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Maissana

Tre dipinti e una scultura lignea freschi di restauro tornano a Santa Maria di Lagorara e a Cembrano

Immagine dal pannello illustrativo del restauro dell'Annunciazione
Immagine dal pannello illustrativo del restauro dell'Annunciazione

Nei giorni scorsi, a conclusione di lavori di restauro e di valorizzazione previsti dal bando “RestauriAmo l’Arte”, lo Studio Oberto di Genova ha restituito alle comunità parrocchiali di Santa Maria di Lagorara e di Cembrano, entrambe nel comune di Maissana, quattro opere d’arte: per Cembrano un dipinto raffigurante l’Annunciazione ed una scultura lignea di San Pellegrino e per Santa Maria un dipinto raffigurante San Michele arcangelo, Santa Caterina Fieschi e le Anime purganti, ed una scultura lignea della Madonna Assunta. Era presente, tra gli altri, la restauratrice Margherita Levoni. Il restauro ha previsto indagini diagnostiche svolte da Michele Brancucci di Geospectra e da Valentina Martini. I lavori sono stati diretti da Rossana Vitiello, della soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Genova e la Spezia.

Oggi, giorno dell’Annunciazione, si è tenuta alla parrocchia di Cembrano la presentazione del pregevole dipinto raffigurante appunto l’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria, opera di un anonimo artista operante nel Settecento nell’area ligure e genovese. “Raffigura uno dei momenti più belli per la figura della Vergine – ha spiegato la dott.ssa Vitiello -, l’attimo stesso in cui, scelta da Dio per diventare la Madre di Cristo, senza esitazione e senza paura accetta il compito divino a lei assegnato. Il nostro anonimo pittore riesce a tradurre sulla tela con immediatezza e vivacità il racconto evangelico. La composizione è costruita sulle due direttrici diagonali dell’arcangelo Gabriele e della Vergine, che terminano in profondità con le teste di angeli infusi di luce: se il primo, che pare essere appena entrato nella stanza, è caratterizzato da una linea mossa e vorticosa, che evoca il fruscio del vento divino implicitamente sottolineato da grandi e maestose ali, la Vergine al contrario è definita da una linea e da un movimento più contenuto e appena accennato. Al centro delle due figure, quasi come un elemento di contatto tra il divino e il terreno, sta invece un angioletto che reitera la posizione dinamica dell’angelo portando i fiori di giglio, da sempre attributo della Madonna per il suo significato di purezza e castità”. L’opera, sulla base degli studi effettuati ed illustrati in questa occasione, risulta appartenere ad una generazione di pittori formatisi nell’ambito delle grandi trasformazioni artistiche della prima metà del Settecento.

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