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La protesta

“Per Seafuture arrivano condizionatori, pittura e sfalci in uno stabilimento abbandonato”

I rappresentanti sindacali del personale civile di Marinarsen non hanno preso bene i lavori svolti nelle scorse settimane per accogliere gli ospiti all'interno della base navale a fronte di infrastrutture che "non garantiscono la sicurezza". "Siamo ancora qui, a chiedere a tutti di intraprendere qualsiasi iniziativa utile, per ridare dignità al personale civile delle Difesa e lustro alla base navale".

Sottomarini in arsenale

E’ un allarme piccato quello che le Rsu civili dell’arsenale marittimo rivolgono alle autorità civili e militari alla vigilia della presentazione di Seafuture 2023, la fiera biennale delle innovazioni in campo della difesa e della tecnologia che torna in un momento storico in cui il tema della sicurezza, anche militare, è tornato centrale nell’agenda dei governi di mezzo mondo. I rappresentanti sindacali di Marinarsen non hanno preso bene neanche i lavori svolti nelle scorse settimane per accogliere gli ospiti all’interno della base navale.

“Una ‘macchina operativa’ – accusano – che ha realizzato tensostrutture immense, istallato l’impianto di condizionamento in una mensa sprovvista da sempre (a discapito del personale civile e militare che ci ha lavorato fino ad ora), riesumato l’estetica (non la struttura) di edifici diroccati, sfalciato l’erba di ogni campo, verniciato qualsiasi ferro arrugginito”, a fronte di uno “stabilimento abbandonato” nel resto dell’anno.

“Il modello di gestione dirigenziale arsenalizio è stato fino ad oggi ‘speriamo che me la cavo’, pensando più alla propria carriera che alla gestione dello stabilimento stesso – scrivono in una nota -. C’è effettivamente anche un elemento green non trascurabile, la biodegradabilità di una dirigenza che ogni due anni rotola via”. Il dito è puntato anche sull’attuale direttore, il contrammiraglio Giuseppe Scorsone, accusato di aver registrato durante il suo comando “il maggior numero di officine mai chiuse in precedenza, i bacini non più gestibili da personale in house, le mense in condizioni mai viste, la centrale elettrica in agonia e le infrastrutture che non garantiscono le minime condizioni di sicurezza”.

“Cosa hanno fatto, fino ad ora, i politici ed i dirigenti civili e militari, titolari di incarichi prestigiosi e ruoli chiave, se l’attuale contesto arsenalizio è al collasso? – si chiedono, chiedendo un incontro al Capo di stato maggiore e al ministro della Difesa – Eppure, noi siamo ancora qui, a chiedere a tutti di intraprendere qualsiasi iniziativa utile, per ridare dignità al personale civile delle Difesa e lustro alla base navale. La considerazione blu che ci rimane,  è di vivere nel paese dei puffi”.

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