L’Accademia del Gusto ha organizzato a Campiglia presso la terrazza sul mare del Ristorante “La Lampara” una lezione/degustazione sullo zafferano e il suo uso in cucina. Il Presidente dell’Accademia del Gusto Nicola Carozza ha spiegato che lo zafferano, dal termine arabo jafaran, trasformato dal persiano sahafaran, significa giallo, è una delle spezie più costose del mondo, originario dell’Asia Minore e della Grecia, usato già dai romani per aromatizzare selvaggina e vini mentre l’Accademiaca Antonietta Sforza ha ripercorso cenni storici su Campiglia.
Il toponimo di Campiglia – di origine latina (campilia) – ha il significato di terre di proprietà comune destinate a coltivazione. Il nucleo più antico del borgo nasce nell’alto medioevo, da nuclei di famiglie che vi cercano rifugio al sicuro dalle razzie saracene. La più antica citazione di Campiglia si trova in un atto dell’imperatore e re d’Italia Ottone II che porta la data del 18 luglio dell’anno 981 (etiam Campilia cum piscatione et venatione sua).
Quaranta Accademici hanno seguito con interesse la degustazione. La pianta di zafferano è da sempre ampiamente diffusa nel territorio di Tramonti allo stato selvatico ma da una ventina d’anni nei terrazzamenti sul mare di Campiglia si coltivano i prezioni bulbi che hanno trovato nel clima e nel terreno sciolto e drenato un habitat ideale per la loro crescita rigogliosa. Ad illustrare il menu proposto agli Accademici sono intervenuti Livia Cerliani e lo chef Paolo Bosco: calamaro ripieno, crostino con acciuga salata e stracciatella di burrata, parmigiana di pesce; trofie con zafferano e gamberi; orata all’isolana con patate, torta della nonna accompagnata da vino passito.
