Biblioteca Beghi gremita per il primo incontro del ciclo “Socialismo e democrazia, uguaglianza e libertà. Storie, riflessioni, speranze”, organizzato dall’Associazione Culturale Mediterraneo e dal Circolo Pertini. Il politologo Antonio Floridia, introdotto da Nicola Caprioni, presidente del Circolo Pertini, ha presentato il suo libro Pd – Un partito da rifare? Le ragioni di una crisi, discutendo con Giorgio Pagano, presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, e con il deputato Andrea Orlando, fondatore del Pd.
Pagano ha spiegato il significato del ciclo di incontri: “creare un luogo di elaborazione e trasmissione di un pensiero critico sul presente e di un’idea alternativa di società, perché la sinistra potrà risorgere solo con un punto di vista socialista, una nuova moralità e senso della vita, una ‘disciplina del mercato’ nel segno della lotta alle diseguaglianze e della libertà del lavoro”.
Per Floridia i due fondamentali fattori di declino del Pd sono il fatto di “non essere un partito di parte, di rappresentanza del mondo del lavoro” e di “non avere un’identità chiara, una cornice di principi condivisi che lo tenga unito”. Anche l’organizzazione del partito ha contribuito, secondo Floridia, alla sua involuzione: “sono i candidati segretari che fanno eleggere gli organismi dirigenti, non il contrario”, mentre le primarie “svalorizzano una seria partecipazione”. Con questo “meccanismo plebiscitario” – ha aggiunto – “le correnti diventano un dato organico, insuperabile, e il partito si divide in feudi”. Il Pd, ha concluso, “per evitare una consunzione deve scegliere tra due anime, quella liberal-liberista e quella socialdemocratica, aperta agli apporti della cultura cattolica di sinistra e dell’ambientalismo”.
Anche per Orlando “tra Calenda-Renzi e il M5S c’è spazio solo per una forza socialista, che ridimensionerebbe le altre due forze”, ma “l’ostacolo a questa operazione sono le regole stesse del partito, un meccanismo che riconducendo tutto alle primarie per la leadership non è in grado di risolvere il problema dell’identità politica”. “Avrei voluto un congresso vero ma a questo punto – ha concluso – solo la carta Schlein può innescare una svolta per aprire la fase costituente di un nuovo partito socialista e del lavoro”.
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Al via il 23 gennaio
Il 23 gennaio alle 18.30
Verso il congresso