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Un progetto quadriennale

L’imprinting di Macia: “Lo Spezia non vuole valorizzare i giovani, vuole rimanere in serie A”

"I giocatori saranno il più possibile di proprietà, non mi piaccio i prestiti. Preferisco rischiare con le mie decisioni piuttosto di provare e vedere come va", dice il vertice del settore tecnico aquilotto. I Platek gli hanno chiesto di irrobustire il club e iniziare un ciclo. "Nessuno ci fa un favore se viene a giocare nello Spezia. Chi viene qua deve farlo con rispetto. E quando si lascia lo Spezia non si va a giocare ovunque, lo si fa per andare a giocare in alto".

Eduardo Macia

E’ qua per mettere radici, per lasciare il segno, per garantire un imprinting. Entrato in punta di piedi, prima capire e poi agire. Mosse studiate anche nei tempi. Quelli di un colloquio fiume con Luca Gotti a inizio ottobre in cui ha garantito al tecnico la serenità di lavorare. Oppure quelli con cui rinuncia, come pareva scritto, agli ex collaboratori di Pecini due giorni fa: nessun scossone mentre la squadra ancora gioca, ma taglio netto con largo anticipo rispetto all’inizio del mercato di gennaio.

Il quadriennale di costruzione di Eduardo Macia inizia con un’idea granitica, sottolineata dalla ripetizione nell’incontro con la stampa di questa mattina. “Lo Spezia non è una società che vuole valorizzare i giovani.  Lo Spezia è una società che vuole rimanere in serie A, perché così prendono valore i giocatori e metti a posto il budget. Siamo una società che vuole fare risultati. Il resto viene di conseguenza”.

Ne consegue la filosofia con cui si pensa da oggi in poi agli acquisti sul mercato. Due già praticamente fatti – Moutinho e Cardoso – e poi un attaccante entro gennaio. “I giocatori saranno il più possibile di proprietà – dice Macia -. Tranne una situazione in cui devo prendere più tempo, ho fatto capire alla proprietà che dobbiamo acquistarli a titolo definitivo. Non mi piacciono i prestiti. Se dobbiamo crescere, ho bisogno dal primo minuto di avere un calciatore concentrato pronto a dare tutto per noi. Preferisco rischiare con le mie decisioni piuttosto di provare e vedere come va”.

Eduardo Macia

 

La conseguenza è che, quando si tratterà di vendere, si cercherà “di portare prestigio alla società piazzando i calciatori solo ad un certo livello. Non vogliamo vendere a chi lotta per la salvezza come noi, ma ad un Bayern Monaco per esempio. Nessuno ci fa un favore se viene a giocare nello Spezia. Chi viene qua deve farlo con rispetto. Questo lo stiamo mettendo nella testa dei calciatori e penso si stia vedendo in campo. E quando si lascia lo Spezia non si va a giocare ovunque, lo si fa per andare a giocare in alto”.

Di questo percorso, Luca Gotti è l’attuatore in panchina. “Abbiamo un grandissimo vantaggio, ovvero che è una persona stabile. Una personalità forte ma calma, per nulla umorale. Un compagno di viaggio ideale. Nei momenti difficili ci parliamo a quattrocchi a lungo, mi sono sempre sentito tranquillo. Non è uno che cambia sei giocatori dopo una sconfitta. Ha sentito la fiducia della società e ci ha dato grande fiducia a sua volta. Io devo mettere a valore il suo lavoro. Ci sta dando una grande mano a creare l’identità che dobbiamo mettere in campo ed è molto equilibrato nel rapportarsi con i giovani e con i più grandi. E’ esigente con entrambi, ma sa che bisogna avere una parola in più per il giovane e, a volte, una parola più dura con chi ha più esperienza”.

Un mese e mezzo fa hanno messo le basi per il resto della stagione. “Abbiamo deciso quale vuole essere il nostro percorso da qui in poi. Come dirigente, so che ad un tecnico il 1° luglio devo dare l’80-90% della squadra con cui affronterà il campionato. Se questo non avviene, è sempre colpa della società e quindi sarà mia responsabilità da oggi in poi. Se chiedo al tecnico di prendersi delle responsabilità, devo anche metterlo in condizione di lavorare bene. Cercherò di tenere conto di questo aspetto al massimo”.

Eduardo Macìa e Luca Gotti

 

Calata nell’oggi, la regola generale vuol dire anche che non ci sono intoccabili. Rimane chi è ritenuto funzionale al percorso di crescita. “L’uscita dei calciatori non è legata a quanto giocano, ma a cosa vogliamo fare – spiega Macia -. Potrebbero esserci delle sorprese: se c’è qualche calciatore che gioca molto, ma pensiamo sia arrivato alla fine del suo percorso qui, potrebbe partire. Ci sono altri che ora non giocano, ma magari andranno in prestito perché pensiamo potrebbero fare parte del gruppo in futuro. In entrata vale lo stesso discorso: elementi che ci possano dare una mano a diventare ambiziosi. Dobbiamo collegare teste, sennò la squadra non funziona”.

Una volta messa al sicuro la serie A, il 2023 servirà per irrobustire tutta la struttura. “Non ho avuto ancora il tempo per analizzare il settore giovanile, lo dico sinceramente. Ho avuto un colloquio con il tecnico della Primavera, ma la mia priorità adesso è organizzare l’area tecnica e la prima squadra, aiutare il reparto media e marketing. Dopo il mercato, penserò anche a questo. Al momento non ho fatto neanche il 5% di quello che ho in mente. Preferisco fare bene una cosa alla volta, piuttosto che farne tante in modo superficiale”.

SPEZIA - SASSUOLO 2-2 (05/12/2021)

 

Sul rapporto con la proprietà americana, i confini sono stati stabiliti prima di firmare il contratto. “I miei contatti sono diretti. Parlo con Robert Platek,  parlo con Philip Platek e con le persone che le consigliano: Tiago Lopes, Nishant Tella e Nathan O’Brien. Lavorano con loro, non solo per il calcio. Ma noi siamo completamente autonomi, anche se è chiaro che serve il vaglio della proprietà per certe operazioni. Se vuoi prendere una decisione, loro vogliono poter valutare cosa hai fatto prima. E’ questo che genera fiducia. Io da questo punto di vista sono sempre molto chiaro su ciò che vogliamo fare. La proprietà stessa vuole sapere se stiamo facendo crescere il club, la squadra e la dirigenza. Vogliono capire se siamo motivati e vogliono che ci prendiamo la responsabilità di quello che facciamo. Non si prende un calciatore, si prende una persona che costa soldi. Però loro non mettono mai in discussione un nome piuttosto di un altro. Su questo non entrano mai. La nostra autonomia è totale”.

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