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L'opinione dell'ex presidente dell'autorità portuale

Autobotti di Gnl via mare, Bucchioni: “Calata Malaspina è una scelta sbagliata. Imbarco e sbarco competono ai terminalisti”

Giorgio Bucchioni

“Guardo sempre con ammirato interesse al sistema referendario svizzero, in cui è costante il prevalere della razionalità, nella consapevolezza che per noi italiani quel sistema è da collocarsi nel regno dell’utopia. Paradigmatici due referendum sul nucleare. Ora, qui da noi, siamo al gas”. Giorgio Bucchioni, presidente degli Agenti marittimi spezzini, esordisce così, con un po’ di filosofia e tanta concretezza, nel suo intervento sul tema del momento: il progetto di trasporto di autobotti cariche di Gnl dal terminal Snam di Panigaglia a Calata Malaspina proposto dalla stessa Gnl Italia. Un’istanza contro la quale si è mosso il capoluogo, con un pronunciamento negativo del Consiglio comunale, frustrato dall’intesa che la Regione Liguria ha concesso e trasmesso nei giorni scorsi al ministero.

“Se proviamo a fare il punto, semplificando per quanto possibile, e dando per scontato un minimo di conoscenza della vertenza, possiamo individuare due filoni: il primo – spiega Bucchioni, ex presidente dell’Autorità portuale e degli Industriali e gran conoscitore della comunità portuale e delle vicende cittadine – riguarda l’implementazione delle possibilità operative del terminal di Panigaglia con una procedura autorizzativa-amministrativa che si è conclusa con il parere favorevole della Regione Liguria e quindi con l’ autorizzazione del Mise. Si tratta fondamentalmente di realizzare opere infrastrutturali che consentano l’imbarco del gas da destinare alla rete di distributori stradali e alle bettoline per il bunkeraggio delle navi o per il trasferimento ad impianti minori. Non si dimentichi che per dare il gas alle navi oggi occorre farlo giungere da Marsiglia, Barcellona o Rotterdam e, per l’autotrazione, da Marsiglia. E’ di tutta evidenza come tale implementazione, se deve essere criticata, dovrà esserlo per il ritardo con cui è maturata, molto probabilmente perché ostacolata dai soliti noti che vogliono aggiungere un nuovo ostacolo al futuro. Certo è che bene ha fatto la Snam a muoversi, in piena legalità, per ottenere il risultato che è stato reso possibile dall’espressione di tutti i pareri tecnici e di quelli politici strettamente indispensabili”.

“Il secondo – prosegue Bucchioni, entrando maggiormente nel merito dell’aspetto del progetto che convince meno gli spezzini – riguarda una soluzione operativa per rifornire il mercato del gas per autotrazione che Snam ha formalizzato con l’istanza di concessione di una porzione di Calata Malaspina dopo una interlocuzione di alcuni mesi con soggetti diversi con i quali non ha potuto concludere alcun accordo. Ricordo sia il bando, andato deserto, che le trattative con il  Gruppo Canarbino e, immagino, con altri di cui non ho evidenza. A norma di legge, la 84\94, titolati a svolgere le operazioni di imbarco\sbarco merci sono i Terminal titolari dell’ art.16 e art.18 (concessione e imprese) cui eventualmente compete una verifica sulle condizioni della concessione.
Se Snam non ritiene di perseguire la via normale e chiede una propria concessione sulla Malaspina è logico e normale attendersi qualche distinguo non solo sulla stampa ma anche nelle procedure legittimamente attivate dalla Adsp: si dovrà in primis procedere all’esame delle osservazioni, delle opposizioni, delle domande in concorrenza eventualmente pervenute, cui seguirà un provvedimento di scelta motivata. Dopodiché Commissione consultiva, Tavolo di partenariato e Comitato di gestione. Nel frattempo, avvocati, Tar, polemiche sui media nazionali con ritorni di immagine negativi. Non so come finirà questa vicenda – si schernisce Bucchioni – ma so che la scelta della Calata Malaspina mi vede contrario mentre trovo apprezzabile la sensibilità di Snam che è alla ricerca di una soluzione che tranquillizzi il più possibile chi è senza preconcetti invece di far transitare su strada i camion con il gas come credo sia in suo diritto. Calata Malaspina è una scelta sbagliata e il Porto della Spezia ha tutti gli asset necessari per gestire il traffico Snam in condizioni di normalità operativa che non provochi preoccupazioni alla popolazione minimizzando interferenze e condizionamenti. La Snam ha il diritto di sviluppare la sua attività nell’interesse generale (dell’Italia) e il Porto della Spezia ha il diritto di indicare (e decidere) sul come utilizzare le proprie infrastrutture”.

Un intervento puntuale e mirato, quello di Bucchioni, che sottolinea il ruolo dei terminalisti del porto della Spezia e che conferma il no a Calata Malaspina, che col passare dei giorni assume sempre di più il tratto della provocazione. L’impressione è che, nonostante il malcontento manifestato dagli spezzini a più riprese e in differenti modalità, dai social a Palazzo civico, il progetto stia veleggiando verso l’approvazione, ma che sia in corso una partita su quale sarà davvero la banchina di sbarco della chiatta con i quattro camion a bordo. Un’attività che può effettivamente essere svolta nel rispetto del diritto di Snam e degli altri attori che entreranno in scena, figure che vedranno soddisfatto anche il proprio interesse, così come quello generale dell’Italia, come afferma Bucchioni. Non si intravede, però, alcuna soddisfazione dell’interesse degli abitanti di Spezia e del Golfo.

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