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Basi blu, il Pd: “Il Comune si faccia parte attiva con la Marina e apra un tavolo di confronto”

“A fine anno il sindaco Peracchini ha inserito nell’elenco delle “trasformazioni epocali” il progetto Basi Blu e il relativo investimento plurimilionario.

Ora, al netto del fatto che nel ponente spezzino questa notizia più che sbandierata andrebbe camuffata e sussurrata a mezza voce vista la ridotta simpatia con cui è vissuta e soprattutto subita, in particolare nel borgo di Marola, riteniamo, come abbiamo già avuto modo di esprimere, che l’attività di chi guida e governa questa città non sia quella di rallegrarsi se, bontà sua, una forza armata come la Marina Militare decide di ammodernare le strutture logistiche del porto militare, ma semmai dovrebbe essere quello di armonizzare questo sviluppo con gli interessi della città e della sua comunità.

E quindi in proposito chiediamo: sono state portate avanti interlocuzioni coi vertici della Marina per discutere di un possibile snellimento delle superfici ritenute superflue in termini di funzionalità e gravose in termini di manutenzione da parte della Marina, che potrebbero invece essere di interesse per un rilancio dell’economia e dell’urbanistica spezzina? Se si, perché la cittadinanza ne è tenuta all’oscuro? Se ci fossero le condizioni per un recupero di aree ad oggi di pertinenza del Demanio militare, quali sarebbero le vocazioni a cui questa amministrazione pensa potrebbero essere indirizzate? Abbiamo sentito spesso rispondere, come per un riflesso condizionato, “parcheggi!”. Nient’altro?

La presenza della Marina Militare in questa città si sta profondamente trasformando: poche settimane fa è stato inaugurato il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea, importante centro di ricerca per un settore strategico; Basi Blu si prefigura come un imponente riscrittura della linea di costa all’interno della Baia Duca degli Abruzzi e un sovradimensionamento delle capacità logistiche della Base Navale; infine, come ci auguriamo, il settore produttivo manifatturiero dell’Arsenale dovrebbe vedere anch’esso un investimento economico e finanziario proporzionale alla riattivazione del comparto al fine di uscire dall’asfissia in cui versa da decenni.

In tempi di bonaccia e di inerzia si diceva che la Marina Militare era una realtà conservatrice, poco atta ai cambiamenti e profondamente gelosa dei suoi ambiti di competenza, delle sue prerogative. Nessuno può negare che oggi una brezza si sia alzata e consiste in ripensamenti delle funzioni e, perché no?, forse anche degli spazi da parte della Marina; potrebbe essere il momento, da parte di questa città, di aprire un dialogo serio e alla pari coi vertici militari per connettere alle nuove esigenze della Marina le vecchie esigenze di Spezia: spazi, strutture e linee di costa. E’ il momento di allestire un tavolo di confronto tra Città e Marina.

Chiediamo quindi all’amministrazione comunale di porsi come interlocutrice attiva con la Marina Militare e coi soggetti competenti e ad aprire questo tavolo di lavoro. Rivolgiamo altresì un appello a tutte le realtà cittadine, ovvero le altre forze politiche di minoranza, i sindacati, il mondo dell’associazionismo (soprattutto quello marolino e del ponente spezzino) e altri soggetti pubblici, a portare avanti azioni congiunte al fine di stimolarne e agevolare l’avvio di questo percorso di confronto e il cui esito riguarda tutti noi e il destino di Spezia.

Il sindaco Peracchini ha promesso che il prossimo anno vedrà l’amministrazione “tagliare un po’ di nastri” portando a compimento vari cantieri. A questo proposito, signor sindaco, le rivolgiamo un appello: crei le condizioni, non poi così insormontabili come a volte ci è stato raccontato, di fare si che venga concesso l’uso al borgo di Marola e di tutta la città di quell’area adiacente al Porticciolo di San Vito oggi ancora al di là del muro dell’Arsenale e già oggetto di un Protocollo d’Intesa firmato nel 2017 tra Marina Militare, Comune della Spezia e Demanio. Quello sì che sarebbe un nastro che varrebbe veramente la pena tagliare; un nastro che da più di un secolo e mezzo impedisce ad una comunità di riaccedere ad un’area che, oltre a stare al di là del muro, si affaccia sul mare.

Circolo Pd “R. Mizzon” di Marola, Cadimare e Campiglia

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