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Giornata di mobilitazione

Non una di meno: “Aborto, no a una legge che limita la libertà di scelta”

"Vogliamo spazi sanitari senza paura, giudizi e abusi, con la tutela del sistema sanitario pubblico e laico, senza penalizzazioni e interferenze sulle nostre decisioni"

Non una di meno, legge 194

“Il 22 maggio, come ogni anno abbiamo celebrato il 46° anniversario della legge 194, che ha depenalizzato e regolamentato l’aborto in Italia. Questa data è importante perché ci permette di ricordare insieme alle nostre compagne e sorelle, ma è anche un’occasione per riflettere e proporre nuovi cambiamenti. Da anni, come collettivo, affermiamo che sui nostri corpi dobbiamo decidere noi stesse, non i medici, non lo Stato, e nemmeno la Chiesa”. Lo scrive il collettivo Non una di meno in una nota che raccoglie i timori dell’attualità.

“Ogni 22 maggio ci ricordiamo che prima del 1978, chi abortiva rischiava fino a quattro anni di carcere e cinque anni per i medici coinvolti. La legge 194 ha salvato migliaia di donne da processi penali e aborti non sicuri. Però, dopo più di 40 anni, vediamo che questa legge, nata da un compromesso, cerca di bilanciare il potere dei medici obiettori, il “diritto alla vita” del feto e il diritto di scelta della donna. Purtroppo, contiene anche elementi che possono limitare quella libertà di scelta che dovrebbe proteggere.

Ogni 22 maggio vediamo crescere l’influenza della destra e delle associazioni anti-abortiste nella nostra zona: sempre più materiale disinformativo del Centro Aiuto per La Vita, manifesti che fanno sentire in colpa chi abortisce, preghiere davanti agli ospedali, le proteste delle Sentinelle in Piedi e l’aumento dei medici obiettori… Noi siamo qui e continueremo a farci sentire.

L’attacco al diritto all’aborto va di pari passo con la messa in discussione della salute delle persone trans e non binarie. A gennaio, l’ispezione al Carreggi sull’uso della triptorelina e la creazione di un tavolo tecnico – promossi dai ministri Schillaci e Roccella – per valutare questo farmaco, mostrano chiaramente l’influenza di organizzazioni antiabortiste come Provita e Famiglia.

Oggi, 25 maggio, giornata di mobilitazione nazionale organizzata da Non Una Di Meno e la Rete Consultori e Consultorie. Vogliamo spazi sanitari senza paura, giudizi e abusi, con la tutela del sistema sanitario pubblico e laico, senza penalizzazioni e interferenze sulle nostre decisioni. Noi saremo sempre dalla parte di ogni donna, persona trans o non binaria che decide di interrompere la gravidanza o di portarla avanti, perché nessuno deve imporre i propri ideali sul corpo di un’altra persona.

In Italia, l’aborto non è un diritto garantito, ma un percorso a ostacoli, una lotta contro una società che ci giudica e uno Stato che ci ignora e ostacola. L’obiettivo sociale e politico deve essere rendere l’aborto più accessibile, con un approccio non giudicante, laico e rispettoso di tutte le persone. Non possiamo accontentarci di una legge insufficiente e imperfetta; dobbiamo chiedere con forza e sempre #moltopiùdi194”.

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