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Indagine quorum/youtrend

Prenotare una visita è difficile per tre spezzini su quattro e il 61% va dal privato

Secondo i dati dell'indagine Quorum/YouTrend commissionata dal Partito Democratico in Liguria. Natale: “Peggiorerà con il maxi canone per il Felettino”. Orlando: “Frutto di scelte politiche precise”.

Ospedale Sant'Andrea

Il 77,2% degli utenti spezzini giudica lenti i tempi di attesa per accedere ai servizi sanitari pubblici e il 75,1% ha trovato difficile prenotarli. Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine Quorum/YouTrend per il gruppo regionale del Partito Democratico. Dati che sono stati analizzati durante un videoforum in diretta social ospitato sulla pagina Facebook del consigliere regionale Davide Natale. “Dati che mettono in numeri una situazione che gli utenti della sanità pubblica, sempre più trattati come clienti, conoscono bene – l’introduzione di Natale -. Una fotografia che è figlia diretta del governo della regione”.

“Tutto ruota attorno alle carenze strutturali, che condizionano la carenza di personale. L’Asl5, nei concorsi fatti fino ad oggi, si dimostra poco attrattiva per i professionisti. Di pari passo c’è una tendenza alla perdita di personale che chiede il trasferimento e spesso si tratta di giovani già formati”, ha detto Marco Santini del forum sanità del PD spezzino. “Se questa è la situazione odierna, c’è solo da immaginare cosa potrebbe succedere quando l’Asl5 dovrà corrispondere ai privati il maxi canone per il nuovo Felettino”.

Di fronte a tempi di attesa scoraggianti, il 60.9% degli spezzini si rivolge ad una struttura privata per trovare le risposte alla propria necessità di sanità. Ma c’è anche un 4% che rinuncia del tutto a curarsi. “Un dato molto preoccupante, contando che sono in particolar modo pensionati e disoccupati – ha sottolineato l’onorevole Andrea Orlando -. L’ampio flusso che rinuncia al servizio pubblico dimostra come sia in corso un processo di privatizzazione strisciante, una delega implicita per colmare le lacune del pubblico. Questo è un tema che pone in discussione il diritto alla salute stabilito dalla nostra Costituzione”. Un’esperienza comune a quasi tutti gli spezzini: solo il 12.7%, ovvero uno su otto, non si è trovato mai di fronte a questo fenomeno nel corso dell’ultimo anno.

Forum dati sanità

 

“Un cittadino che ha bisogno di curarsi è fragile anche dal punto di vista psicologico. Il fatto che si possa giocare su questa debolezza è la negazione del principio dell’accesso democratico dalla salute “, le parole di Monica Paganini, sindaca di Arcola. Al 34.5% degli spezzini è capitato nel corso dell’ultimo anno di vedersi proporre una visita con tempi di attesa maggiori di sei mesi. Qualcosa di incompatibile con patologie gravi e invalidanti. “La cosa grave è la sensazione di un’apatia civica nella popolazione: la comunità stenta ad aggregarsi per reagire a questa situazione”.

Le modalità di realizzazione del nuovo Felettino, in particolare i risvolti del partenariato pubblico-privato partorito dalla giunta Toti in sostituzione del finanziamento totalmente pubblico ricevuto in eredità, rischiano di diventare la pietra tombale della sanità spezzina. “L’Asl5, a partire dal 2026 dovrà pagare un canone di 16 milioni e 280mila euro all’anno ad un privato, a fronte di una spesa di questo di 96 milioni di euro – illustra il consigliere Natale -. Parliamo di un’azienda che chiude i bilanci in pari. E’ come chiedere ad una famiglia che porta a casa 1.500 euro di pagare un mutuo da ventimila euro al mese. Toti non se ne preoccupa perché nel 2026 non sarà più alla guida della Regione, noi invece ci preoccupiamo”.

Come potrà operare un’azienda schiacciata da questo debito? “Accentrando la sanità su Genova. Come abbiamo visto nascere il Gaslini diffuso, non vorrei ci fosse domani un Erzelli diffuso, un Galliera diffuso o un San Martino diffuso, che in parte è già realtà – dice Santini -. La compensazione si ottiene impoverendo i servizi dati alla periferia”. I pazienti della provincia quindi saranno tenuti a spostarsi, con aggravio dei costi per le famiglie.

Forum dati sanità

 

Già oggi, certifica l’indagine Quorum/YouTrend, oltre un utente ligure su cinque ha speso da 500 euro in su nel 2022 per esami e prestazioni mediche. “Sono problemi vissuti quotidianamente da tutte le persone, ma spesso non emergono perché molti individui si sentono isolati e ne parlano solo se vengono interrogati”, spiega Viviana Cattani, portavoce delle Donne Democratiche e consigliera comunale alla Spezia. Il paradosso messo in luce durante il dibattito è che la sanità pubblica ligure è dunque il miglior cliente di quella privata.

Le grandi priorità per gli intervistati sono ampliare l’assistenza domiciliare (24%) e il miglioramento dell’accesso alle visite di controllo (23,2%). “Quando un sistema non funziona, c’è chi ci rimette ma c’è anche chi ci guadagna – sintetizza in conclusione Orlando -. La domanda politica da farci è: chi ha interesse ad avere una sanità pubblica che funziona male? Non c’è solo incapacità o malgoverno, ci sono pressioni che orientano le risorse in direzioni diverse e che hanno una rappresentanza politica ben precisa”.

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