretella è stata sottolineata senza remore, per parte lunigianese, dalla Magnani e da Chiodetti.

Il pressing sulla Regione intanto è partito a suon di firme, grazie a una petizione lanciata dal Pd da una decina di giorni per ribadire la centralità dell’opera viaria. La meta è di tutto rispetto: portare migliaia di firme sul tavolo del ministro Graziano Delrio. “Io e il consigliere Michelucci lo abbiamo incontrato – ha spiegato la Paita (chissà se con lei c’era anche il marito Merlo, vicinissimo a incarichi romani) – raccontandogli di come Toti e Giampedrone abbiano tolto il finanziamento. Di come ce lo abbiano rubato per poi dar 500mila per il senso unico alternato alla Ripa, una soluzione provvisoria che condanna l’arteria alla marginalità. Consegneremo le firme a Delrio per sollecitarne l’intervento. La petizione andrà avanti fino a metà gennaio, poi sarebbe bello organizzare un altro convegno. Magari con lo stesso ministro, o almeno con il suo vice Riccardo Nencini, originario della Toscana, e sappiamo bene quando la bretella sia strategica anche per alcuni comuni della Lunigiana”.