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"quattro anni non sono sufficienti per ridisegnare un porto"

Laghezza: “Area Enel strategica, non solo per Lsct”. Sul prossimo presidente Adsp: “Sommariva ha lavorato bene, spero ci sia continuità”

Le questioni geopolitiche internazionali da una parte e le prospettive di sviluppo a livello locale dall’altra. Mentre il mondo si interroga sul futuro a medio e lungo termine la comunità portuale spezzina fa i conti con orizzonti ben più vicini, che vanno da investimenti infrastrutturali per i quali l’attesa deve finire al più presto a scadenze imminenti come i termini entro i quali manifestare il proprio interesse per parti dell’area Enel e la fine del mandato del presidente dell’Autorità di sistema portuale. Temi che abbiamo trattato con il presidente dell’Associazione degli spedizionieri spezzini, Alessandro Laghezza.

Dopo un finale di 2023 positivo gli attacchi terroristici nel Mar Rosso hanno complicato nuovamente il quadro economico per il porto spezzino. Come stanno andando i traffici in questi ultimi mesi?
“Oggi il trend è quello di una lieve ripresa, rispetto ad un primo trimestre 2023 particolarmente difficile. Questo dimostra che, nonostante le crisi internazionali il sistema logistico è resiliente: nel momento in cui si ferma un passaggio importante come Suez le navi hanno trovato soluzioni alternative. Con qualche ritardo, qualche peripezia e costi più alti, ma i container arrivano. Sui volumi però non incide solamente la crisi nel Mar Rosso, ma anche l’incertezza geopolitica a livello internazionale e i dati macroeconomici: le aspettative di un calo dell’inflazione del taglio dei tassi di interesse hanno infatti rallentato la grande euforia post Covid, che in parte era anche immotivata e che aveva portato a varare strumenti fiscali di dubbia utilità come il superbonus. Il tutto senza dimenticare che negli ultimi 30 anni l’Italia è il Paese che è cresciuto meno dopo Haiti: ora che la bolla post Covid è finita siamo di nuovo alle prese con i problemi di sempre”.

Nello spostamento dei traffici l’Africa sta confermando di poter svolgere un ruolo importante nel futuro delle merci.
“Sì, il Nord Africa si sta ritagliando un ruolo importante. Il porto di Tangeri come hub di transhipment per il Mediterraneo occidentale. Ci sono poi traffici in crescita, come quello delle auto, che stanno assumendo una forte rilevanza anche per gli scali liguri. Marocco ed Egitto vedranno portare avanti progetti di sviluppo da parte delle compagnie più importanti”.

Restando più vicini ci sono prospettive anche all’interno dell’area ex Enel, dove nei giorni scorsi il segretario delle associazioni del porto Salvatore Avena ha auspicato un interessamento da parte di Lsct. Qual è la sua posizione?
“Avena ha parlato a titolo personale. La mia posizione, come presidente degli Spedizionieri e vicepresidente di Confindustria è diversa. Sulle opportunità che si presentano nell’area Enel ci sono anche altri operatori logistici interessati e non credo che fare il nome di un possibile soggetto faccia bene a procedimento a evidenza pubblica ancora in corso. Inoltre ci potrebbe essere anche l’interesse di comparti produttivi, oltre che di operatori del sistema portuale”.

A proposito di Lsct, ormai dovrebbe essere il momento del lancio della gara per gli investimenti nel terzo bacino. Che impressione ha?
“La fiducia c’è sempre stata, ma gli operatori aspettano segnali concreti come il lancio della gara e l’avvio dei lavori. Anche perché sono 30 anni che alla Spezia non si fa un nuovo molo per le merci. L’ultimo ampliamento ha riguardato le crociere. Ci sono progetti di sviluppo anche negli altri porti: alla Spezia potremmo essere pronti prima, ma dobbiamo partire subito.

Nei mesi scorsi la comunità portuale ha lanciato un grido d’allarme per la cancellazione dei corridoi doganali annunciata dall’Agenzia delle Dogane. Che novità ci sono in merito?
“Per dieci anni il porto della Spezia ha potuto usufruire di corridoi doganali che permettevano lo sdoganamento delle merci a Santo Stefano. Dopo la comunicazione da parte dell’Agenzia delle Dogane le imprese coinvolte si sono rivolte al Tar, che ha sospeso l’applicazione di questo provvedimento. Parliamo sempre di Sistema Spezia, come un insieme omogeneo composto da pubblico e privato, ma ultimamente, dopo essere stato un elemento dinamico per la nostra economia, a livello centrale le Dogane fanno un po’ più fatica”.

Alla fine del 2024 si andrà verso la scadenza del mandato del presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva. Cosa pensa del suo operato e dei nomi che sono emersi per il futuro?
“Esprimo apprezzamento per il lavoro svolto dal presidente Sommariva e dal segretario generale Federica Montaresi in questi anni. Ho sempre pensato che quattro anni di mandato, anche a causa delle lungaggini e delle tempistiche italiane, non siano sufficienti per completare i progetti in corso. Ancor meno se consideriamo il congelamento del periodo della pandemia. Auspico pertanto che ci sia continuità nel futuro così che il presidente possa portare a termine il suo disegno, condiviso e apprezzato dalla città. C’è l’incognita della riforma della portualità in fase di discussione a livello parlamentare, che potrebbe portare a un commissariamento. Vedremo. Ci sono poi le ambizioni di altri esponenti dell’economia e delle istituzioni per un ruolo di primissimo livello: in futuro sarebbe bello avere nuovamente uno spezzino al timone, ma per ora è meglio la continuità”.

Nel novecento Spezia città della Marina e della Difesa. Come vede la città del futuro?
“La vedo come la città del mare. La provincia della Spezia è quella in cui la blue economy ha la più alta incidenza. Per questo deve impossessarsi del suo fronte a mare e viverne pianamente la bellezza. Quando si parla di interramento di Viale Italia mi brillano occhi, credo che sia l’unica opera che può cambiare il volto alla città. Nel 2050 vedo La Spezia che si affaccia sul mare, con i giardini e le palme che non si fermano alla sola Passeggiata Morin, ma anche con la possibilità di far convivere le diverse anime dell’economia, come il militare, il porto e i cantieri della nautica. Ma ci sono anche turismo e vivibilità e per questo bisogna essere ambiziosi e puntare ad avere un affaccio al mare più diretto, mentre saranno presto realtà le opere per rendere il porto più sostenibile, tanto sul fronte mercantile che su quello crocieristico”.

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