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Spiagge, a confronto in Consiglio le visioni di Centi e Scajola. Che attacca Legambiente: “Non prendo in considerazione quello che dice”

Affrontata in aula l'interrogazione sul provvedimento che da ai Comuni liguri la possibilità di consentire l’utilizzo di scogliere artificiali e di altre opere di difesa costiera per attività connesse alla balneazione. L'assessore: "Spesso i turisti prenotano l'albergo ma poi non trovano posto in spiaggia. Quindi, se puoi ricavare dieci posti in più, non permanenti, a determinate condizioni, perché no?". Il consigliere spezzino: "Pongo in secondo piano le richieste degli albergatori, in primo metto quelli che senza aver alcun particolare legame con l'albergo vogliono andare al mare a occupare un metro di scogliera o di spiaggia".

Porto Venere e il Muzzerone sullo sfondo
Porto Venere

“Quanti Comuni hanno fatto richiesta? Per quanta superfice? E la norma è ritenuta adeguata?”. Lo ha chiesto oggi alla giunta regionale ligure, con un’interrogazione, il consigliere Roberto Centi (Lista Sansa) in merito al provvedimento, approvato nei mesi scorsi in Consiglio regionale, che da ai Comuni liguri la possibilità di consentire l’utilizzo di scogliere artificiali e di altre opere di difesa costiera per attività connesse alla balneazione, dopo avere verificato la sicurezza relativa agli aspetti strutturali, le condizioni meteomarine e la tutela di cose e persone. “In merito avevamo fatto una battaglia molto convinta e forte perché il tema delle spiagge e delle zone balneabili libere, anche nella loro differenziazione dalle libere attrezzate, va per noi a collidere con questa norma”, ha dichiarato Centi in aula. “Un terzo dei Comuni della Liguria, 21 su 63, dato ottenuto dalla collega Selena Candia con un accesso agli atti, ha meno di un 40 per cento di spiagge libere e libere attrezzate, diversamente da quanto prevede la norma – ha continuato il consigliere spezzino -. La media ligure, dato della Regione, è del 46,8 per cento; ma per Legambiente è solo del 30 per cento; e in tutto questo c’è il grande problema del rapporto tra libere e libere attrezzate, che secondo noi vengono erroneamente messe sullo stesso piano”. Centi ha proseguito guardando al nostro litorale: “A Porto Venere i dati della Regione parlano di 3.260 metri di linea di costa balneabile, metri secondo me teorici; di questi, 1.977 di spiaggia libera, 187 di libera attrezzata e 1.096 in concessione. Dati per me errati, perché dentro la libera viene messa tutta la Palmaria. Cose analoghe si possono dire per Lerici, dove la porzione di spiaggia libera è veramente piccolissima”.

Ha risposto l’assessore regionale al Demanio, Marco Scajola, che ha subito espresso una netta considerazione su Legambiente, menzionata da Centi per quanto concerne la percentuale di litorale ligure destinato a libere e libere attrezzate: “Io non ho fiducia in Legambiente, non prendo in considerazione quello che dice e spesso quando Legambiente mi critica io so in coscienza di essere contento perché sto facendo qualcosa di buono per la mia comunità; mi preoccuperebbe invece riceverne i complimenti. Legambiente strumentalizza, fa politica e non segue gli interesse del territorio, ma interessi di appartenenza, che io terrei fuori da questi argomenti”. L’assessore ha quindi proseguito osservando che la Liguria “è un esempio nazionale per quanto riguarda tutela, salvaguardia e cura delle spiagge libere, quelle per tutti. Perché noi investiamo, anche quest’anno, quasi due milioni di euro, che diamo ai Comuni per ripascimenti, accessibilità e sicurezza sulle spiagge. Tutte le richieste di finanziamento che arrivano dai Comuni per l’accessibilità, quindi interventi per superare le barriere architettoniche, vengono sempre soddisfatte – un fiore all’occhiello del nostro lavoro -, prima non era così”. L’assessore ha inoltre espresso la convinzione che “ci sarà sempre un dibattito tra chi dice che le libere sono poche e chi dice che sono troppe”, menzionando poi “un sondaggio che dice che oltre il 65 per cento dei liguri vuole spiagge che diano un servizio”; e ha espresso un ringraziamento alle associazioni di categoria dei balneari “che spesso a loro spese garantiscono l’importante servizio bagnini anche alle libere”.

L’assessore è poi andato al provvedimento oggetto dell’interrogazione. “L’anno scorso, parlando con alcuni amministratori locali, in particolare del levante, e anche con alcuni imprenditori – ha detto – abbiamo deciso di dare questa opportunità”, ha spiegato Scajola, osservando che “spesso i turisti prenotano l’albergo ma poi non trovano posto in spiaggia. Quindi, se puoi ricavare dieci posti in più, non permanenti, a determinate condizioni, perché no? Daranno più economia all’attività, magari più posti di lavoro; se un imprenditore può lavorare di più io sono contento. E anche un sindaco sarà un po’ più tranquillo perché non lo chiamerà l’albergatore per dirgli che non c’è posto in spiaggia”. Non disponibili poi i dati richiesti da Centi, perché, ha spiegato Scajola, qualora si concretizzino le possibilità a cui ha aperto il provvedimento, “si tratta di modifiche che i Comuni non devono inserire nel Piano di utilizzo demaniale, quindi nessuno è tenuto a passare da Regione, le autorizzazioni non le rilasciamo noi; la procedure prevede invece che il Comune – sempre che ritenga di percorrere questa opportunità, che è facoltativa, non vogliamo imporre niente – per l’autorizzazione si rivolga all’Ufficio del Demanio marittimo comunale, che se ci sono le condizioni la rilascia. Perciò ad ora non abbiamo dati, ma saranno mia cura e mio interesse, passata la stagione, capire come sarà andata e comunicare i dati, che certo i Comuni non hanno obbligo di riferire, non essendo la Regione ad autorizzare. E se del provvedimento avessero usufruito cinque spiagge, tre spiagge, una spiaggia, comunque per me sarà andato bene, perché avremo dato un servizio”.

“Posso pensare che i criteri di Legambiente possano contenere una visione più critica, ma il dato non così lusinghiero delle 21 spiagge su 63 che non hanno il 40 per cento di spiagge libere e libere attrezzate non è di Legambiente, sono numeri ufficiali della Regione”, ha detto Centi nella sua replica, in cui ha altresì ribadito “l’importanza della distinzione tra libere e libere attrezzare”. E ha aggiunto: “Si scontrano due visioni diverse di Liguria e di mondo, e ci sta. Io pongo in secondo piano le richieste degli albergatori che vogliono garantire un ombrellone, pongo invece in primo piano quelli che senza aver alcun particolare legame con l’albergo vogliono andare al mare a occupare un metro di scogliera o di spiaggia. La Regione garantisce i servizi nelle spiagge libere liguri? Laddove sono poche, come testimoniano i numeri, è più semplice garantirli”. Il consigliere ha quindi concluso tornando alla norma oggetto dell’interrogazione: “Credevo che avrei visto intere zone occupate da paiolati, con gioia invece non ne ho vista nemmeno una. Mi chiedo quindi se non sia stato un errore di prospettiva pensare che quanto reso possibile dal provvedimento potesse essere un’opportunità. Ad ogni modo, se le mie impressioni sulla sua messa in atto sono veritiere, spero che tutto rimanga così”.

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